È morto domenica 8 giugno 2014, all’ospedale Gemelli della Capitale dove era ricoverato da una settimana, lo scrittore e latinista romano Luca Canali. Aveva 88 anni ed è deceduto nell’unica città dove sentiva di poter vivere.
Chi era Luca Canali - Canali è stato poeta e romanziere. Figlio di una maestra e di un carbonaio, è stato storico militante di sinistra, anche se amava scherzare su questo particolare, dicendo che gli era costato la lode all’esame di laurea, poiché a quei tempi difficilmente si elargiva la lode ad un comunista.
Docente di letteratura latina all’Università di Pisa, posto che ha occupato finita la guerra, è stato anche un grande traduttore di classici. Catullo, Cesare, Lucrezio e soprattutto Virgilio. Amante di Lucrezio, Leopardi e Joyce, la sua narrativa ha ruotato intorno al tema del disagio psichico, poiché egli riteneva che non vi fosse nulla di più creativo. Dopo quindici anni di insegnamento, il “male di vivere” lo costringe a lasciare la cattedra, poiché affetto da una grave forma di nevrosi che lo accompagnerà per tutta la vita, fra alti e bassi, un caos interno che riesce a tenere a bada attraverso la sintassi.
Particolare anche la sua figura. A quarant’anni viene descritto come un uomo bellissimo, grande amante delle donne, padre di due figlie, di cui una segreta.
I libri di Luca Canali - Il suo ultimo libro è la raccolta poetica “Anticlimax” edita a inizio 2014. Mercoledì 11 giugno arriverà in libreria per Giunti “Pax alla romana - Gli eterni vizi del potere”, scritto con il filologo Lorenzo Perilli, sul malcostume politico e sociale che ci appartiene almeno dai tempi di Augusto, raccontato attraverso le parole di grandi scrittori e poeti, da Lucrezio a Tacito, da Virgilio e Giovenale, riportate in latino e italiano con commenti degli autori e rimandi alla nostra attualità. Peccato che lui non la potrà vedere.
Una scrittura prolifica la sua: tra i suoi libri ricordiamo:
- “Autobiografia di un baro” (Mondadori),
- “Diario segreto di Giulio Cesare” (Mondadori),
- “Amate ombre” (Bompiani)
- “Augusto, braccio violento della storia” (Bompiani).
A chi gli ha chiesto di fare un bilancio ha dichiarato:
«Sono contento di me ma non della mia vita. La mia mente continua a funzionare anche quando non vorrebbe. Anche quando vorrei che tutto tacesse. A volte mi penso morto e immagino il mio corpo che si decompone. E l’angoscia riemerge. No, non sono stato decisamente fortunato. Nel gioco non ho avuto belle carte».
Ancora una volta la conferma che i grandi hanno sempre una vita difficile e sregolata a renderli tali.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio allo scrittore e latinista Luca Canali
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