Fotogramma dalla scena del film Viva la libertà (regista Roberto Andò) in cui il personaggio interpretato dall’attore Toni Servillo declama la poesia A chi esita di Bertolt Brecht. Video nell’articolo
Bertolt Brecht è stato fra le figure più importanti e influenti della drammaturgia moderna. Famoso per le sue teorie sul teatro e il suo ruolo innovativo nella regia teatrale, rimane uno degli intellettuali più studiati e approfonditi in questo ambito. Oltre alla sua produzione artistica nel mondo del teatro, Brecht viene ricordato anche per le sue creazioni poetiche, considerate altrettanto rilevanti nel panorama europeo del ventesimo secolo. A chi esita è un caso esemplare della poetica di Bertolt Brecht. L’autore è noto per l’impegno politico che caratterizzò la sua vita privata tanto quanto l’espressione artistica, non nascondendo le proprie ideologie bensì utilizzando tutti gli strumenti comunicativi a propria disposizione per manifestarle al mondo. La poesia A chi esita non è un’eccezione, contiene un forte messaggio politico che scuote gli animi di chi legge e mira a rivestire un ruolo sociale, a contribuire alla costruzione di un impegno civile consapevole e attivo. Ciò rappresenta un’altra caratteristica comune nelle poesie di Brecht, l’idea di un’espressione creativa impegnata, attaccata alla realtà per analizzarla e riflettere per migliorarla. Non è un caso che la poesia in questione sia stata utilizzata recentemente all’interno del film Viva la libertà come momento dalla forte carica emotiva, in cui il personaggio principale, un esponente politico interpretato da Toni Servillo, recita la poesia di fronte ad una folla che alla fine lo acclama, mossa dalle parole coinvolgenti della poesia.
Vediamo qual è il messaggio fondamentale della composizione A chi esita, con l’analisi e il commento del testo della poesia.
“A chi esita” di Bertolt Brecht: testo italiano
Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d’ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora?
Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?O contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua.
(Traduzione italiana di Franco Fortini, in "Bertolt Brecht. Poesie e Canzoni", in collaborazione con Ruth Leiser. Bibliografia musicale di G. Manzoni, Einaudi, Torino 1959.)
“A chi esita” di Bertolt Brecht: analisi e commento
Link affiliato
Il senso di sconfitta e disillusione pervade le prime strofe della poesia di Brecht. L’autore apre la composizione interpellando un interlocutore immaginario che potrebbe rappresentare un cittadino qualunque, che ha partecipato alla vita politica. Tutti i versi successivi sono quindi filtrati dagli occhi di chi si sente impotente di fronte ad una battaglia ideologica che sembra invincibile.
E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può negarlo.
La sfida per le proprie convinzioni e lo scontro con chi si oppone è immaginata proprio come una guerra, in cui il nemico appare più forte e le decisioni strategiche sbagliate hanno avuto un impatto disastroso.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d’ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.
Continua la visione pessimista della metafora bellica. Le parole d’ordine, come quelle recitate da un generale per comandare un attacco, o come quelle parole che simboleggiano un’idea per cui combattere, sono ormai confuse, hanno perso la loro potenza, sono state corrotte dal nemico e ora non hanno più valore.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora?
Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?
Ecco che dopo le sconfitte montano le insicurezze e i dubbi si instillano nell’animo di chi lotta. Le domande che si generano in questi momenti sono il cuore di questa poesia. È il momento di esitazione a cui si riferisce Brecht, nella disperazione del punto più basso vacillano le sicurezze, si sgretolano le certezze che erano la spinta che muoveva le battaglie. L’interlocutore cerca una risposta, un punto fermo a cui potersi aggrappare per non perdere tutte le speranze.
Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua.
È qui che Brecht sorprende. Invece di procurare la risposta e rischiare di cadere nella trappola del messaggio motivazionale, così facilmente vulnerabile alla retorica, il poeta ammonisce colui che esita. Egli non deve aspettarsi una risposta dall’esterno ma deve trovare la propria. Il messaggio è chiaramente interpretabile estendendo il significato aldilà della risposta al problema. Cercare una risposta a tutti i propri quesiti e alle proprie insicurezze significherebbe abbandonarsi alla passività, non lottare più attivamente per le proprie idee ma lasciarsi trasportare.
L’impegno sociale nella poetica di Bertolt Brecht
Brecht utilizza un linguaggio puro, “nudo”, nella speranza che utilizzando la forma più aderente alla realtà, anche i messaggi che vuole comunicare arrivino in modo più chiaro possibile a chi legge. La sua poetica, anche se non rinuncia ad una certa estetica linguistica, è volta a un impegno sociale che non permette fronzoli, ma deve essere efficace. Con questa poesia, quindi, rappresenta il sentimento generale di chi perde la speranza, si disinnamora e infine esita. In questa incertezza il poeta vede l’indebolirsi di ogni impegno civile, il pericolo di cadere nell’indifferenza e abbandonare le proprie convinzioni.
Con un linguaggio chiaro e coinvolgente e un ritmo incalzante, Bertolt Brecht compone una poesia che arriva dritta alle viscere di ogni cittadino che vive le battaglie sociali, spronandolo con grande efficacia a non rimanere bloccati nell’esitazione, ma ad agire con coraggio e seguendo la propria volontà.
La poesia di Bertolt Brecht nel film “Viva la libertà” di Roberto Andò
Nel film Viva la libertà di Roberto Andò, la poesia A chi esita di Bertolt Brecht viene declamata dal personaggio interpretato dall’attore Toni Servillo. Ecco il video:
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “A chi esita”: la poesia di Bertolt Brecht dal forte messaggio sociale
Lascia il tuo commento