

“Professoressa, cosa vuol dire divinità ctonia?”
È una domanda che mi sono sentita spesso rivolgere e a cui ho risposto dicendo che ctonio, in greco, vuol dire sotterraneo. Una divinità ctonia vive sottoterra, lontano dall’Olimpo, ma non per questo è meno importante.
Ade, il signore degli Inferi
Il politeismo non conosce gradazioni tra gli dei che, in genere, sono personificazioni della natura e, in questo caso, forze sismiche o vulcaniche.
Molte divinità che noi conosciamo sono di matrice sotterranea come Ade, il signore degli Inferi e fratello di Zeus. Una divinità che ha il difficile compito di traghettare le anime nell’Oltretomba e nello stesso tempo è il dio innamorato di Persefone (per i Romani Proserpina), giovane dea figlia di Demetra, rapita alla madre e resa signora dell’Ade.
Il dio, essendo fratello di Giove, partecipò alla lotta contro i Titani e gli toccò in sorte l’Oltretomba, che rappresentava la morte stessa. È un dio implacabile, temuto più che amato ma, dimorando sottoterra, favorisce la vegetazione ed elargisce i metalli.
Portatore di ricchezza (e infatti viene chiamato anche Plutone), nell’arte antica è raffigurato simile a Zeus; suo attributo è il cane Cerbero dalle tre teste (conosciuto anche da Dante, che lo rende guardiano di uno dei cerchi).
Le divinità dell’Oltretomba nel mondo latino
I Romani presero il concetto di oltretomba dai Greci e aggiunsero altre divinità, che forse non ci aspetteremmo.
Ad esempio il culto di Giunone vedova, aspetto oscuro della regina degli dei collegata alla luna, o Persefone, legata al ciclo delle stagioni e al ritorno della fioritura.
Particolari del mondo latino sono Feronia, divinità che proteggeva gli schiavi liberati ed era invocata dai fuggitivi, un interessante modo di rovesciare la società antica; Angizia, che incantava i serpenti su cui regnava; Mefita, importata dagli sconfitti Sanniti, la dea delle acque stagnanti in luoghi contrassegnati da fenomeni vulcanici e quindi dea ambivalente. Probabilmente era una divinità pastorale che proteggeva le greggi e i pastori dai lupi.
Il mondo ctonio e il mistero della morte
Ma quella che si avvicinava al concetto di dea della morte è Ecate, a cui i Romani non cambiarono il nome e che poteva rappresentare la luna nera; anch’essa poteva essere rievocata per fare del bene e non solo del male.
Quest’ultimo aspetto del mondo romano era più vicino a pratiche come la defixio, rituale che legava alla persona una maledizione scritta in una tavoletta, con scritto il nome del destinatario che era affidato agli Inferi.
Ma il mondo ctonio non era terribile, era soltanto misterioso e temibile, ma non rappresentava una condanna in quanto collegato al passaggio tra le stagioni e ai miti dell’immortalità dell’anima. Un modo sereno di affrontare la morte.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Divinità ctonie: il mondo dell’Oltretomba nella mitologia greco-romana
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