Il segreto di Lady Audley
- Autore: Mary Elizabeth Braddon
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2016
“Il segreto di Lady Audley” (Fazi, 2016, titolo originale Lady Audley’s Secret, postfazione di Sandra Petrignani, traduzione di Chiara Vatteroni) è il capolavoro, finora inedito in Italia, che riscosse uno straordinario successo di critica e di pubblico, dell’autrice inglese Mary Elizabeth Braddon (Londra, 4 ottobre 1837 - 4 febbraio 1915). Il romanzo, scritto nel 1862 e originariamente edito in tre volumi, ebbe anche una versione serializzata, pubblicata a puntate sui giornali britannici “Robin Goodfellow” e “Sixpenny Magazine”.
“Elizabeth Braddon ha regalato qualcosa di meraviglioso al mondo letterario”
definì Henry James questo romanzo che consacrò la scrittrice (autrice di 85 romanzi e 9 commedie oltre a racconti, saggi e articoli), per molto tempo ingiustamente dimenticata, come nuova stella del “sensation novel” e rivale di Wilkie Collins. Il giardino di Audley Court era composto da un prato uniforme punteggiato da un ciuffo di rododendri più rigogliosi che altrove nella contea dell’Essex. A destra gli orti, il laghetto dei pesci e un frutteto cinto da un fossato asciutto e i ruderi di un muro ricoperto di edera rampicante, borraccina gialla e muschio scuro. A sinistra, un ampio vialetto ghiaioso lungo il quale anni prima, quando il luogo era ancora un convento, le suore passeggiavano silenziose. Il largo fossato esterno era asciutto e ricoperto d’erba e gli alberi del frutteto lo sovrastavano con solitari rami nodosi. All’interno di questo fossato c’era il laghetto dei pesci, uno specchio d’acqua che si estendeva per tutta la lunghezza del giardino fiancheggiato da una strada chiamata viale dei tigli. Qui vicino si trovava un antico pozzo ormai andato in disuso quasi certamente prosciugato. La dimora era molto antica, irregolare ed estesa, la porta d’ingresso era relegata nel cantuccio di una torretta in un angolo dell’edificio
“come per tenersi nascosta ai visitatori pericolosi e per un desiderio di segretezza”.
Audley Court era un luogo nobile, antico e glorioso,
“un luogo che la Pace sembrava aver eletto a propria dimora”.
Sovente, nella frescura serale, Sir Michael Audley, l’attuale proprietario di Audley Court, passeggiava avanti e indietro nel viale dei tigli, fumando il sigaro, con il cane al seguito e la moglie giovane e graziosa al suo fianco. Sir Michael,
“un omone alto e robusto, con una voce profonda e sonante, dei begli occhi neri e la barba bianca”
aveva cinquantasei anni e si era sposato per la seconda volta tre mesi dopo il suo cinquantacinquesimo compleanno. Il baronetto, rimasto vedovo per diciassette anni, aveva un’unica figlia, Alicia Audley, ora diciassettenne e per nulla contenta che al Castello fosse giunta una matrigna, perché la giovane aveva regnato incontrastata nella casa del padre fin dalla primissima infanzia. Ma quei giorni ormai erano finiti e la capricciosa Alice, “si opponeva con imbronciata determinazione” a qualsiasi intimità tra lei e l’amabile moglie del padre. Il fatto era che Lady Audley nell’assumere il suo ruolo aveva contratto uno di quei matrimoni apparentemente vantaggiosi che fanno sì che una donna si tiri addosso l’invidia e l’odio di tutto il suo sesso. Miss Lucy Graham era giunta in quella regione come istitutrice delle figlie di Mr Dawson, un medico del villaggio vicino ad Audley Court. Nessuno sapeva qualcosa di lei, se non che Miss Graham proveniva da Londra, l’unica referenza (eccellente) che aveva dato era stata quella di una signora presso una scuola di Brompton, dove aveva insegnato. Tutti avevano subito notato le brillanti attitudini della nuova istitutrice, la sua indole amabile e gentile, ed erano concordi nel dichiarare Miss Graham come “la ragazza più dolce del mondo”, ovunque andasse Miss Lucy sembrava portare con sé gioia e allegria. Sir Audley, incuriosito dalle voci positive che circolavano sull’istitutrice, sentì il forte desiderio di conoscerla. Un piccolo ricevimento, “una tranquilla serata” a casa del dottore, segnò il destino di Sir Michael, che non seppe resistere al tenero fascino di quei dolci occhi azzurri, alla bellezza aggraziata di quel collo sottile e della testa china.
“Diamine! Era lei il suo destino! Lui non aveva mai amato prima”.
Poco tempo dopo il loro primo incontro, Sir Audley aveva chiesto in moglie Lucy, che aveva acconsentito. Ma Lady Audley aveva un segreto contenuto nell’anello avvolto in un oblungo pezzo di carta ingiallita dal tempo e stropicciata dalle molte piegature che pendeva da un nastro nero che la donna teneva legato intorno alla gola.
“Basta dipendenza, basta fatica, basta umiliazioni. Ogni traccia della vecchia vita si è dissolta... tutti gli indizi che conducono a un’identità sono sepolti e dimenticati... tranne questi, tranne questi”.
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