Ventotto anni fa, il 26 aprile 1986, un guasto al reattore numero 4 della centrale atomica di Chernobyl, nell’Ucraina del nord, provoca il più grande incidente della storia dell’energia nucleare. Il reattore esplode proiettando materiale radioattivo ad oltre un chilometro di altezza, causando l’immediata morte di più di trenta persone, a cui vanno aggiunti tutti coloro che sono rimasti contaminati dalla nube radioattiva che ha investito l’intera Ucraina, la vicina Bielorussia e parte dell’Europa e sono deceduti negli anni seguenti per tumori o sono nati con malformazioni. Ancora oggi si sentono gli effetti di quella catastrofe.
I libri sul disastro di Chernobyl
Molte sono le pubblicazioni che approfondiscono l’argomento sia a livello storico che scientifico. Tra esse, quasi "a mo’ di favola", appare “La vera storia della strega di Chernobyl” (Il Ponte Vecchio) in cui si narra di una strega malefica di nome Radiazione cacciata dall’assemblea della magia perché giudicata troppo malvagia perfino dalle sue stesse sorelle streghe. Senza un antro in cui abitare, Radiazione inizia a vagare in cerca di una dimora adatta, quando, vede laggiù, qualcosa che attira la sua attenzione. E’ la Centrale di Chernobyl.
A vent’anni dalla tragedia, nel 2006, è stato pubblicato “Ti ricordi Chernobyl?” (Infinito edizioni) analisi sui fatti, le conseguenze e il ruolo del nucleare da parte degli studiosi di Legambiente.
Ecco poi “Le mele di Chernobyl sono buone” (Sironi) titolo che prende spunto da una barzelletta russa che così diceva “Le mele di Chernobyl sono buone? Certo, basta seppellire il torsolo bene in profondità”: da qui parte un’indagine generale sui rischi tecnologici. In gioco c’è molto più del destino di qualche discussa tecnologia: siamo chiamati tutti a partecipare consapevolmente a un dibattito culturale su diverse idee di progresso e dalle scelte che cittadini e governi faranno nascerà la società del prossimo futuro.
“Il ciclista di Chernobyl” (Guanda) è la storia di un uomo ormai anziano che era un fisico nucleare che ha fatto parte dell’equipe di scienziati chiamati per la disperata impresa di estinguere l’incendio del reattore numero 4. Lui ha visto e sa. Troppo. Per questo le autorità lo hanno minacciato, per questo è fuggito. E’ a Parigi ma vorrebbe tornare nel villaggio vicino alla centrale, il luogo in cui ha tanti ricordi.
È del 2013 l’autopubblicazione “Chernobyl. Pripyat e la zona di esclusione” (youcanprint): protagonista di questo libro è anche la città di Pripyat, una città fantasma ad appena due chilometri dalla centrale e che ospitava quasi cinquantamila persone evacuate con notevole ritardo. Altri villaggi, più piccoli, sono stati poi rasi al suolo mentre alcune zone sono state nuovamente e illegalmente occupate. Largo spazio è lasciato agli eroi di Chernobyl: Vigili del Fuoco, militari e persone comuni, coloro che salvarono letteralmente il mondo da conseguenze ancora peggiori, al caro prezzo, spesso, della loro stessa vita.
Vedi anche: Chernobyl: il libro da cui è tratta la serie tv su Sky
Oltre a questi libri ci sono molte altre pubblicazioni interessanti che ci fanno riflettere sul progresso, ma anche sul sostegno che va dato alle persone colpite da disastri come questo, aiuto tanto auspicato dal segretario generale dell’ONU che si fa portavoce del mondo intero.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 26 aprile 1986: il disastro di Chernobyl. I libri per non dimenticare
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