Nessuno tocchi il Natale. La Commissione Ue è stata accusata di tentare un sabotaggio (linguistico) della festività più attesa dell’anno e viene immediatamente sommersa da una valanga di polemiche.
Secondo quanto riportato dai media, il documento UE Union of Equality conteneva la proposta di sostituire la parola “Natale” a favore di un più inclusivo “Buone feste”.
Una volta divulgata la notizia, in molti su testate online e social hanno lamentato un attacco alle radici cristiane (per i credenti) e culturali italiane ed europee.
Vediamo insieme da cosa è scaturita la polemica e i contenuti del documento.
La protesta sul documento della commissione europea
Il segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, è subito intervenuto sulla questione ribadendo che la tendenza all’omologazione totale rischia di far perdere di vista l’importanza dei valori, come la tradizione del Natale.
Tra i partiti italiani di destra, in particolare Lega e Fratelli d’Italia la protesta si è fatta subito infuocata: i leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno accusato la commissione Ue di voler cancellare l’identità culturale italiana.
La commissione europea ha risposto che non fosse quello l’intento, ma, dopo essere stata paragonata al Grinch che vuole rubare lo spirito del Natale, è stata costretta a battere in ritirata con la coda tra le gambe.
L’obiettivo della commissione, ha specificato in seguito un portavoce, era semplicemente di mirare a una comunicazione più inclusiva che tenesse conto della diversità e della pluralità delle culture europee.
La commissaria Ue all’Uguaglianza Helena Dalli ha quindi fatto dietrofront, stabilendo che il documento tecnico realizzato dalla commissione non fosse ancora “maturo”. Helena Dalli ha quindi ritirato le linee guida, con il proposito di rivederle e valutare eventuali cambiamenti.
Le linee guida del documento Ue: cosa contengono?
All’origine della polemica, ci sarebbe un documento tecnico di una trentina di pagine redatto dalla commissione Ue con il titolo Union of Equality.
Il documento in questione, la cui redazione è stata ultimata in data 29 novembre, proponeva l’uso di un linguaggio inclusivo senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”.
La tesi esposta nelle linee guida di Union of Equality era che le parole e le immagini che usiamo nella nostra comunicazione quotidiana trasmettono un chiaro messaggio su chi siamo e chi non siamo, quindi sull’identità e i valori di una determinata comunità.
Il documento della commissione europea dunque non si proponeva di attaccare nello specifico la tradizione del Natale, come le polemiche delle ultime ore hanno fatto intendere, ma semplicemente di promuovere una comunicazione più inclusiva.
Tra le linee guida di Union of Equality si può leggere che:
- In tema di genere è preferibile l’uso di nomi e pronomi neutrali. Anziché he o she (lui o lei), si consiglia di usare un più generico they (loro).
- Meglio non salutare una platea con il generico ladies and gentlemen (signori e signore), ma esordire semplicemente con la formula Dear colleagues, cari colleghi.
- Quando ci si rivolge a una donna sarebbe sbagliato presumere il suo stato civile. Quindi bandito il signora o signorina a favore di un generico Ms.
- Anche nella rappresentazione di una famiglia vocaboli come marito, moglie, padre o madre non rispecchiano il linguaggio inclusivo. Meglio utilizzare un generico “partner”.
- Particolare attenzione alla definizione della disabilità: è scorretto dire “disabile”, meglio affermare “è una persona disabile”.
- In ogni contenuto testuale o audiovisivo deve essere assicurata la diversità e in qualsiasi contesto deve essere rispettato l’equilibrio di genere.
Il riferimento alla presunta cancellazione della parola “Natale” nasce dall’interpretazione di un esempio contenuto in una tabella che è stato estrapolato dal suo contesto, che indicava di evitare di riferirsi alle festività con esempi che includano sempre solo riferimenti di una singola religione. La commissione spiega come per gli stessi cristiani la data del Natale cade in giorni differenti a seconda della confessione religiosa (se per i cattolici il Natale è il 25 dicembre, il Natale ortodosso cade ad esempio il 7 gennaio) e utilizzare "vacanze di Natale" per indicare il periodo di chiusura delle scuole tra il 23 dicembre e il 6 gennaio sarebbe poco inclusivo anche per i cristiani non cattolici. Lo stesso vale per le "vacanze di Pasqua".
Vietato usare i nomi cristiani? Non è questo quello che ha scritto la commissione. Tra i suggerimenti travisati, c’è quello di utilizzare l’espressione "nome proprio" al posto di "nome di battesimo", ad esempio sui moduli da compilare, dando per scontato che tutti siano battezzati o tutti siano cristiani. Al tempo stesso, la commissione suggeriva di usare negli esempi nomi generici che non avessero un chiaro collegamento e origine da una specifica religione (il classico "Maria Rossi" utilizzerebbe un nome proprio specifico della religione cristiana).
Ecco il documento integrale per chi volesse vederlo:
Il Natale è salvo?
In definitiva Il testo Union of Equality si proponeva di dimostrare la natura inclusiva della Commissione Europea nei confronti di tutti i percorsi di vita e i credi religiosi. Un proposito che evidentemente non è stato colto o apprezzato dal popolo italiano.
Da quanto appare, nessuno dunque dall’alto dei vertici europei intendeva impedire ai cristiani di festeggiare il Natale, né tantomeno si proponeva di cancellare il termine dal loro vocabolario. Il Natale, inteso in senso tradizionale, è salvo e anche la sua espressione linguistica è pienamente tutelata.
Il documento è stato esagerato, cercando di mettere su carta problematiche che non sono sentite dalla gente comune? I giornali l’hanno inteso in modo esagerato, cercando di richiamare sensazionalismo? I politici hanno voluto sottolineare i punti che più tiravano l’acqua al proprio mulino per stimolare consenso da parte dell’elettorato? Ai posteri l’ardua sentenza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cancellare la parola “Natale” per una maggiore inclusività? Cosa c’è scritto davvero nel documento Ue incriminato
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Sembrerebbe che la UE stia facendo di tutto per cancellare le nostre radici
e che nel ’core’ dell’Europa si sono già insidiati quelli che la vogliono distruggere.
Dico una sola cosa: le vacanze di Natale esistono solo perché È Natale! Altrimenti Dicembre sarebbe un mese normale lavorativo per tutti. Non vedo perché si debbano chiamare in un altro modo! E lo stesso vale per Pasqua. Quando i tedeschi fanno le vacanze di Pentecoste, non le chiamano in modo diverso mi sembra....