Il 2 dicembre è Santa Bibiana secondo il calendario gregoriano, conosciuta anche come Santa Viviana - il cui nome rimanda al verbo “vivere” e alla vitalità. Alla martire cristiana è legato anche un celebre proverbio del Nord Italia sulle previsioni meteo:
Se piove a Santa Bibiana pioverà per 40 giorni e una settimana.
Ma chi era Santa Bibiana? E perché le viene affibbiata la capacità di prevedere il meteo? Scopriamo la vera storia della giovane martire, flagellata a morte il 2 dicembre 362 d.C.
Chi era Santa Bibiana
La storia di Santa Bibiana, come molte storie di martiri, è avvolta nella leggenda. Ne troviamo una prima testimonianza nel Liber Pontificalis in cui si racconta che Papa Simplicio:
Consacrò una basilica dedicata alla santa martire Bibiana, che contiene il suo corpo, nelle vicinanze del Palatium Lucianum.
La chiesa di Santa Bibiana in effetti esiste a Roma, in via Giovanni Giolitti, nei pressi della Stazione Termini. Oggi Santa Bibiana è rappresentata in una meravigliosa statua in marmo bianco realizzata da Gian Lorenzo Bernini nel 1626. Se la scultura c’è, ed è incantevole, imponente, concreta, così ben fatta da apparire reale, sulla vera storia di Bibiana abbiamo invece notizie assai scarne.
Tutto ciò che si sa sulla giovane martire è rintracciabile dai frammenti di un antico testo: Passio Bibianae, opera di un autore ignoto del VI secolo.
Secondo quanto riportato in questo scritto, Bibiana era una giovane nobile romana nata nel 347 d.C.
Era figlia di un cavaliere romano, Giunio Flaviano, e della nobile Dafrosa, discendente di una famiglia di consoli. Il testo tramanda anche il nome di una sorella di Bibiana: Demetria.
Bibiana fu vittima delle persecuzioni contro i cristiani promulgate da Giuliano l’Apostata. Il terribile imperatore si accanì contro la famiglia della giovane: innanzitutto privando il padre, Flaviano, dal suo incarico di prefetto e in seguito esiliandolo ad Acquapendente e martirizzandolo. Appreso il tragico destino del padre, Bibiana, la madre Dafrosa e la sorella Demetria si rinchiusero in casa pregando, in attesa della loro ora. Che infatti non tardò ad arrivare.
Presto i soldati di Giuliano l’Apostata giunsero per arrestare e imprigionare le tre donne. Dafrosa fu decapitata pochi giorni dopo, mentre Demetria fu imprigionata e costretta a morire di inedia. L’unica a essere risparmiata fu proprio la giovane BIbiana.
La ragazza fu rinchiusa in una cella insieme a una mezzana di nome Rufina che aveva il compito di insegnarle l’arte della seduzione. Ma Bibiana rifiutò di piegarsi e di accettare quel compromesso. Le lusinghe della vita mondana non la attraevano e non intendeva vendere il proprio corpo. Si ribellò rinchiudendosi in una muta preghiera.
Il prefetto Aproniano, che aveva sostituito il padre della giovane nella carica di governatore, decise allora di punirla condannandola al martirio.
Bibiana fu legata a un palo e flagellata a morte con le “piombate” (fasce di verghe rivestite di piombo) il 2 dicembre del 362.
Aveva soltanto 15 anni. Secondo la leggenda i suoi resti rimasero intatti e furono quindi raccolti dal presbitero Giovanni che li consegnò a una matrona romana, Olimpia, come prova della santità della giovane.
Qual è il detto di Santa Bibiana?
Un celebre proverbio piemontese recita:
Santa Bibian-a, quaranta dì e na sman-a.
Di questo proverbio esistono anche altre varianti diffuse in tutta Italia, ad esempio nel Salento:
Ci chiovi ti Santa Bibbiana chiovi nu giurnu, nu mesi e na sittimana.
Letteralmente il detto dice: se piove a Santa Bibiana lo farà per quaranta giorni e una settimana.
Il nome di Bibiana dunque nella tradizione popolare è stato invincibilmente legato alle previsioni meteorologiche. Ormai si associa il nome di Bibiana alla pioggia, sebbene la storia di questa giovane martire non abbia alcun legame con il maltempo.
