All’Accademia dell’Arcadia è riconducibile la lirica del primo Settecento in Italia.
Il 5 ottobre 1690 quattordici letterati fondano a Roma l’Accademia dell’Arcadia, dal nome di una regione della Grecia. L’affiliazione prevede riti, travestimenti, nom de plume. Ogni membro sceglie un nome pastorale, il presidente riceve il titolo di ‘custode generale’, le riunioni sono regolate da un rituale. Ma è l’organizzazione capillare in colonie o associazioni locali l’aspetto più rilevante, perché contribuì a unificare il ceto intellettuale.
Cos’è l’Arcadia?
Movimento culturale e letterario sorto a cavallo tra Seicento e Settecento, l’Arcadia propone un ritorno alla misura e ai classici contro gli eccessi espressivi e contenutistici della lirica barocca. Più opportunamente contro quella ‘marinista’ e ‘secentista’ sintonizzata sulla poetica della meraviglia. Si tratta di una dichiarazione d’intenti molto vaga. A tal proposito occorre precisare che l’Arcadia identificò la lirica barocca con cattivo gusto, artificiosità espressiva, concettismo, edonismo, poetica della ricezione volta a spiazzare il lettore. Fece di un’erba un fascio, come si dice. Analogamente la critica illuministica e risorgimentale criticherà in toto l’Arcadia per l’eccesso di pastorellerie e leziosaggini.
In cosa consiste la proposta arcadica?
La proposta arcadica consiste in una poesia d’evasione, d’occasione, di garbato intrattenimento in cui si rispecchia una società galante ed elegante. Il linguaggio è semplice, sintatticamente lineare, di facile musicalità. Pensiamo ai componimenti di Pietro Metastasio e Paolo Rolli.
Solitario bosco ombroso: l’ode di Rolli conosciuta da Goethe
Goethe conosceva a memoria un testo di Rolli per averlo sentito cantare dalla madre: Solitario bosco ombroso. È una piccola ode del 1727, destinata all’accompagnamento con pianoforte, in cui un innamorato dialoga malinconico con un paesaggio amato dalla sua bella che naturalmente è lontana.
Solitario bosco ombroso,
a te viene afflitto cor
per trovar qualche riposo
fra i silenzi in quest’orror.Ogni oggetto ch’altrui piace,
per me lieto più non è:
ho perduta la mia pace,
son io stesso in odio a me.
La mia Fille, il mio bel foco,dite, o piante, è forse qui?
Ahi! La cerco in ogni loco;
e pur so ch’ella partì.
Quante volte, o fronde grate,
la vost’ombra ne coprì!Corso d’ore sì beate
quanto rapido fuggì!
Dite almeno, amiche fronde,
se il mio ben più rivedrò;
ah! che l’eco mi risponde,e mi par che dica: No.
Sento un dolce mormorio;
un sospir forse sarà:
un sospir dell’idol mio,
che mi dice: Tornerà.Ah! ch’è il suon del rio che frange
tra quei sassi il fresco umor;
e non mormora, ma piange
per pietà del mio dolor.
Ma se torna, vano e tardoil ritorno, oh dei! sarà;
ché pietoso il dolce sguardo
sul mio cener piangerà.
Oggi la mamma di Goethe sarebbe una fan di Laura Pausini. O più verosimilmente Rolli e Metastasio avrebbero fatto il botto come rapper.
Caratteristiche dei testi dell’Arcadia
La critica più recente vede nella chiarezza espressiva dell’Arcadia una manifestazione del razionalismo. Il testo poetico diventa trasparente, privo com’è delle ambiguità metaforiche barocche.
Per esempio altrove Rolli verseggia:
“La neve è alla montagna/l’inverno s’avvicina/ bellissima Nerina/che mai sarà di me?”.
Una sorta di classicismo minore fondato sui principi di ordine, regolarità, semplicità, chiarezza.
Aspetti positivi e limiti dell’Arcadia
Come prima accademia a carattere ‘nazionale’, l’Arcadia contribuì a far nascere un gusto poetico comune, indipendentemente dal frazionamento politico della penisola.
Tra i suoi limiti, possiamo invece riassumere in questi punti:
- La lirica arcadica, malgrado le enunciazioni teoriche, fu artificiosa e vuota quanto il Secentismo da cui prende le distanze;
- Attua un rinnovamento formale che non implica una nuova visione del mondo;
- In pochi decenni diventa una moda che degenera nell’artificio accademico;
- La proiezione nell’antica Grecia determina l’estraneità dei letterati rispetto a problemi politici e sociali, sostenuta dalla teorizzazione della neutralità della cultura.
Immagine: Stemma dell’Accademia dell’Arcadia. Fonte: Giovanni Mario Crescimbeni, L’istoria della volgar poesia, Roma, 1714
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Accademia dell’Arcadia: cos’è e caratteristiche della lirica arcadica
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