Il diavolo vince a Wimbledon di Lauren Weisberger

Stavolta niente pantoni, stoffe pregiate, abiti firmati e tacchi 12: Lauren Weisberger è tornata e dopo il successo riscosso da “Il diavolo veste Prada”, grazie a una fortunata e divertente trasposizione cinematografica ha deciso di rispolverare una sua vecchia passione: il tennis.
“Il diavolo vince a Wimbledon” è, infatti, una irresistibile commedia dove scopriamo dei personaggi indimenticabili attraverso i loro dialoghi frizzanti e irriverenti. L’atteso ritorno di Lauren Weisberger ci catapulta nello scintillante mondo di uno sport raffinato ed elegante, immersi tra atmosfere glamour, grandi traguardi all’orizzonte e flirt che fanno capolino tra un dritto e un rovescio.

Charlie ha appena vent’anni ed è già una promessa del tennis mondiale: la sua divisa d’ordinanza è fatta di un gonnellino bianco, di scarpe da ginnastica e di una racchetta, peccato però che un bel giorno si decida per un look diverso e scelga di calcare il blasonatissimo campo di Wimbledon, per una partita, con un paio di scarpe che non sono le sue.
La scelta del nuovo accessorio gli fa rompere un tendine e con esso anche tanti sogni di gloria che sembravano a portata di mano vanno in frantumi. È allora che arriva Todd Feltner a risollevare le sorti di Charlie: è il coach dei coach, l’allenatore per antonomasia, il mister che non sbaglia un colpo e che non può permettersi di far perdere neanche un trofeo ai suoi allievi. Vi eravate dimenticati della perfida Miranda Priestly? Niente paura, è tornata o, meglio, si è come reincarnata in Todd Feltner, appunto: arrogante, crudele, sadico, insopportabile, chiede ai suoi atleti sacrifici pazzeschi.

Eppure Chalie sa bene che allenarsi con lui è l’unica soluzione per tornare, decide di trovarci anche se si rende subito conto che per vincere il sudore non basta. Non si può farlo restando buoni, per questo cambia look, rinnova la sua immagine, sceglie di frequentare persone diverse; inizia anche a flirtare con ragazzi diversi, ovviamente scelti dal cinico Todd, coach senza scrupoli che si troverà presto di fronte uno spiazzante imprevisto.
Charlie, infatti, sembra disposta a tutto pur di tornare a vincere, se non che ci si mette in mezzo Cupido a sparigliare le carte: la ragazza si innamora, di qualcuno che Todd non approverebbe mai e capisce che, forse, non è poi la soluzione giusta rinunciare a tutto per realizzare il suo sogno.

Attinge al pozzo dei ricordi della sua giovinezza Lauren Weisberger quando decide di scrivere “Il diavolo vince a Wimbledon”, imbastisce una nuova trama dove, calpestando i capi da tennis, esplora un universo intorno al quale nel Regno Unito, si concentrano fan, spettatori, professionisti, sponsor e ingenti capitali. Il vero protagonista però è lo stesso dei romanzi precedenti, un patto col diavolo che pone ragazze più o meno ingenue di fronte a una domanda amletica: vale davvero la pena di rinunciare a se stessi e alla propria autenticità, per realizzare un obiettivo professionale? Diverte e convince Lauren Weisberger, anche stavolta scrive una storia piena di leggerezza e ironia, capace di mostrare i retroscena dello sport femminile dove, però, come ha assicurato la scrittrice stessa in un’intervista, il messaggio è tutt’altro che scontato:

“(Non) voglio smontare i sogni di tutte quelle ragazze che vogliono diventare campionesse, m’interessa solo dire: attenzione girls perché per salire in alto non serve solo determinazione, disciplina, energia, ma anche rinuncia a un po’ di umanità: i riflettori non la contemplano. Certo incontrerete gente famosa, sexy e piena di glamour, ma alla fine il luccichio sparirà e vi ritroverete sole in una stanza con davanti una partita da giocare”.