Volevamo conquistare il cielo
- Autore: Donatella Di Paolo e Laurenzo Ticca
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Nei 24 capitoli scritti a quattro mani dai due giornalisti Donatella Di Paolo e Laurenzo Ticca in Volevamo conquistare il cielo (SilviaRech, 2020), si colgono due voci narranti, due punti di vista e due sensibilità diverse, che nella narrazione ripercorrono molta parte della storia italiana a partire dalla fine degli anni Sessanta, quando i due protagonisti, Lea e Luca, frequentavano la Statale a Milano. Erano gli anni della contestazione degli studenti, e i due erano iscritti lei al Movimento e lui alla Ggci. Lei una bellezza mozzafiato, “una figa” impegnata, determinata, sicura di sé. Veniva da Genova, trasferita a Milano per studiare, aveva incontrato il riccioluto Luca, i due si erano subito piaciuti e ben presto innamorati. Lei Lettere, lui Scienze Politiche, Eskimo, gli oscar Mondadori di Pavese, Dialoghi con Leucò, passeggiate solitarie parlando.
Ma poi ecco arrivare il 12 dicembre 1969 che cambiò la storia di Milano e dell’Italia tutta. La strage di Piazza Fontana, i funerali delle vittime a San Babila, e poi l’amore intenso assoluto, presto però, alla notizia che Lea era incinta, le cose cambiano: lei non vuole tenere il bambino, ha troppi progetti che l’aspettano e troppa voglia di un futuro in cui il mondo sarebbe cambiato; Luca, perdutamente innamorato, non accetta la decisione di cui non si sente parte. Il rapporto si rompe, i due si allontanano, si perdono. Comincia una vita nuova, ognuno con la sua storia personale.
Luca è figlio di un ufficiale dell’Aeronautica Militare che ha subito un gravissimo trauma in guerra di cui porta i segni nel volto devastato e nella mente molto sofferente. Non ha accettato che il figlio non seguisse le sue orme, che anzi si fosse legato a una parte politica che lui riteneva nemica. Il rapporto fra i due sempre più conflittuale. Lea invece tenta la strada del giornalismo, ma avrà molte disillusioni: una ragazza bella come lei suscita gli appetiti e le volgarità di molti uomini con cui viene in contatto: il mondo del lavoro è tutto maschile, le proposte, lavoro in cambio di sesso, sono all’ordine del giorno. L’ingenuità di Lea, che il padre vorrebbe contrastare, si scontra all’inizio con la sua determinazione, ma poi dovrà rendersi conto che il ricatto, le proposte oscene, la promiscuità con persone che non hanno remore a scendere a ogni tipo di compromesso pur di raggiungere il posto in Rai, la comparsa in video, il nome sui giornali che contano.
Lea e Luca dunque ognuno per la sua strada: lui dopo il servizio di leva decide di restare a Siena e sposa una donna poco interessante, fa un lavoro che con gli somiglia, trascina gli anni senza entusiasmo. Il padre è morto dopo un tragico Alzheimer, lui non ha avuto figli, solo qualche sporadica avventura. Lea invece è diventata giornalista professionista, ha un posto in televisione, si è sposata con un chirurgo genovese, Paolo, ha avuto una figlia, Elettra, ma la sua vita è tranquilla solo in superficie: ha un capo che la molesta in modo continuo e assillante, un individuo bieco, un maschio alfa della specie peggiore. Per riuscire a tenere in piedi il suo matrimonio Lea ricorre a bugie, a inganni. Questa vita difficile e piena di contraddizioni verrà interrotta da un evento tragico e inatteso: un cancro devastante al seno, che rischia di portarla alla morte malgrado le cure continue. Di fronte allo spettro della morte Lea ricerca Luca, il grande amore perduto. Si incontrano i due ex amanti, ma la magia della loro giovinezza perduta non può ripetersi:
“Eccolo il mondo, imperfetto, ingiusto, pieno di contraddizioni e di sconfitti. Ci guardiamo. Un rapido sorriso. Abbiamo perso tutto. O quasi.”
La storia che i due narratori hanno costruito è piena di tutti i temi che hanno attraversato gli ultimi cinquant’anni della nostra storia, il passaggio del secolo, anzi del millennio, il cambio di sensibilità, di obiettivi, di modo di pensare il rapporto di coppia, la relazione matrimoniale, i conflitti nel mondo del lavoro: gli anni sono trascorsi, passi avanti se ne sono fatti, ma non abbastanza, sembra dirci questo racconto in cui il ruolo della donna resta sempre imprigionato negli stereotipi più vieti. La presenza di Lea nei vari contesti lavorativi in cui passa è sempre dettata dagli stessi passaggi stretti e violenti. Anche i contesti familiari sono descritti come luoghi di infelicità, di oppressione, spesso di tradimento. Il verbo all’imperfetto del titolo del romanzo parla di un desiderio non realizzato, di una probabile sconfitta.
Volevamo conquistare il cielo
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