Niccolò Caranti, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Scrittore, ma anche drammaturgo, musicologo, autore e sceneggiatore televisivo, insegnante di scrittura creativa, la mente multiforme di Alessandro Baricco non è imprigionabile in un unico personaggio. La sua entità è sfuggente, camaleontica, come la sua scrittura, capace di cambiare pelle per adeguarsi a un continuo dialogo con la contemporaneità, la cultura di massa, la fluidità delle mode. Nato a Torino il 25 gennaio del 1958, oggi Baricco compie sessantacinque anni e non ha perso un briciolo del suo smalto né della sua attualità.
Nel 1991 il suo romanzo d’esordio Castelli di rabbia veniva festeggiato da una entusiasta Fernanda Pivano che ne elogiava la capacità di “rievocare atmosfere ottocentesche ricostruite con il montaggio di un film americano”, consacrando così il genio creativo dell’allora trentatreenne scrittore torinese. Nel 1993 il successo fu replicato dal record di vendite di Oceano mare e, mentre il pubblico di Baricco si rimpolpava, la critica italiana si divideva in due fazioni distinte: ancora oggi c’è una netta spaccatura, “pro-Baricco e contro-Baricco”, come a dire che questo scrittore o lo si ama o lo si odia. Nel 2006 il critico e storico della letteratura Giulio Ferroni stroncava Baricco sulle pagine di Repubblica definendolo uno “scrittore alla moda” per cui la letteratura non era altro che un puro esercizio di stile. Sono passati più di trent’anni da quel suo romanzo d’esordio, Castelli di rabbia, e possiamo dire che nonostante tutto Alessandro Baricco è ancora uno scrittore alla moda: forse perché quella sua scrittura certamente frammentata, sperimentale, a tratti favolistica, capace di eccedere in virtuosismi tenendo sempre un ritmo, una musicalità sua propria, riesce a conservare un innegabile pregio, l’immediatezza. L’immediatezza del linguaggio è una delle cifre principali dello stile di Baricco, e ciò che rende ogni suo libro attuale, godibile, coinvolgente e ci ricorda la somma verità: “che non sei mai fregato nella vita finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.”
Scopriamo i 5 migliori libri di Alessandro Baricco.
1. Oceano mare
Oceano mare lo leggete e non velo togliete più dalla testa, è sicuro. Diventa una parola d’ordine, come abracadabra: “oceanomare”, da dire tutto attaccato in unico flusso, per aprire le porte dell’immaginazione. Questo libro è letteralmente un “fiume di parole” che si legge d’un fiato come avvolti in un incantesimo. Il mare “senza strade, senza spiegazioni” diventa una metafora dell’esistenza. Nella prima parte del libro troviamo un luogo immaginario, la locanda Almayer, e un pittore che cerca di dipingere il mare sulla tela intingendo il pennello nell’acqua di mare. Una donna, incuriosita, osserva il procedere dell’opera. Ha inizio così un sogno che è, in fondo, il viaggio letterario per eccellenza.
2. Novecento
Nessuno può dimenticare il monologo finale del Pianista sull’oceano, immortalato nel cinema nel capolavoro di Giuseppe Tornatore La leggenda del pianista sull’oceano (1998).
Novecento nacque nel 1994 come monologo teatrale, ma presto divenne qualcosa di più: un libro piccolissimo che contiene, tuttavia, tutto ciò che conta nella vita.
Racconta la storia surreale di un bambino dai genitori ignoti, nato e cresciuto a bordo di una nave. Il suo talento è suonare il pianoforte, strumento che nessuno gli ha mai insegnato, ma lui quando tocca i tasti riesce a creare una melodia divina.
Non è solo l’originalità della trama il punto forte di questo breve libro (60 pagine in tutto), ma l’intensità che riesce a trasmettere e la miriade di riflessioni che dischiude. Il finale lascerà in voi un segno indelebile: è come un trattato di filosofia raccontato sottoforma di favola.
Anche soltanto le strade, ce n’erano a migliaia! Ma dimmelo, come fate voialtri laggiù a sceglierne una.
A scegliere una donna. Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.
Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n’è.
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla…
Novecento (Edizione Tedesco)
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3. Seta
Seta è la storia di un amore infelice, ma non solo. Baricco lo scrisse nel 1996: il libro racconta la storia di un commerciante di seta francese che, a causa di un’epidemia che ha colpito i bachi da seta, decide di partire alla volta del Giappone. Hervé Joncour dunque approda nel Giappone di inizio Ottocento dove tra avventure, misteri e leggende compirà un viaggio surreale. L’incontro con una ragazza misteriosa dagli occhi non orientali cambierà per sempre la sua vita.
Seide
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4. Castelli di rabbia
Castelli di rabbia, pubblicato nel 1991, è il romanzo d’esordio di Alessandro Baricco e sancì un punto di rottura con la letteratura dell’epoca. Con questo libro vinse il Prix Medicis e giunse dritto nella cinquina finalista del Campiello.
Si tratta di un romanzo essenzialmente senza trama che si regge sulla polifonia del linguaggio. Tutto ha inizio a Quinnipak dove c’è una locomotiva di nome Elizabeth, la locomotiva del signor Rail. Un luogo che non si trova realmente sulle carte geografiche, eppure è scolpito nel cuore di ciascuno. Perché a Quinnipak si guarda l’infinito e i suoi abitanti sono sospesi tra realtà e sogno, come tutti noi.
Castelli di rabbia
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5. The Game
In ultimo vi proponiamo non un libro ma un saggio, scritto sempre nell’inconfondibile stile Baricco ovviamente.
The Game è il chiacchieratissimo saggio uscito per Einaudi nell’ottobre del 2018. Un saggio non saggio, un saggio romanzo, in cui lo scrittore dalla mente multiforme cerca di tracciare una mappa della rivoluzione digitale in atto. Dopo aver parlato dei cambiamenti della cultura occidentale nel saggio I Barbari, Baricco cerca di sfidare ancora una volta i limiti dello storytelling moderno per raccontare ciò che sfugge e non può essere narrato: il cambiamento, la mutazione. In queste pagine c’è tutto il turbinio del nostro presente che diventa passato in un battito di ciglia: Post-verità, i-phone, computer, i social network, la sindrome dell’iperconnettività e le nuove rappresentazioni del reale. Non può descrivere tutto e inevitabilmente si perde molto, però The Game cerca di registrare un cambiamento di prospettiva che è già iniziato da tempo. Un cambiamento che merita di essere analizzato e registrato, anche se la sua comprensione totale ci sfugge come tutto ciò che attuale e in perenne divenire.
Alessandro Baricco ci ricorda che siamo tutti immersi, volenti o nolenti, nello stesso gioco.
The Game
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alessandro Baricco: 5 libri da leggere per scoprire lo scrittore
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