L’apertura delle scuole per il 2016 avviene in questi giorni, o meglio, la scuola è già iniziata il 5 settembre a Bolzano e nelle scuole che, nella libertà dell’autonomia, hanno modificato il calendario ufficiale della loro regione per meglio rispondere alle esigenze della propria utenza.
In Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e Trento, la campanella squillerà il 12 settembre, il 14 in Basilicata, Calabria, Liguria, Sardegna, Sicilia mentre il 15 in Campania, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche e Puglia. Con l’apertura delle scuole comincia il lavoro degli alunni mentre quello degli insegnanti si è avviato già dal primo giorno di settembre e, in molti casi, già negli ultimi giorni d’agosto, per via del recupero dei debiti per quegli alunni che hanno avuto bisogno della sospensione del passaggio alla classe successiva.
Tra programmazione, dipartimenti, progetti, Buona Scuola, il pensiero va a chi ha creduto davvero che dare un’educazione, una cultura, ai giovani sia un dovere da parte degli adulti e, in particolare, un dovere nei confronti delle classi sociali che hanno minori possibilità nell’accesso a scuole di qualità e vivono in condizioni di marginalità. Il pensiero va al Maestro dei maestri, a Don Lorenzi Milani che con “Lettera a una professoressa”, dalla sua scuola di Barbiana, ha lanciato un severo atto d’accusa alla scuola italiana aprendo un dibattito che ancora non si è esaurito. Interessanti alcuni spunti che invitano a riflettere:
“Dopo l’istituzione della scuola media a Vicchio arrivarono a Barbiana anche i ragazzi di paese. Tutti bocciati naturalmente. Apparentemente il problema della timidezza per loro non esisteva. Ma erano contorti in altre cose. Per esempio consideravano il gioco e le vacanze un diritto, la scuola un sacrificio. Non avevano mai sentito dire che a scuola si va per imparare e che andarci è un privilegio. Il maestro per loro era dall’altra parte della barricata e conveniva ingannarlo. Cercavano perfino di copiare. Gli ci volle del tempo per capire che non c’era registro”.
Oggi nella scuola non arrivano sempre i ragazzi bocciati ma, spesso, ragazzi che pensano che copiare sia una cosa che si può e si deve fare, che imparare può e deve essere solo un gioco e, pertanto, facile, da eseguire senza eccessivi sforzi. Non tutti, per fortuna. Una scuola deve informare e formare, dare a tutti gli alunni la possibilità di ottenere conoscenze e competenze, in base alle proprie esigenze, al proprio personale progetto di vita, aiutandoli a sapersi orientare nella giungla del mondo odierno. E servono tutte le scuole che invitano a riflettere, a conoscere, a creare una società migliore. Per degli adolescenti la lettura di “Io sono Malala” potrebbe essere illuminante per capire come e quanto la ricerca dell’istruzione sia la ricerca della libertà per adolescenti che vivono in altre parti del mondo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Apertura delle scuole nel 2016: a settembre squillano le campanelle per gli studenti
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