C’ero una volta di Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli

Andrea Delmonte è un nome di fantasia. Gli scrittori Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli in un romanzo avevano ricostruito la vita di un ex calciatore diventato successivamente boss della ’ndrangheta e avevano scelto questo nome vagamente somigliante a quello reale. Inaspettatamente Antonino Belnome, il vero padrino calciatore, si offre di concedere una lunga intervista ai due scrittori. L’intervista dura due giorni. C’ero una volta. Le molte vite di Antonino Belnome il calciatore padrino (Fandango, 2025) nasce da questo incontro.

Narrato in prima persona, il libro parte dalla nascita di Antonino nel 1972.
Antonino nasce in Lombardia da padre siciliano e madre calabrese appena sedicenne, matrimonio combinato dalle due famiglie. Dopo pochi anni, in seguito all’arresto per rapina del padre, Antonino va a vivere dai nonni materni in Calabria; famiglia chiusa e retriva, legata a doppio filo con la ’ndrangheta locale. Antonino trova pace giocando a calcio e il suo interesse per questo sport continua quando rientra dai genitori. Padre e madre sono ai ferri corti, il ragazzo è testimone di scene di violenza e lo sport lo aiuta a sopravvivere e a rendersi autonomo. Ben presto è acquistato dal Catania.
È bravo, segna tanto ma il fallimento della squadra e un gravissimo incidente gli cambiano la vita. Costretto in seguito ad abbandonare lo sport, Antonino cambia completamente vita entrando dalla porta principale nella ’ndrangheta. Le ritualità dell’ingresso nella società sono raccontate puntigliosamente, come anche i brutali incarichi che Antonino deve fronteggiare.

L’ex boss spiega con dovizia di particolari le connivenze tra malaffare, politica, giustizia e mondo della sanità. L’ascesa di Belnome termina con l’arresto e la successiva decisione di pentirsi, cambiando per l’ennesima volta la vita. Belnome passa un periodo in un regime carcerario durissimo; poi, grazie al suo comportamento, ottiene la possibilità della semilibertà. È tuttora detenuto e sarà libero tra diversi anni; uscirà ormai anziano, ma in tempo per un’ altra nuova esistenza.
L’intervista di Belnome è avvincente, a tratti commovente e a tratti dura. È la storia di un uomo segnato da un destino familiare, che è caduto e vuole rialzarsi. Un libro che malgrado le quasi 200 pagine può leggersi in un solo giorno.