Fanny e Robert Louis Stevenson: il libro che racconta il loro matrimonio su basi egualitarie

Avete presente il detto “dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna”? La saggezza popolare che allude all’unità di intenti in molte coppie di successo sembra particolarmente adatta per Robert Louis Stevenson. Un libro uscito da qualche mese in America racconta lo straordinario legame con la moglie Fanny Van de Grift: si intitola A Wilder Shore: The Romantic Odyssey of Fanny and Robert Louis Stevenson, a cura di Camille Peri per l’editore Viking - Penguin. È un romanzo d’avventura, una doppia biografia e una storia sul potere dell’amore. E la sua pubblicazione coincide proprio con il 130ennale della scomparsa dell’autore de L’isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.

Fanny e Robert Louis Stevenson: l’incontro e l’unione tempestosa

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Lui è un intellettuale scozzese dalla salute malferma in cerca di sollievo e di un posto nel mondo che non corrisponde alle volontà familiari: il padre lo vuole prima ingegnere e poi avvocato. Lei, più grande di dieci anni con tre figli a carico, è in fuga dal Nevada, negli Stati Uniti, e da un matrimonio infelice. E per la società vittoriana dell’epoca non è poco.
Entrambi hanno bisogno di un luogo dove vivere liberamente, lontano dai condizionamenti di una società che stanno loro stretti. Serve anche un clima mite per Stevenson. Si incontrano in Francia nel 1876.
Attraverseranno insieme l’Europa e poi l’oceano per stabilirsi a Samoa, dove lui diventa Tusitala: il raccontatore di storie. Un altro pseudonimo per l’uomo che aveva già eliminato il suo secondo cognome Balfour e pensava a se stesso come RLS. I coniugi si influenzano a vicenda: entrambi sono convintamente anticolonialisti e impegnati nella tutela delle popolazioni locali. Insieme danno vita a un’unione eccentrica e a volte tempestosa, sempre basata sul reciproco rispetto.

Fanny: una musa indipendente e autonoma

Fanny è piccola di statura, affascinante, determinata fino all’ostinazione. Gli amici di Stevenson sono divisi su di lei: alcuni la ritengono una donna difficile, a tratti autoritaria, altri la ammirano come Henry James. Di lei Stevenson dice che lo sostiene

con un amore che la vita non potrà mai logorare, il male spegnere, né la morte confondere.

E le assegna qualità come:

Onore, rabbia, valore, fuoco.

Di certo senza la moglie sarebbe stato diverso; lo scrittore che conosciamo forse non esisterebbe. Lei è una musa indipendente e autonoma. Fanny è cuoca, infermiera, agente di viaggio capace di fronteggiare gli impedimenti pratici dei lunghi spostamenti, nonché una motivatrice.
Lo spinge a scrivere e a coltivare il talento. A costo di offuscare il suo: dipinge e scrive, Fanny. Tanto da comporre un libro a due mani con il marito: Il dinamitardo, edito da Longanesi nel 1980 (in origine More new arabian nights: the dynamiter). Ma è anche il suo consulente editoriale: legge per prima le opere che continuiamo ad apprezzare, suggerendo e consigliando.

Gli Stevenson: un matrimonio su basi ugualitarie

Camille Peri, che è a sua volta una donna straordinaria, ha viaggiato sulle tracce degli Stevenson, visitando case e incontrando figli e testimoni. Giornalista e scrittrice, ha vinto l’American Book Award e fondato il sito internet “Mothers Who Think” (Madri che pensano). Scrive nell’introduzione al libro:

Come poteva un’unione tra loro funzionare – o anche accadere? È stata l’affascinante e fruttuosa collaborazione tra Fanny e Robert Louis Stevenson che mi ha spinta a scrivere questo libro [...] entrambi stavano cercando una via di fuga da una vita borghese di stampo vittoriano. L’hanno trovata l’uno nell’altra.

E ancora:

Il loro tentativo di creare un matrimonio su basi ugualitarie quasi 150 anni fa ha una sorprendente risonanza anche oggi.

E, viene da dire, è una lezione per il mondo contemporaneo.

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