In occasione del centenario della nascita di Elsa Morante, è stata inaugurata il 26 ottobre 2012 la mostra documentaria Santi, Sultani e Gran Capitani in camera mia. Inediti e ritrovati dall’Archivio di Elsa Morante presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
“Oggi è il mio compleanno ed io ne son felice, la mamma mi dice: Cosa vorresti tu? E io rispondo: Una bambola”.
La calligrafia infantile della “bambina prodigio” Elsa, futura figura centrale della
letteratura del Novecento contenuta in un vecchio quaderno di scuola risalente agli anni 1917-’20, emoziona chi visita la mostra.
L’elegante ed esaustiva esposizione giunge a completamento ideale della precedente mostra del 2006, Le stanze di Elsa, sempre allestita presso la Biblioteca. Attraverso la visione di manoscritti e documenti ancora inediti o mai ripubblicati appare evidente il grande lavoro e la passione dell’autrice romana, nata nel popolare quartiere di Testaccio. Questo grande e prezioso patrimonio
di carte, fiabe e libri fu per diretta volontà di Elsa Morante o attraverso l’espressione mediata degli eredi Carlo Cecchi e Daniele Morante, destinato alla Biblioteca Nazionale che oggi celebra una donna “che amava definirsi al maschile scrittore o, più volentieri poeta” (1).
“I suoi radi versi sono,
in parte, nient’altro che un’eco, o, se si voglia, un coro, dei suoi romanzi”.
Alla fine dagli anni Ottanta arrivò alla Biblioteca Nazionale il primo nucleo dell’archivio personale di Elsa Morante, composto da manoscritti, dattiloscritti, materiale preparatorio, bozze di stampa delle sue principali
opere: Menzogna e sortilegio (1948), L’isola di Arturo (1957 Premio Strega), Il mondo salvato dai ragazzini (1968), La Storia (1974) e Aracoeli (1982). Il Fondo, grazie alla generosità degli eredi si è arricchito dal 2007 delle restanti carte della scrittrice rimaste in loro possesso, consistenti in
scritti meno noti. In questo modo è stato possibile unificare in un unico luogo l’archivio e fare della Biblioteca un centro di riferimento internazionale per gli studiosi di letteratura contemporanea.
La mostra, a cura di Giuliana Zagra e Leonardo Lattarulo, è corredata da un catalogo edito dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, con prefazione di Goffredo Fofi e quindici diversi contributi critici. Il percorso espositivo si articola in nove sezioni (fiabe e racconti per bambini; racconti; menzogna e sortilegio; romanzi incompiuti; poesia; cinema; scritti etico-politici; diari e ricordi; paratesti), inizia con i due quaderni scritti tra i cinque e gli otto anni e si chiude con le
ultime righe redatte su un taccuino dalla Morante pochi mesi prima di morire. Tutto ciò rappresenta quel “flusso di scrittura ininterrotto che si snoda per tutto l’arco della vita” di una scrittrice che “ha cercato il dialogo con gli ultimi, con i bambini, con gli “analfabeti” per i quali scrivere e con i Felici Pochi da lei amati” secondo il pensiero di Goffredo Fofi.
Un’occasione unica per scoprire, ritrovare l’atmosfera morantiana, un tuffo nella memoria
riscoprendo la genesi e i manoscritti di libri fondamentali che hanno fatto la storia della cultura
italiana.
“La mia intenzione di fare la scrittrice, nacque, si può dire, insieme a me...”.
Nelle
bacheche appaiono i romanzi incompiuti Senza i conforti della religione (1958-1961), il “romanzo
balletto”, gemello ideale de L’isola di Arturo, annunciato nel 1952 sulle colonne de L’Unità: “sto
lavorando a due romanzi che vorrei pubblicare insieme con il titolo unico Due amori impossibili”,
il primo L’isola di Arturo ambientato a Procida, l’altro come sfondo la Sicilia Nerina (1950) (“..narra di una fanciulla figlia di minatore che ama appassionatamente la danza, e che muore mentre
sta per realizzare il suo sogno...”).
