Andy. I fatti e la favola
- Autore: Typex
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2019
Con l’aplomb di un felino che sa di muoversi in un ambiente che sta lì apposta per lui. Così si è mosso Andy Warhol nell’alveo artistico del secondo Novecento, reiterando/deprivando di senso sedie elettriche e foto di incidenti stradali, trascendendo le icone dell’immaginario collettivo (da Marylin a Mao a Guevara), traslando quello merceologico dei supermercati fin dentro le mostre e nei musei. Con lo stesso animus autoreferente che vede oltre, prescindendo dalle convenzioni, ha affrontato il cinema (Blow Job sono 35 minuti di camera fissa su un uomo a cui viene praticata una fellatio), la musica (celeberrima la sua banana in una cover dei Velvet Underground) quanto la scultura. Dei classicisti un giorno ebbe a dire che il loro problema è che:
quando guardano un albero non vedono altro e disegnano un albero.
La sua factory ha fatto leggenda più che storia, così come la capacità di coniugare e trascendere trasgressione e fede religiosa. Questione di carisma. O di aura, a suo dire.
Alcune aziende erano interessate all’acquisto della mia aura. Non volevano i miei prodotti. Continuavano a dirmi: vogliamo la tua aura. Non sono mai riuscito a capire cosa volessero. Ma sarebbero stati disposti a pagare un mucchio di soldi per averla. Ho pensato allora che se qualcuno era disposto a pagarla tanto, avrei dovuto provare ad immaginarmi che cosa fosse.
La copertina di “Andy. I fatti e la favola” (Bao Publishing, 2019) ci attira con i colori di un fustino di detersivo. Il detersivo Brillo nella fattispecie, restituito all’immortalità proprio attraverso il focus revisionista warholiano: sfondo celeste, titolo in grassetto sbieco bianco e rosso, sottotitolo (a mo’ di indicazione stradale) in scritta rosso e celeste su sfondo giallo. In taglio basso, sulla destra, il mezzobusto di profilo del guru in persona: ciuffo giallo, incarnato rosa, dolcevita a strisce orizzontali bianche e nere. Questo per dirvi dei colori e che più pop (art) di così solo la pop art del geniale Andy Warhol.
L’interno del libro è altrettanto variopinto, poderoso, ma affatto didascalico, tra finte figurine di figure significative e celebrità (le star incrociate da Andy nel corso del tempo), episodi di vita vissuta, dialoghi fitti, cambi di taglio, passo e colore, per un totale mastodontico di 548 pagine grande formato. L’impresa è dovuta al genio fumettistico di Typex (olandese), che invece di menarla secondo canone con episodi belli e brutti capitati all’artista, pensa bene di illustrarne la biografia (se non definitiva, quella che di certo lo avrebbe attratto di più) in dieci capitoli per dieci periodi della sua vita e – aspetto ulteriormente meritorio - ciascuno disegnato nello stile di Andy del periodo cui si fa riferimento. Come si vede, un’operazione titanica se non proprio tassonomica. Anche il taglio delle pagine è degno del resto: dipinto in argento, a specchio, sbrilluccica che è una meraviglia, come ogni aspetto di questo “Andy. I fatti e la favola”, stratificato senza darlo a vedere. Rimando alle opere - sovversive sotto la patina finto soap - dell’artista di cui racconta vita, morte e miracoli. Artistici, per lo più.
Andy. I fatti e la favola. La vita e le avventure di Andy Warhol
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