Rubbettino pubblica Alberto Sordi segreto (2020, prefazione di Gianni Canova) di Igor Righetti, che rivela “Amori nascosti, manie, rimpianti, maldicenze”, come recita il sottotitolo del testo, del grande attore italiano, nato il 15 giugno 1920 a Roma, dove è morto il 24 febbraio 2003 e del quale si celebrano quest’anno i cent’anni della nascita.
Un anniversario importante, quello di uno dei massimi esponenti della romanità cinematografica. Per festeggiarlo, la Rai ha trasmesso Permette? Alberto Sordi con Edoardo Pesce, regia di Luca Manfredi, un film biografico che racconta gli esordi, le amicizie, gli amori e tanti aneddoti della vita di Alberto Sordi negli anni del debutto nel mondo dello spettacolo.
In programma c’era anche una grande mostra per il centenario nella storica villa dell’attore alle Terme di Caracalla, che per la prima volta doveva aprire i battenti al pubblico i primi di marzo e aveva già un boom di prenotazioni, ma è stata rinviata a data da destinarsi per l’emergenza Coronavirus.
Alberto Sordi segreto. Amori nascosti, manie, rimpianti, maldicenze
Alberto Sordi segreto: Amori nascosti, manie, rimpianti, maldicenze
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Igor Righetti, giornalista professionista, docente universitario di Comunicazione e Linguaggi radiotelevisivi, già autore e conduttore radiotelevisivo Rai, nonché cugino di “Albertone” (il nonno era il fratello di Maria Righetti, madre di Alberto Sordi), compone un ritratto inedito del celebre attore, svelando abitudini, passioni, dolori, amori nascosti, ed è coinvolgente per il lettore immergersi nell’universo privato di un uomo straordinario, che nella sua vita professionale ha indossato molte maschere indimenticabili e uniche.
Attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e insuperabile doppiatore di Oliver Hardy “Ollio”. Tutto questo e molto di più è stato Alberto Sordi, geniale nell’interpretare i vizi, le manie, l’arte di arrangiarsi, i lati oscuri degli italiani e il loro riscatto, vedi i film La Grande Guerra (1959) di Mario Monicelli e Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini.
Il volume, unico sia per gli aneddoti e le curiosità, sia per le foto esclusive provenienti da album di famiglia e da Reporters Associati & Archivi, presenta anche le testimonianze di alcuni cugini dell’attore, da parte della madre Maria Righetti e del padre Pietro Sordi.
Ci sono, inoltre, i ricordi inediti di alcuni suoi amici, amori e personaggi del cinema e della televisione con i quali lavorò. Tra questi, Rino Barillari, Pippo Baudo, Patrizia de Blanck (con la quale Sordi ebbe una storia d’amore), Elena de Curtis (nipote di Totò), Sandra Milo, Sabrina Sammarini (figlia di Anna Longhi) e Rosanna Vaudetti.
Il libro viene arricchito con il CD della canzone dedicata a Sordi Alberto nostro, della quale Igor Righetti è autore e compositore con Samuele Socci.
Scrive Canova nella Prefazione del volume:
“Questo libro ha il pregio di aiutarci a riscoprire l’attore dietro ai personaggi che ha interpretato e l’uomo dietro l’attore che ha dato vita a quei personaggi”.
L’autore narra la passione per la pasta di Alberto, ghiotto di spaghetti al pomodoro con le polpette, e qui viene in mente la famosa scena di Un americano a Roma (1954) regia di Steno, dove Nando Mericoni, affamato come non mai esclama:
“Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno!"
Alberto Sordi era anche un po’ pigro, tanto è vero che i suoi vestiti impeccabili li faceva acquistare dalla sorella Aurelia “che conosceva bene i suoi gusti”. Un uomo che non amava l’ostentazione, devoto a Papa Wojtyla, “dal cuore grande”, non certo tirchio, che in silenzio ha praticato l’arte della filantropia, aveva adottato a distanza molti bambini indigenti.
Secondo l’autore/cugino aveva un grande rimpianto: quello di non essere mai stato candidato agli Oscar dall’Italia.
Alberto, che nel giorno del suo ottantesimo compleanno ricevette in regalo dalla sua città, che amava moltissimo, 24 ore da Sindaco, da primo cittadino, con tanto di fascia tricolore, “Come va? Sta bene?”, durante la sua lunga carriera, circa 200 film, non ha mai voluto interpretare i politici, perché “diceva che recitavano già loro e che sarebbe stata una sovrapposizione inutile”.
Splendida e azzeccata definizione di una categoria che esprime al meglio il disincanto, la simpatia e l’acutezza di Alberto Sordi, che
“sognava di destinare la sua villa agli orfanotrofi, non era avaro e odiava essere chiamato Albertone”.
Eppure
“negli anni Cinquanta, la Democrazia Cristiana chiese a Sordi di fare il sindaco di Roma. Pur cattolico declinò l’invito. Altre proposte di entrare in politica le ricevette un po’ da tutti i partiti. Ma affermava che nell’Italia politica degli ultimi anni ci fosse tanta mediocrità”
.
Come dargli torto?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Alberto Sordi segreto” di Igor Righetti celebra i cento anni dalla nascita del grande attore italiano
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