Il 30 giugno 1936 veniva pubblicato dalla casa editrice Macmillan di New York un romanzo di oltre mille pagine, confezionato in una copertina gialla, dal titolo accattivante Gone With the Wind, tratto da una poesia di Ernest Downson. Il libro fu tradotto l’anno seguente in italiano come Via col vento.
L’autrice era una allora sconosciuta Margaret Mitchell, una giornalista di Atlanta che aveva abbandonato il lavoro dopo il matrimonio con un agente pubblicitario e si era dedicata, per oltre dieci anni, alla stesura del monumentale romanzo.
Via col vento fu un caso editoriale senza precedenti: quasi 180 000 copie vendute in quattro settimane, un milione in sei mesi, rimase in testa alle classifiche persino dopo due anni dalla pubblicazione. Nel 1937 il libro vinse il prestigioso Premio Pulitzer. Due anni dopo dal romanzo fu tratto l’omonimo colossal cinematografico diretto da Victor Fleming e prodotto da David O. Selznick, con protagonisti Vivien Leigh e Clark Gable.
Attualmente, ottantasei anni dopo la prima edizione, Via col vento calcola oltre 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Scopriamo più nel dettaglio la genesi e le ragioni del successo di un romanzo capolavoro.
Via col vento: la genesi di un capolavoro
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Uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale del Novecento ebbe origine da un infortunio. Margaret Mitchell, giornalista dell’Atlanta Journal Sunday Magazine, iniziò a scrivere Via col vento durante un periodo di convalescenza. Si era rotta una caviglia e così si trovava rinchiusa in casa da giorni senza alcuna libertà di movimento. Nelle lunghe ore di forzata immobilità d’improvviso l’occhio corse alla vecchia macchina da scrivere Remington. Mitchell la estrasse dalla scatola e la posizionò su un tavolo da cucito. Seduta a quel tavolino, nel 1926, Margaret Mitchell iniziò a scrivere ciò che sarebbe diventato un bestseller internazionale.
Completò la prima stesura del libro in soli tre anni. Scrisse dapprima il primo capitolo e in seguito gli altri in ordine sparso, al termine dell’operazione di scrittura ne aveva accumulato più di settanta, tutti infilati ordinatamente in delle buste di manila.
Si racconta che quando giungevano dei visitatori la signora Mitchell nascondesse la macchina da scrivere sotto un panno per tenere segreto il suo romanzo. La prima versione di Via col vento fu rielaborata più volte, tenendo impegnata l’autrice per quasi dieci anni. Margaret Mitchell era titubante riguardo alla pubblicazione del suo manoscritto, lo tenne chiuso in un cassetto per lungo tempo, riprendendolo di tanto in tanto per perfezionarlo.
Poi venne inaspettata la svolta, per una di quelle strane coincidenze stabilite dal destino.
Recensione del libro
Via col vento
di Margaret Mitchell
Via col vento: la storia della pubblicazione
Nell’aprile del 1935 Harold Latham, redattore della casa editrice Macmillan di New York, stava girando il Sud alla ricerca di nuovi manoscritti. Latham venne così a sapere che Margaret Mitchell stava lavorando a un romanzo e le chiese di poterlo vedere. Ma la giornalista negò fermamente di averne uno nel cassetto.
Si decise a mostrarlo solo quando sentì il commento di un amico, che disse in pubblico che Mitchell non era abbastanza seria per scrivere un libro. Punta nel vivo del suo orgoglio, proprio come la sua eroina Rossella O’Hara, Margaret raccolse tutte le buste in cui aveva spartito i vari capitoli e si recò all’albergo dove alloggiava Harold Latham. Il povero redattore si trovò spiazzato dinnanzi al malloppo consegnatogli da Mitchell e dovette acquistare appositamente una valigia per trasportarlo.
Latham lesse parte del manoscritto sul treno per New Orleans, in Louisiana, e lo inviò direttamente a New York. Nel mese di luglio venne infilata nella cassetta della posta di Margaret Mitchell una busta bianca che riportava come mittente la casa editrice Macmillan.
Le veniva offerto un contratto per la pubblicazione del romanzo. L’autrice ricevette subito un anticipo di 500 dollari e il 10% dei diritti d’autore.
Ma la scrittura di Via col vento non era ancora finita.
Via col vento: la riscrittura e la scelta del titolo
La lettera della casa editrice rese Margaret Mitchell più consapevole dell’importanza del suo romanzo segreto. Si dedicò quindi anima e corpo alla revisione del manoscritto: tagliò e risistemò i vari capitoli, aggiunse alcuni particolari, riscrisse interamente il primo capitolo e cambiò il nome della protagonista che originariamente si chiamava Pansy. La vecchia Pansy divenne Rossella O’Hara, eroina entrata nel mito e ormai conosciuta in tutto il mondo alla stregua di una persona reale o realmente esistita.
