Il precipizio dell’amore di Mariangela Tarì

Non è facile il compito di parlare del libro di Mariangela Tarì, Il precipizio dell’amore (Mondadori, 2021). Le parole sembrano inadeguate di fronte a questa storia, anche se sono “Solo appunti di una madre”, come dice il sottotitolo, o forse proprio per questo.

Che cosa si può fare quando la vita ti costringe ad affrontare la disabilità dei tuoi figli?

[…] tu non hai il diritto di svenire, dormire per giorni, piangere e smettere di vivere.

[…] la diagnosi non deve essere un destino già scritto.

Accettare può essere un buon punto di partenza. Fare il massimo con quello che ti è dato.

Anche se

Accettare non vuol dire non soffrire.

Leggendo questa storia non possiamo far altro che cercare di apprendere la grande lezione che ci viene impartita, nelle frasi semplici e sincere di chi è stato capace di cogliere l’essenza della vita.

La felicità è sempre una scelta che fai […]
Quell’esercizio di forzare la felicità alla fine l’ha resa possibile. […] E incredibilmente trovo la nostra vita arricchita. Felice.

Il dono è cogliere in mezzo alla bufera qualcosa che gli dia un senso. Il mio dono è stato comprendere fino in fondo che la vita è qui e ora. Che potrebbe non esistere un domani.

L’attimo diventa tutto.

Quello che traspare è il grande amore di mamma Mariangela e papà Mario, delle loro famiglie e degli amici, di tutte le persone che hanno saputo esserci con la loro vicinanza e il loro aiuto.
Con grande coraggio, perché

[…] chi accudisce si ammala. Perde corpo e mente.

Per sopravvivere con dignità al dolore non si deve solo accettare che esso scorra nelle tue vene, ci si deve anche perdonare di voler scappare via.

[…] noi non siamo supereroi, perché questo giudizio allontana, ti mette tuo malgrado su un piano irraggiungibile da qualsiasi aiuto altrui.

Non siamo eroi, ma compiamo azioni eroiche.

Mariangela Tarì oltre che mamma è insegnante, si occupa anche di teatro ed è presidente dell’associazione La Casa di Sofia, che promuove terapie ricreative per i bambini con disabilità o gravi malattie, a cui sono devoluti i proventi di questo libro.

E per non essere totalmente trasparente allora scrivo, canto e recito da sola in casa, perché l’arte e il bello mi hanno salvata dal buio, e salvano anche i miei figli.