Si è concluso con l’assoluzione il processo allo scrittore Erri De Luca, portato in tribunale con l’accusa di istigazione al sabotaggio per alcune dichiarazioni rilasciate nel 2013 contro la Tav.
Erri De Luca ha atteso un giudizio, lo ha atteso per sé ma soprattutto per le sue parole. Uno scrittore sotto accusa, di questo siamo stati spettatori. Stamattina si è presentato a Torino, nell’aula del tribunale, con giacca e camicia, come difficilmente lo si può incontrare per strada o ad un incontro sui suoi libri, forse una forma di rispetto, per un potere che ha scelto, alla fine, di giudicarlo innocente.
Le sue parole, letteratura pura, poesia, vita, nell’aula di un tribunale. Non è un esempio, non un eroe del nostro tempo, è semplicemente un uomo chiamato a difendersi, che ha scelto però di non difendersi ma di abbracciare la Costituzione, quella stessa che per tanti al governo è sconosciuta. Non si difende perché non ne ha motivo, sa che la natura delle parole, riconosciuta ampiamente dalla Costituzione, gli basta e così in soccorso chiama proprio la Costituzione. Ha detto la sua, fino alla fine, regalandoci una lezione di democrazia altissima. Le sue parole, nell’aula, qualche ora prima delle sentenza, sono state un vento di libertà, una lezione magistrale. Ci sono video, in giro, potete ascoltarle, sentirle. Le parole sono libere, hanno un peso ma volano, rendono verità alla verità, giustizia alla giustizia. Leggiamo libri, li scriviamo, raccontiamo storie che ci conducono in qualche parte del mondo, facendoci uomini liberi, che hanno coscienza di questa libertà, che possono dire un pensiero senza per questo essere condannati. Le nostre parole ci afferrano, ci conducono, ci dirigono verso la presa di coscienza di quel che vogliamo vivere. Dobbiamo somigliare alle nostre parole, a quelle che diciamo, ed in questo Erri è un maestro... somiglia alle sue parole, o forse, semplicemente, le sue parole somigliano a lui, come preferite che tanto, vedrete, il conto torna. Chi è libero davvero non teme prigioni, condanne, chi è libero davvero non parla a sproposito, ma dice l’essenziale, quel che basta per alzare venti, scuotere coscienze, generare tempeste, far saltare gli argini dell’anima. Questo nel suo discorso mi è sembrato di sentire, la capacità di muovere qualcosa. E’ la battaglia che lui ha cominciato, la stessa battaglia che riguarda i diritti di tanti su questa terra, una battaglia che chiede di essere combattuta ogni volta che un diritto viene negato, e riguarda i più vasti campi della vita e come vogliamo viverla, come è bello viverla, come è dignitoso viverla. Nessun tribunale dovrebbe condannare chi si batte per un diritto, nessun tribunale dovrebbe incriminare chi è contrario a qualcosa e decide di dirlo.
Oggi, a Torino, per Erri De Luca, è stata detta la parola "assolto", che sottintende "libero". So che Erri De Luca ne sarà felice, ma come per lui si è pronunciata, nel mondo per tanti viene taciuta e per questo c’è tanto e ci sarà tanto ancora da fare, da dire, da scrivere. Qui amiamo i libri che di questa buona battaglia per i diritti sono una parte importante. Erri è un uomo, uno scrittore, tra molti, che scrivendo, usando parole, vive per la libertà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Assolto Erri De Luca. Letteratura in un’aula di tribunale
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