L’Ave Maria di Trilussa è una poesia composta dall’autore per ricordare un consiglio della madre che porterà sempre con sé: pregare la Madonna nei momenti di difficoltà. In occasione del Ferragosto, festa dell’assunzione di Maria in cielo, scopriamo la poesia di Trilussa in romanesco in lode alla Madonna.
Testo in romanesco | Traduzione e parafrasi |
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Quann’ero ragazzino, mamma mia, me diceva: “Ricordati, figliolo, quando te senti veramente solo tu prova a recità ‘n’ Ave Maria. L’anima tua, da sola, spicca er volo e se solleva, come pè maggia”. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo non l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo Io prego la Madonna benedetta E l’anima da sola pija er volo!” |
Quando ero un bambino, mia madre mi diceva: “Ricordati, figliolo, quando ti senti veramente solo, prova a recitare un’Ave Maria. La tua anima spicca il volo da sola e si solleva, come per magia”. Ormai sono vecchio, il tempo è volato; da molto tempo (lett. la vecchietta) mia madre non c’è più ma quel consiglio non l’ho mai scordato. Quando mi sento veramente solo io prego la Madonna Benedetta e la mia anima da sola prende il volo. |
L’Ave Maria di Trilussa: parafrasi e analisi del contenuto
Questa poesia di Trilussa riflette uno dei temi centrali della sua opera: la fede vissuta in modo semplice e profondo, legata a un’eredità affettiva tramandata dalla madre. Attraverso il linguaggio dialettale romanesco, Trilussa riesce a esprimere sentimenti universali come la solitudine, la nostalgia e la consolazione trovata nella preghiera.
La poesia si apre con un ricordo dell’infanzia dell’io poetico: la madre gli consigliava, da bambino, di recitare un’Ave Maria ogni volta che si sentisse veramente solo. Questo suggerimento non è solo un invito alla preghiera, ma una sorta di "formula magica" che promette di sollevare l’anima dal peso della solitudine.
Il passaggio alla vecchiaia è rapido, quasi fulmineo, come se il tempo fosse volato via in un attimo. Ora che il poeta è anziano e la madre non c’è più, il ricordo di quel consiglio materno è ancora vivo e presente. La madre, pur addormentata nella morte, continua a vivere attraverso le sue parole e l’insegnamento che ha lasciato.
La poesia si chiude con un’immagine potente: ogni volta che il poeta si sente veramente solo recita l’Ave Maria e la sua anima, come promesso dalla madre, prende il volo da sola. Questa conclusione non è solo un omaggio alla fede, ma anche alla figura materna, che continua a proteggere e guidare il poeta anche dopo la morte.
La solitudine è il sentimento centrale attorno a cui ruota la poesia. È una solitudine esistenziale, non legata solo alla mancanza di compagnia, ma a una sensazione più profonda di abbandono e isolamento che trova sollievo solo nella preghiera. La preghiera, in questo caso l’Ave Maria, è rappresentata come un rifugio sicuro, un mezzo per sollevare l’anima e trovare conforto. Non è una pratica religiosa formale, ma un atto di devozione intimo e personale. Il ricordo della madre e del suo consiglio è il filo conduttore che lega il passato al presente, dimostrando come gli insegnamenti ricevuti nell’infanzia possano avere un impatto duraturo sulla vita di una persona. La madre del poeta lascia in eredità non beni materiali, ma un consiglio spirituale che si rivela essere il più prezioso dei doni. Questo insegnamento spirituale è ciò che permette al poeta di affrontare la solitudine della vecchiaia.
Trilussa utilizza un linguaggio semplice e colloquiale, tipico del dialetto romanesco, che rende la poesia immediata e accessibile. La struttura è lineare, senza artifici stilistici complessi, ma proprio in questa semplicità risiede la forza comunicativa del testo. Il ritmo della poesia è scandito da un linguaggio che sembra quasi riprodurre il tono di una conversazione intima, un dialogo tra madre e figlio che continua attraverso il tempo. La poesia è una riflessione sulla forza della fede e sull’importanza dei legami affettivi, che possono trascendere la morte e accompagnarci per tutta la vita. Attraverso il ricordo della madre e il suo semplice ma potente consiglio, Trilussa ci mostra come la preghiera possa diventare un atto di resistenza contro la solitudine e un modo per mantenere viva la memoria delle persone care. La poesia, pur nella sua brevità, racchiude un messaggio di speranza e consolazione, mostrando come la fede e l’amore possano sostenere l’animo umano nei momenti più difficili.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “L’Ave Maria” di Trilussa: la poesia dedicata alla Madonna sul potere della preghiera
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