Ogni anno Thomas Pynchon viene indicato tra i candidati più papabili per il Premio Nobel per la Letteratura e puntualmente non lo vince. Su di lui sembra abbattersi la stessa maledizione di un altro grande scrittore americano, Philip Roth, un altro gigante della letteratura americana privato del premio. Speriamo che Pynchon sia più fortunato di Roth. Chissà che questo 2023 non veda Pynchon vincere il meritato riconoscimento, del resto i pronostici dei bookmaker lo danno tra i favoriti per la vittoria del Nobel.
Nell’attesa di sapere il verdetto di giovedì 5 ottobre, scopriamo di più su Thomas Pynchon, considerato una delle figure più misteriose della letteratura americana contemporanea.
Chi è Thomas Pynchon, lo scrittore geniale della letteratura americana
Enigmatico e sfuggente, Thomas Pynchon non ha mai rilasciato interviste né ha partecipato a incontri pubblici e, da circa una decina d’anni, sembra essere rinchiuso nel silenzio più totale. La sua narrativa è considerata affascinante, ma complessa: l’aggettivo con il quale viene più spesso definita è “magmatica”, il che non esclude un’altra definizione ricorrente “labirintica”.
Non abbiamo sue fotografie recenti, gli unici ritratti disponibili online lo ritraggono quando era ancora scolaro o mentre prestava servizio nella marina militare negli anni Cinquanta.
Thomas Pynchon nacque l’8 maggio 1937 sull’isola di Long Island, figlio del presidente del club locale del Partito Repubblicano e di un’infermiera. Ha due fratelli minori di nome John e Judith. Sin da bambino il piccoli Tom aveva le idee molto chiare, tanto che sul suo annuario scriveva che “detesta gli ipocriti, ma ama la pizza” e il suo animale domestico preferito è “una macchina da scrivere”.
Era uno studente dotato, dopo il liceo si iscrisse alla facoltà di Fisica e Ingegneria ma la lasciò per prestare servizio presso la Marina militare. Una volta tornato, dopo non poca indecisione, scelse di iscriversi alla facoltà di Lettere e iniziò a collaborare per la rivista studentesca Cornell Writer sulla quale apparvero i suoi primi racconti.
Durante gli anni di studi probabilmente Pynchon frequentò il corso di scrittura creativa tenuto nientemeno che da Vladimir Nabokov.
Pynchon si laureò nel 1959 e continuò a dedicarsi alla stesura del suo primo romanzo, che già prometteva di essere un’opera monumentale in cui rielaborava le esperienze vissute nell’adolescenza, l’apprendistato alla marina militare e le teorie sull’approccio uomo-macchina. Quel grande e portentoso romanzo d’esordio si intitola V ed è considerato tra i suoi capolavori. Preparandosi per tempo il giovane autore in erba aveva siglato un contratto editoriale con l’agente letterario J.B. Lippincott, cui consegnò l’imponente manoscritto cui lavorava da anni. Si trattava di un’opera inclassificabile, composita e labirintica, che rivela tutto il talento di un narratore geniale.
La narrativa di Pynchon, come vedremo, si basa soprattutto sull’accumulo di intuizioni, osservazioni e soprattutto sul perenne dipanarsi di digressioni. I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Einaudi e Rizzoli.
Thomas Pynchon: i romanzi da più celebri
Tra i romanzi più celebri di Thomas Pynchon vi consigliamo:
- V (1963): il suo imponente romanzo d’esordio. Un libro vorticoso, magmatico e labirintico che è soprattutto un labirinto di storie in cui perdersi. Pynchon gioca a disorientare il lettore sfidando il rapporto ambiguo tra realtà e finzione.
La storia narrata si snoda fra i vari continenti tra la fine del XIX e la metà del XX secolo, alla ricerca costante di V., identificata di volta in volta in donne fatali e impossibili. Chi è V? Vittoria, Veronica, Violet, forse ogni donna. Il romanzo di Pynchon fu definito una delle “più magistrali opere prime della storia della letteratura”.
V.
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- L’arcobaleno della gravità (1973): un libro di stampo filosofico ed esistenziale in cui Pynchon racchiude una parabola moderna sulla guerra e la tecnologia. La scrittura di Thomas Pynchon trasporta il lettore in un oceano di parole e gli permette di intravedere l’ignoto. Si è come sopraffatti dallo stile di questo maestro della letteratura americana che riesce sempre a condurre chi legge lungo sentieri inesplorati. Si tratta di un tomo di circa mille pagine che si sviluppa lungo la ricerca tra il 1944 e il 1945 di un fantomatico ultimo razzo, chiamato SG-00000. Tra riflessioni e divagazioni l’autore in queste pagine mescola guerra, psicologia, canzoni, cultura pop e riflette sulla cultura occidentale e su quanto essa sia stata inficiata dall’uscita dal secondo conflitto mondiale.
L'arcobaleno della gravità
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- Vineland: il titolo prende il nome da una cittadina immaginaria della California dove Zoyd Wheeler vive con la figlia adolescente Prairie in una casa roulotte.
Ogni anno Zoyd, un vecchio hippy che aveva vissuto la stagione luminosa degli anni Sessanta, si lancia a peso morto contro la vetrina di qualche malfamato bar della zona per ottenere un sussidio dallo Stato spacciandosi per malato di mente.
Finché un giorno non emerge un oscuro segreto legato alla sua ex moglie che costringerà la figlia a mettersi sulla strada della verità, una strada lastricata di strani e bizzarri incontri.
Vineland
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Thomas Pynchon, lo scrittore tra i favoriti per il Premio Nobel
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