Santa Bibiana, curatrice dell’emicrania e dell’epilessia
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Oggi Santa Bibiana è considerata la curatrice dell’emicrania e di altre malattie quali l’epilessia. Viene spesso invocata dai credenti come rimedio a questi mali.
Questo potere di Bibiana in realtà ha un precedente storico, come testimonia nel saggio The Falling Sickness il professore Owsei Temkin, direttore dell’Istituto per la Storia della Medicina alla John Hopkins.
La chiesa romana dedicata alla martire fu uno dei più grandi centri di cura per l’epilessia attivi in Europa durante il Medioevo. I pazienti vi si recavano per chiedere alla santa la pronta guarigione, partecipando a una lunga cerimonia “medico-religiosa”. Hopkins racconta che al termine della cerimonia veniva somministrato ai partecipanti un farmaco ritenuto “curativo” contro l’epilessia, derivato da una banale pianta erbacea, il camedrio. Oggi ne conosciamo l’inefficacia, doveva avere l’effetto di una camomilla, ma all’epoca lo si riteneva un medicinale di prim’ordine.
La Chiesa di Santa Bibiana a Roma
A Roma nel rione Esquilino, in via Giovanni Giolitti 157, è possibile visitare la Chiesa di Santa Bibiana edificata da Papa Simplicio nel 468 d.C.
Leggenda narra che la chiesa fu costruita sulle spoglie di 11.266 martiri.
Nel corso dei secoli la chiesa fu più volte ristrutturata: nel 1625, per volere di Papa Urbano VIII, subì la ristrutturazione più importante in occasione del Giubileo a opera di Gian Lorenzo Bernini.
Bernini, ancora giovanissimo, grazie a questa commissione si cimentò nella sua prima opera architettonica.
La storia del martirio di BIbiana rivive tra le pareti della chiesa. Bernini volle mantenere all’interno della chiesa il tronco rosso originale della colonna, cui - leggenda narra - la giovane fu legata per la flagellazione. La colonna era ritenuta un simbolo di culto dai pellegrini che nel corso degli anni l’avevano sfregata raschiandone la polvere, poiché ritenevano vi fosse conservato il sangue di BIbiana.
Si trova ora a sinistra dell’altare, protetta da una grata, e vi si può leggere la seguente iscrizione:
Legata a questa colonna, la invitta martire Santa Bibiana, con funi di piombo, fu crudelmente flagellata.
Alla colonna fu attribuito negli anni un potere taumaturgico e fu meta di pellegrinaggi soprattutto durante l’Alto Medioevo.
Sull’altare maggiore della chiesa, Bernini pose inoltre un’imponente statua a grandezza naturale in marmo bianco che raffigurava Bibiana. La giovane appare immortalata in una posa di rapimento e stupore con le membra tese a causa del dolore del martirio. La santa è vestita, in memoria della sua pudicizia e della sua purezza. Si tratta della prima figura completamente vestita scolpita da Gian Lorenzo Bernini.
Lungo le navate della chiesa è possibile ammirare gli affreschi di Pietro da Cortona e i dipinti di Agostino Ciampelli che raffigurano la storia del martirio: dal processo alla condanna a morte di Bibiana. Nelle immagini ritroviamo tutti i protagonisti della storia leggendaria: dalla madre Dafrosa alla sorella Demetria sino alla turpe mezzana Rufina che cerca di corrompere la giovane. Oggi la chiesa di Santa Bibiana è ritenuta uno dei primi esempi di stile Barocco: una sorta di esperimento praticato da un giovane Bernini ancora inesperto che metteva alla prova il suo talento rendendo omaggio a una martire.
Tutta la chiesa presenta un gioco di chiaroscuri, un contrasto di luci e ombre, di pieni e di vuoti: era un luogo sacro in cui doveva essere riprodotta, e conservata, una morale evocativa.
Possiamo leggervi un’iconografia antica che narra una storia affascinante, cui oggi associamo, in ossequio a una tradizione popolare, mali di tutt’altra entità.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 2 dicembre, Santa Bibiana: chi è la santa del proverbio che predice il meteo
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