La nuova tendenza in fatto di biblioteche arriva dall’Oriente, dal Giappone in particolare, ed è in rapida espansione. Si tratta delle biblioteche di comunità (community library). Cosa sono e qual è la loro caratteristica? Si tratta di un’iniziativa privata e ha escogitato un metodo semplice e apparentemente insolito per affrontare il problema del caro affitti che spesso funesta le iniziative a carattere individuale. Il segreto sta tutto nel nome: pay to rent. Letteralmente: paga per affittare. In sintesi la biblioteca si rivolge ai privati e offre loro la possibilità di affittare singoli scaffali o porzioni di essi: uno spazio personale in cui esporre una selezione dei libri che si amano o che si consiglierebbero al pubblico consentendo il prestito gratuito.
La prima biblioteca di comunità nata in Giappone
Quella che nel migliore dei casi sembrava un’iniziativa utopistica, funziona contro ogni logica economica. La prima community library è stata aperta in Giappone nel 2020 nel centro di Yaizu, città costiera dedita alla pesca nella prefettura di Shizuoka, in uno spazio commerciale vuoto. In breve tempo ha raccolto una media di utenti che varia tra le 300 e le 400 persone al mese: i privati che espongono i loro libri contribuiscono tutti insieme ai costi di affitto dei locali in una sorta di unione che fa la forza, in questo caso economica, e rende possibile un sogno di molti. Spesso i partecipanti si occupano anche della gestione alternandosi su base volontaria. In questo modo uno spazio altrimenti deserto riprende vita, diventando punto di riferimento per le comunità locali, luogo d’incontro e socializzazione, contribuendo al recupero urbano di aree spesso a rischio desertificazione commerciale. L’idea ha fatto strada e in breve tempo in Giappone sono sorte 50 realtà analoghe. Non solo. Ora il concept viene esportato.
La Casual Poet Library a Singapore
In questi giorni su blog e organi di informazione internazionale tiene banco la storia di una giovane fotografa freelance di Singapore che ha realizzato il suo sogno di aprire Casual Poet Library, una biblioteca di comunità nel quartiere di Alexandra, nella città di Bukit Merah, proprio ispirandosi ad un recente viaggio in Giappone. L’idea, spiega, sembrava poco adatta allo spirito pratico del suo paese, ma ha avuto successo. È bastata un’indagine sui social per dimostrare l’interesse della comunità locale al progetto.
La Casual Poet Library ospita migliaia di libri, grazie ai contributi dei 180 soci-affittuari. C’è anche una lista d’attesa per quanti desiderano affittare il proprio spazio che conta circa 40 persone. Mentre in più di 200 hanno risposto all’appello per bibliotecari volontari. Gli scaffali piacciono perché consentono ai proprietari di esprimere se stessi e i propri interessi letterari in un dialogo con il pubblico attraverso note personali che spesso vengono inserite tra le pagine. Immortalati negli scatti sui social media, gli interni spiccano per varietà e originalità, creando uno sguardo d’insieme accogliente e un’offerta decisamente per tutti i gusti.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Biblioteche di comunità: cosa sono e perché possono funzionare contro il caro affitti
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Biblioteche Curiosità per amanti dei libri News Libri
Lascia il tuo commento