L’altro romanzo rimasto incompiuto è Superman datato 1975.
Ecco i racconti anch’essi inediti Il peso e Chiesa di Santa Maria. Leggenda, un frammento di lettera
di Elsa ad Alberto Moravia del 1938, un’altra lettera non datata dell’autrice a Goffredo Fofi, una
rubrica di dischi e una rubrica di appunti per La Storia e molto altro materiale ancora sorvegliato dallo sguardo di Elsa che appare in varie foto d’epoca in bianco e nero sopra le bacheche che sono in possesso della poetessa Patrizia Cavalli, che le ha gentilmente prestate alla Biblioteca Nazionale
Centrale per l’occasione. Una teca contiene l’ultima macchina da scrivere IBM della Morante, con
la quale scrisse Aracoeli, prestata per l’occasione da Patrizia Cavalli.
Presente anche uno dei quadri di Bill Morrow (giovane poeta americano con il quale l’autrice ebbe
una tormentata relazione) mai più esposto dopo l’unica mostra personale del 1962.
Ricordiamo inoltre che contemporaneamente è allestito nella galleria interna della biblioteca un percorso
iconografico dedicato all’autrice. È quindi una visione più intima, privata, quasi segreta che
comprende il pensiero (scritti sul cinema e articoli di giornali tra i quali la lettera ai giudici per
il caso Braibanti pubblicata nel 1968 sul quotidiano Paese Sera) e gli scritti della Morante: il
corpus del manoscritto de Il mondo salvato dai ragazzini (romanzo da lei preferito) composto da
cinque quaderni formato album, il manoscritto e il dattiloscritto de La Storia “opera di grandissimo
valore civile” per Marco Bardini, con correzioni autografe di 81 carte sciolte di dimensioni varie
contenute in una cartellina “… eccovi dunque la Storia, così come è fatta e come noi stessi abbiamo
contribuito a farla”, le poesie contenute nel Quaderno di Narciso, (1943-1945), altri componimenti
poetici rinvenuti tra le carte sciolte, come la poesia per la morte di Pier Paolo Pasolini A P.P.P.
In nessun posto e quella scritta per Luchino Visconti come dono per il capodanno del 1952. Le
cronache cinematografiche redatte per la rubrica radiofonica della RAI (1950-1951); due soggetti
cinematografici, il primo intitolato Il Diavolo, che mostra l’interesse della scrittrice per il cinema
alla fine degli anni Trenta e il secondo, Verranno a te sull’aure scritto in collaborazione con Franco
Zeffirelli.
Per chi considera Menzogna e sortilegio il libro più bello, intenso e partecipato dell’autrice (la casa
descritta da Elsa è quella nella quale lei visse da piccola a Testaccio in via Amerigo Vespucci 41)
s’incanta di fronte alla bacheca che contiene le diverse edizioni del volume.
“... rimane per me il
libro più notevole che io ho scritto fino a oggi: tale che forse non potrò scriverne un altro dello
stesso valore”.
Lo sguardo di Elsa, la basilissa come la chiamava l’amico Pasolini in una poesia
attraverso i documenti che sono la testimonianza del suo vissuto, ci appare mai come oggi fragile
e forte allo stesso tempo. “Vorrei scrivere questo diario solo per questo, come un esercizio di moderazione e distacco nei propri riguardi”.
(1) Graziella Bernabò La fiaba estrema. Elsa Morante tra fiaba e scrittura (Carocci Editore 2012)
Santi, Sultani e Gran Capitani in camera mia. Inediti e ritrovati dall’Archivio di Elsa Morante
- Biblioteca Nazionale Centrale
- Viale del Castro Pretorio, 105
- 00185 Roma
- 27 ottobre 2012 – 31 gennaio 2013
- Orari: lunedì – venerdì 10 – 18, sabato 10 – 13
- Tel. 06/4989344
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Centenario di Elsa Morante: mostra alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
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