Ricorrono quest’anno 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, scomparso il 22 maggio 1873. Dici Alessandro Manzoni e inevitabilmente pensi al distinto signore di mezza età ritratto da Francesco Hayez in atteggiamento pensoso: un rigoroso intellettuale animato da una cura estrema della prosa e da una dedizione assoluta alla sua arte. Tutto vero.
Ma l’autore dei Promessi Sposi è anche molto altro. Si interessava di architettura ed nutriva una vera e propria passione per la botanica e l’agricoltura. Il 150ennale della morte ormai alle porte, con il ricco calendario di celebrazioni in programma, è un’occasione per riscoprire i lati inediti di una personalità tutt’altro che ovvia. E adesso c’è anche un libro, scritto da Eleonora Mazzoni, si intitola Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni (Einaudi, 2023) che traccia un ritratto per molti versi inedito dello scrittore.
Scopriamo 5 curiosità su Alessandro Manzoni che forse non ti aspetti.
1. Alessandro Manzoni era un uomo capace di non prendersi troppo sul serio
Succede, specie a quegli autori che hanno la fortuna di essere inseriti nei programmi scolastici, di perdere fascino agli occhi di generazioni di studenti. Si sa che la parola obbligo sembra non andare d’accordo con il piacere della lettura e assegna una patente di noia del tutto ingiustificata a capolavori universalmente riconosciuti. Stando alla testimonianza di Carlo Dossi, che di Manzoni era conoscitore e cugino, lo scrittore era un affabile conversatore, abituato a esprimersi in dialetto, capace di non prendersi troppo sul serio anche una volta diventato famoso.
A un ammiratore che gli declamava alcuni versi dell’Adelchi, ad esempio, dopo avergli fatto i complimenti, Alessandro domandò a chi appartenessero e, quando il tale gli rispose che erano suoi, con un amico commentò: “ditt de lu piasen anca a mi”.
Basterebbe questo aneddoto a inquadrarlo.
2. Manzoni era uno sperimentatore in campo agricolo
Si aggiunga una passione costante per l’agricoltura e la botanica che Don Lisander, come lo conoscono i suoi conterranei, coltiva per tutta la vita e manifesta al meglio nella tenuta di Brusuglio, situata nel territorio del comune di Cormano nella periferia milanese ed ereditata dalla madre Giulia Beccaria. Studia personalmente le modifiche architettoniche della villa dandole l’aspetto attuale in stile francese. Poi passa ai giardini. Ed è un crescendo. Castagni d’India, frassini, aceri, salici, tigli, noci vengono acquistati e piantati su sua espressa indicazione. E’ lui a introdurre le Robinie che consiglia per il rimboschimento e il consolidamento dei terreni, e varietà di ortensie allora sconosciute in Lombardia. Nella tenuta coltiva per la prima volta agrumi, caffè e cotone con alterni risultati. Sufficienti però a vantarsi con gli amici che presto potranno assaggiare le delizie prodotte in loco. Per i suoi successi in campo agricolo ottiene anche un premio all’Esposizione di Torino.
3. Manzoni aveva una passione per la botanica
Non è un semplice passatempo, ma un impegno costante, fondato sullo studio caparbio: nella biblioteca di Brusuglio ci sono decine di trattati di agronomia e molti testi sull’apicoltura. Alessandro Manzoni li consulta spesso. Lui stesso intraprende la stesura di un Saggio d’una nomenclatura botanica purtroppo incompiuto. Propone una riforma del sistema di Linneo a favore di una definizione delle specie più rispondente all’uso comune e nei Promessi sposi dà prova della sua conoscenza botanica al termine del capitolo 33 con la descrizione della vigna di Renzo.
4. Manzoni scrisse Il cinque maggio nel suo giardino
La quotidianità familiare nella residenza di campagna è restituita da Natalia Ginzburg nel libro dedicato a La famiglia Manzoni, edito da Einaudi nel 2016. A Brusuglio Manzoni risiede in estate e d’inverno non esita a percorrere a piedi gli 8 chilometri che lo separano dalla dimora in città per controllare i lavori e lo stato di salute del giardino. In quegli anni è tutto un fiorire di lettere dirette a esperti in cerca di consigli, semi e piante. C’è l’ambizione di produrre vino capace di emulare e fare concorrenza ai vicini francesi e le sperimentazioni con gli innesti di vitigni. A Brusuglio si può ammirare anche la catalpa o albero dei sigari: si dice che, seduto sul tronco disteso, Manzoni abbia ricevuto la notizia della morte di Napoleone, scrivendo poi di getto l’ode a lui dedicata intitolata Il 5 maggio.
5. Manzoni era un ragazzo ribelle
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In Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni, Eleonora Mazzoni aggiunge altro materiale prezioso per delineare una personalità complessa e varia.
Nel libro restituisce il suo primo incontro con il Manzoni, del tutto casuale e privo dei pregiudizi spesso connessi all’obbligo scolastico.
Questo scrittore è uno che capisce gli esseri umani, pensai. Sa come sono fatti la loro testa e il loro cuore. Mi parla e mi comprende. Me ne innamorai follemente.
In un sapiente miscuglio tra vita e opera, racconta il ragazzo ribelle, frutto di un’infanzia non facile, svogliato negli studi ed estimatore del gentil sesso. E poi l’uomo animato da forti passioni, ironico, divertente.
Nella sua opera ricostruisce l’ombra di un paese in grave crisi e di una vita non facile, fatta di abbandoni, primo fra tutti quello della madre, e delusioni. Ma vi legge anche l’impegno e l’amore per la bellezza che ne fanno, a ragione, un autore:
adatto per questi nostri tempi inquieti, perfetto per il periodo più inquieto della nostra esistenza, l’adolescenza. Ma non solo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 5 curiosità su Alessandro Manzoni: un ritratto inedito nel libro di Eleonora Mazzoni
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