Brogliaccio della Metafisica ferrarese. Uno psichiatra tra enigmi e rebus
- Autore: Adello Vanni
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Adello Vanni ha raccolto in questo suo ultimo libro, Brogliaccio della Metafisica ferrarese. Uno psichiatra tra enigmi e rebus (Giraldi, 2024), il terzo sulla trilogia dell’arte a Ferrara, i suoi scritti su De Chirico, pagine riordinate negli anni con un’approfondita lettura psicologica nel percorrere la vita dell’artista.
L’autore, psichiatra e psicoterapeuta, vive in provincia di Ferrara ed è stato Direttore del Dipartimento Salute Mentale di Ferrara, oltre che cultore di storia ferrarese e autore di pubblicazioni di taglio psico-biografico sulle vicende dei fratelli de Chirico.
Brogliaccio della Metafisica ferrarese. Uno psichiatra tra enigmi e rebus è come uno zibaldone di leopardiana memoria che diviene un brogliaccio della metafisica ferrarese. Il saggio si divide tra il racconto degli incontri a Ferrara con gli amici artisti e l’interpretazione dei suoi quadri attraverso gli studi psicobiografici dei periodi più intimi e dolorosi dell’artista.
De Chirico arrivò a Ferrara nel 1915 e rimase nella città per tre anni, durante il drammatico periodo della Prima Guerra mondiale. All’inizio riteneva la città un po’ provinciale, ma con il tempo ritrovò un ambiente favorevole per le sue ispirazioni. Nella Ferrara della Grande Guerra con gli artisti Carrà e Morandi, De Chirico era intenzionato a promuovere e far conoscere il movimento metafisico in tutta Italia. Sia De Chirico che Carrà erano lontani dalle grandi città e i loro progetti non decollavano; vagavano per le stradine del ghetto e si sedevano nel popolare Caffè Elena, con l’odore acre delle acciughe e delle olive conservate. Così in quel caffè ebreo cercavano di contrastare la guerra elaborando la pittura del futuro. Ferrara, “la città dove la fatalità della vita lo aveva portato”, con la sua melanconia lo seppe accogliere e stregarlo in ogni angolo delle sue strade.
L’autore ripercorre un lungo percorso della vita di De Chirico, dalla vigilia della Prima Guerra mondiale alle passeggiate per le vie del ghetto di Ferrara, dai suoi amici parigini alla profonda emozione provata davanti a un quadro di Tiziano esposto a Villa Borghese. Adello Vanni esplicita e rivisita, scrive nella prefazione al libro Roberto Boccalon, le sue memorie riguardo l’arte di De Chirico in un brogliaccio che diviene un contenitore, riservando al lettore l’opportunità di soffermarsi “nei sentieri interpretativi” sulla vita e sulle opere dell’artista. Il ricovero nel Centro neuropsichiatrico di Ferrara venne favorito per lui e Carrà da medici compiacenti, per permettere agli artisti di lavorare e di stare lontano dalle trincee.
Temeva la prima linea del fronte e la morte in battaglia come Ettore contro Achille.
Anche “la malattia creativa” di De Chirico verrà esplorata tra rebus ed enigmi, con curiosità e rispetto. La malattia creativa è quando, in uno stato di sofferenza, la persona elabora qualcosa di innovativo. De Chirico, che amava leggere Schopenhauer e Nietzsche, soffriva di complesso di inferiorità nei riguardi del fratello Alberto e i suoi conflitti alimentavano la nera malinconia e i suoi dolori fisici.
L’attività artistica, generata nel contesto di una malattia creativa, funziona come una sorta di autopsicoterapia che ripara le ferite interiori.
I suoi quadri, quindi, possono essere interpretati come una specie di diario terapeutico. Anche il dolore per la perdita delle persone care a lui vicine, il lutto, era stato come un fiume carsico che lo aveva alimentato.
Il grande metafisico, come volle rappresentarsi, affermava che un’opera d’arte diventa immortale quando è il frutto di una rivelazione e ne indica anche la strada: immergersi nei ricordi e nelle fantasticherie del dormiveglia. In bilico tra il pathos e il logos, questa miscela emotiva viene ben rappresentata nelle tre fasi metafisiche dell’artista e dei suoi periodi: greca, parigina, ferrarese. Lo stesso artista saprà indicarci come interpretare la sua arte; i suoi segni iconici, significanti, scrive il nostro autore, possono essere considerati come le lettere di un alfabeto personale. Una dolorosa autobiografia che affascina attraverso i rebus e gli enigmi.
Come ad esempio il quadro I giocattoli del principe, realizzato dopo pochi mesi dal suo arrivo a Ferrara, nel quale utilizza immagini della memoria familiare. L’astro a cinque punte era la stella diventata simbolo dell’Italia unita e la tenda degli indiani pellerossa per il Reggimento Carignano che fu mandato in Canada nella guerra contro gli indiani Irochesi. L’arte ha intrinseco il potere evocativo dell’artista.
Brogliaccio della Metafisica ferrarese. Uno psichiatra tra enigmi e rebus è un saggio imperdibile per chi vuole approfondire la vita e le curiosità di un grande artista quale De Chirico, perché, come sostiene Paolo Baldacci, la pittura di De Chirico è una lunga autobiografia, nascosta sotto metafore, allegoria e simboli.
Brogliaccio della Metafisica ferrarese. Uno psichiatra tra enigmi e rebus
Amazon.it: 21,37 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Brogliaccio della Metafisica ferrarese. Uno psichiatra tra enigmi e rebus
Lascia il tuo commento