

Manfredo Vanni (1860-1937), scrittore, poeta e valente insegnante originario di Sorano, in provincia di Grosseto, ci ha lasciato poesie, epigrammi e novelle di gran pregio in cui ha cantato principalmente le meraviglie della Maremma e la bonaria schiettezza dei suoi abitanti.
Fra l’altro, ha dedicato ai lettori più piccini di età una serie di filastrocche che meritano di essere conosciute.
“È Febbraio un monellaccio”, della quale di seguito analizziamo il testo, è una delle più gustose.
Divertente e scanzonata, essa cela dietro l’apparente leggerezza un profondo significato che vale la pena scoprire. Il componimento è pensato per i bambini e ad essi dedicato, ma siccome l’arte non ha età e non si smette mai di imparare, la sua lettura è consigliatissima anche agli adulti.
In occasione del giovedì grasso, che si festeggia oggi, ecco il testo e il significato profondo che si nasconde tra i versi giocosi.
“È Febbraio un monellaccio”: testo della filastrocca
È febbraio un monellaccio
molto allegro e un po’ pagliaccio;
ride, salta, balla, impazza,
per le vie forte schiamazza;
per le vie e per le sale
accompagna il Carnevale.Se fra i mesi suoi fratelli
ve ne sono dei più belli,
il più allegro e birichino,
sempre è lui, ch’è il più piccino.
“È Febbraio un monellaccio”: l’allegria del Carnevale nella filastrocca di Manfredo Manni
È Febbraio un monellaccio testimonia quanto Manfredo Vanni sapesse cogliere la bellezza e la positività in ogni aspetto della vita e trarne un insegnamento per i ragazzi.
Del mese più corto dell’anno, infatti, non rimarca la rigidità del clima, il grigiore che avvolge ogni cosa, i paesaggi intorpiditi dal freddo nonché privi dei colori e dei profumi dei fiori, bensì l’allegria del Carnevale, la grande festa popolare che quasi sempre cade proprio in uno dei suoi 28 (o 29) giorni.
Le origini del Carnevale affondano nella notte dei tempi, ma la ricorrenza così come noi la conosciamo deriva dall’usanza di concedersi un ultimo, lungo e abbondante banchetto prima dell’inizio della Quaresima, il periodo di penitenza che precede la Pasqua, la più importante celebrazione liturgica cristiana.
La tradizione di mascherarsi e fare baldoria trova i suoi primi estimatori nei bambini, ai quali il poeta toscano regala questa deliziosa canzonetta che sprizza giocosità da ogni parola.
I pochi e brevi versi che la compongono, attraverso il ritmo cantilenante e l’elevata espressività di immagini visive efficaci, restituiscono un vivace bozzetto che sa di vita quotidiana sana e felice.
Il passo
ride, salta, balla, impazza,
per le vie forte schiamazza;
per le vie e per le sale
descrive con esaustiva semplicità lo spirito goliardico che invade le case e le vie durante il Carnevale.
“È Febbraio un monellaccio”: il significato profondo della filastrocca
Chi conosce la letteratura per ragazzi sa bene che dietro l’apparente leggerezza essa quasi sempre sottende un significato importante e profondo che costituisce una lezione da imparare per i più piccoli (e non solo).
È Febbraio un monellaccio non fa eccezione.
Qui la morale è forse meno evidente rispetto ad altre filastrocche dello stesso genere, basti pensare a quelle celeberrime e più recenti di Gianni Rodari, ma c’è e la si ritrova nella specifica scelta dell’autore di esaltare soltanto la parte migliore del mese, ovvero il Carnevale e l’allegria che ne deriva, tralasciando del tutto le sue evidenti criticità.
Segnando il momento clou della stagione invernale, Febbraio si caratterizza per il freddo pungente, la poca luce diurna e le notti ghiacciate, inoltre il paesaggio, privo del verde degli alberi e senza fiori, appare spento e triste ma...
C’è sempre un "ma" ci dice Vanni, inteso come svolta positiva, anche se non sembra.
E così, proprio quando tutto intorno è addormentato, il Carnevale giunge a dare una sferzata di brio, riscattando ampiamente il secondo mese sul calendario dalla sua apparente banalità per renderlo, seppur non il più bello, certamente il più allegro e birichino.
Questa filastrocca dall’esteriorità tanto amena, quindi, è in realtà una metafora della vita, dove Febbraio ne rappresenta le inevitabili difficoltà e il Carnevale, invece, il lato positivo che si nasconde nelle situazioni complicate e che noi dobbiamo solamente imparare a saper riconoscere e cogliere.
Una lezione che tutti i bimbi dovrebbero apprendere e gli adulti non dimenticare mai.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “È Febbraio un monellaccio”: la filastrocca di Carnevale dal significato profondo
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