Nasceva a Roma il 20 febbraio 1941 Anna Cascella Luciani, una delle maggiori voci della poesia contemporanea, forse ingiustamente eclissata dalla sua malattia, la sclerosi multipla, che negli ultimi anni la costrinse a una vita appartata e schiva.
In una delle sue ultime poesie si definiva “stremata di vita” e aggiungeva di essere ormai “lontana dagli anni di quella aggraziata e scarmigliata, sensuosissima gioventù”.
La sua poesia ci restituisce immagini concrete e, al contempo, surreali, ritmiche, dotate di una melodia immanente, come un “cielo di tulle” o un “bar marino di provincia”. Lei sapeva dosare la parola, adoperandola come si usa con le “arti magiche”, entrando sempre in dialogo con l’intricata trama della realtà.
A meno di un anno dalla sua scomparsa, avvenuta nel luglio 2023, è uscita per LiberAria Antologia poetica (prefazione di Carmelo Princiotta), un’ampia silloge che include le sue principali opere: poesie ironiche, eleganti, carezzevoli e anche graffianti, inquiete, capaci di dischiudere nuove visioni, come quella di “un mare fatto di farfalle” (è vero, le onde, dopotutto, non sono farfalle? Lo “sfarfallio del mare” solo una grande poetessa può farcelo intuire) Anna Cascella Luciani ci mostra “l’invisibile evidenza” delle cose.
Scopriamo la vita e le opere della poetessa romana.
Anna Cascella Luciani: la poesia e lo spirito
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Della vita personale e privata di Anna Cascella Luciani è trapelato poco, per sua stessa volontà.
Nacque a Roma il 20 febbraio 1941, figlia di una ragazza madre originaria di Pescara, in Abruzzo. La madre insegnava vicino a Roma e crebbe la figlia tra la capitale e la città natale, dove vivevano i genitori. Quando Anna compì diciassette anni, la madre sposò il pittore Tommaso Cascella di cui la poeta prenderà in seguito il cognome e la nuova famiglia, così formata, si trasferì definitivamente a Roma.
Nel 2002, in omaggio alla madre che da sola l’aveva allevata e cresciuta, Anna deciderà di aggiungere all’anagrafe anche il cognome materno firmandosi sempre: “Cascella Luciani”.
Anna Cascella Luciani non ha mai voluto raccontare troppo nel dettaglio la sua infanzia o giovinezza, soprattutto la sua condizione di “figlia di ragazza madre”, per timore che potesse eclissare la sua opera poetica. Non voleva che la sua esperienza biografica facesse ombra alla poesia, nemmeno negli ultimi anni quando il disagio della malattia la costrinse a lunghi ricoveri ospedalieri e a una difficile situazione economica.
Dopo alcune pubblicazioni su quotidiani e riviste di settore, tra cui Nuovi Argomenti, esordì come poetessa negli anni Ottanta nell’antologia Nuovi poeti italiani 1 di Einaudi, curata da Natalia Ginzburg e Franco Fortini.
Le sue liriche riflettono i suoi studi di letteratura anglo-americana e la sua passione per i classici, in particolare i lirici greci, da cui aveva tratto la peculiare musicalità del verso.
Nel 1990 pubblicò con Vanni Scheiwiller il corposo volume Tesoro da nulla (All’insegna del Pesce d’Oro), una delle sue raccolte più celebri. All’attività di poeta, Cascella Luciani affiancò anche la produzione di radiodrammi per Rai Radio 3 e collaborazioni con artisti, pittori, incisori in un continuo dialogo tra parola e arte.
Anna Cascella Luciani: le opere
Dopo l’esordio con Einaudi nel 1980, Anna Cascella Luciani ha pubblicato un totale di trentasei opere, scandendo attraverso il ritmo della scrittura poetica ogni istante della sua vita.
Nel 2011 pubblica la prima raccolta integrale delle sue liriche Tutte le poesie (1973-2009) per l’editore Gaffi di Roma. Segue nel 2020 La luna e le sue forme (Macabor, 2020) a cura di Marco Corsi, una rivisitazione critica della sua opera poetica.
Per le edizioni Via Ozanam - poesia, curate da Giorgio Ghiotti e Leonardo Laviola, esce, alla fine di ottobre del 2022, la plaquette A Lisabetta, raccontando al fuoco, che contiene poesie inedite tratte dalla raccolta La vita precedente.
Appare ora postuma quest’ultima raccolta, edita da LiberAria, Antologia poetica che ci restituisce tutta la forza della sua poesia, originale, travolgente e musicale, troppo poco compresa, troppo spesso obliata.
Nelle liriche di Anna Cascella Luciani ritorna lo scorrere delle stagioni, sempre uguale eppure sempre diverso, il quotidiano narrato nell’attimo esatto in cui accade, il miracolo di una fioritura nel gelo immoto di un inverno.
Tutto questo lei sapeva raccontarlo con immagini inedite, sfuggenti come sogni e, al contempo, concrete, capaci di creare sinestesie particolari tra vista, tatto e udito, come “un cielo di tulle” che solo lei era capace di farci vedere - e toccare. Nelle sue parole rimane aperto un eterno futuro, come un lampo d’orizzonte; un “futuro del dire”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Anna Cascella Luciani, la poetessa dello spirito
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