Anche l’accurata ricostruzione storica ebbe un ruolo rilevante. Mitchell voleva che il romanzo fosse fedele all’epoca in cui era ambientato. Nell’arco di dieci anno aveva letto migliaia di libri, lettere, documenti e vecchi giornali per ricostruire gli anni della guerra civile americana. Aveva persino intervistato alcuni veterani di guerra per avere una testimonianza diretta dei fatti narrati.
Infine, dopo l’operazione di riscrittura e revisione, mancava solo un ultimo dettaglio: il titolo. Margaret Mitchell era fortemente indecisa. Propose inizialmente Tomorrow is Another Day, riprendendo la frase finale detta dalla sua protagonista, poi iniziò a stendere una lista di possibili titoli tra i quali figuravano: Tote the Weary Load, Milestones, Not in Our Stars e Bugles Sang True. Scartò ciascuna di queste opzioni quando venne folgorata da un verso tratto da una poesia di Ernest Dowson:
Ho dimenticato molto, Cynara! Sono andata con il vento/ ho gettato rose, rose con la folla.
Dunque con questo titolo ufficiale Via col vento il romanzo fu pubblicato il 30 giugno 1936. La prima edizione contava un totale di 1.037 pagine e fu venduta al prezzo di tre dollari.
Il successo internazionale
Il romanzo ottenne un successo incredibile, senza precedenti. Margaret Mitchell divenne una star, richiestissima per interviste e autografi alla stregua di una diva. All’inizio lei ne fu felice, ma a poco a poco cercò di ritirarsi da tutto quel clamore. Essere al centro della scena non le si addiceva. Iniziò a rifiutare le interviste e persino gli autografi, disse che voleva essere chiamata semplicemente “signora Marsh”.
Quando iniziarono le trattative per il film tratto dal libro, Mitchell si rifiuterà di collaborare alla trasposizione cinematografica. Oppose un netto rifiuto persino agli editori che la pregavano di scrivere il seguito del romanzo, che sicuramente avrebbe avuto altrettanto successo.
Nel dicembre del 1939 più di duemila persone presero posto tra le poltrone del Grand Theatre di Atlanta, in Georgia, per assistere all’anteprima di Via col vento, film di cui si parlava da anni.
In vista dell’evento, il governatore della Georgia proclamò addirittura tre giorni di festa nazionale e chiesto ai cittadini di accogliere nel miglior modo possibile le star del film, che attraversarono la città in una maestosa parata.
Via col vento fu l’unico romanzo pubblicato da Margaret Mitchell durante la sua vita. Ne aveva altri nel cassetto, più brevi, ma fece predisporre nel suo testamento che i suoi manoscritti venissero distrutti perché non vedessero mai la luce. Tra questi pare che ci fosse un’inquietante storia di fantasmi ambientata in una vecchia casa di piantagione abbandonata dopo la Guerra Civile.
Probabilmente Mitchell non scrisse più perché fu letteralmente travolta dal successo inaspettato del romanzo. Trascorse gli anni successivi alla pubblicazione a gestire la corrispondenza, rispondendo personalmente alle lettere degli ammiratori. In seguito, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, si attivò in prima persona collaborando come infermiera per la Croce Rossa. Sfruttò i proventi del romanzo per istituire una borsa di studio per gli studenti di medicina di colore.
Il destino che le aveva sorriso aveva tuttavia in serbo un epilogo amaro per la vita di Margaret Mitchell. L’11 agosto 1949 mentre si recava insieme al marito a vedere un film al Peachtree Art Theatre, Margaret fu investita da un tassista fuori servizio e probabilmente ubriaco. L’auto schivò John Marsh ma travolse in pieno Mitchell, senza lasciarle scampo.
La scrittrice di Via col vento fu ricoverata d’urgenza al Grady Hospital, tuttavia non riprese mai conoscenza. Si spense cinque giorni dopo, il 16 agosto 1949.
Era stata candidata persino al premio Nobel per la Letteratura. Non lo vinse mai. La sua fama tuttavia non è mai stata offuscata, rivive ancora oggi nei personaggi indimenticabili che ha consegnato all’immaginario dei lettori.
Un’ultima traccia letteraria infine Margaret Mitchell l’ha lasciata. Nel 1995 fu consegnato un manoscritto inedito della scrittrice, risalente al 1916. Si trattava del racconto Lost Laysen (tradotto in italiano come L’Isola in fondo al mare, edito da Rizzoli). Il testo era vergato a mano su due quaderni che Margaret Mitchell aveva regalato all’amico di infanzia Henri Love Angel. Fu proprio lui a custodirli sino alla sua morte, salvando così l’ultima opera letteraria dell’autrice di Via col vento.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Via col vento” di Margaret Mitchell: 86 anni fa la prima edizione del bestseller mondiale
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