Bell Hooks era il suo nome d’arte, ma non era un’invenzione. Lei lo scriveva sempre a lettere minuscole perché non voleva che la sua firma autoriale togliesse spazio ai titoli dei suoi libri: contava l’opera - dunque il contenuto, la sostanza - non l’autore.
Il suo vero nome era Gloria Jean Watkins, lo pseudonimo di Bell Hooks lo aveva preso in prestito dalla sua bisnonna materna, Bell Blair Hooks.
Un omaggio dovuto alla donna, povera e analfabeta, che più di ogni altra l’aveva ispirata come dichiarò lei stessa:
Aveva un modo di parlare brillante e audace, che ammiravo molto
Il nome Bell inoltre era lo stesso di sua madre, Rosa Bell, e rimandava dunque a un continuum di discendenza femminile in opposizione al sistema che privilegiava l’attribuzione maschile dei nomi.
Quella firma in minuscolo, la scelta precisa dello pseudonimo, già dice tutto sulla mente audace e sconfinata di una scrittrice, che attraverso le parole, avrebbe compiuto un’autentica rivoluzione sociale.
Bell Hooks è stata la prima ad affermare che la lotta per l’affermazione dei diritti delle donne dovesse legarsi alle campagne per i diritti di altre minoranze. Fu la creatrice del cosiddetto “femminismo intersezionale” che vedeva interagire in modo strettamente interconnesso i diversi aspetti dell’identità: genere, razza, classe, orientamento sessuale.
Cosa ha rappresentato la letteratura di Bell Hooks? Per capirlo è sufficiente pensare che oggi in alcune delle principali biblioteche di New York, tra cui quella di SoHo, il cartello con gli orari di apertura recita così: “L’uso delle mascherine è consigliato ma non obbligatorio, così come la lettura di Bell Hooks.”
Masks are encouraged but not required, as is reading bell hooks.
Scopriamo la vita e le opere di questa donna rivoluzionaria.
Bell Hooks: la vita
Il 25 settembre 1952 nasceva a Hopkinsville, nel Kentucky in piena segregazione razziale, Gloria Jean Watkins. La sua era una semplice famiglia operaia; lei era una dei sei figli di Veodis Watkins e di Rosa Bell Watkins. Il padre lavorava come custode, la madre come domestica per alcune famiglie di bianchi.
Sin dalla più tenera età Gloria si distinse negli studi. Dalla Hopkinsville High School, nel Kentucky, sarebbe approdata a Stanford laureandosi a pieni voti. Dopo il master presso l’università del Wisconsin avrebbe conseguito il dottorato in letteratura inglese presso la Santa Cruz University, in California. La sua tesi era dedicata all’opera della scrittrice afroamericana Toni Morrison.
Sin qui la storia di Bell Hooks non ha nulla di speciale: è un bel racconto di riscatto sociale, ma nulla più. Deve ancora arrivare la scrittura. Nel 1981, dopo aver pubblicato inizialmente una raccolta di poesie, la giovane scrittrice giunge alla ribalta con un’opera rivoluzionaria Ain’t I a Woman?: Black Women and Feminism in cui analizza l’impatto del femminismo e del razzismo sulle donne nere. Attraverso quel testo Bell Hooks poneva l’America allo specchio e costringeva la società a rivelare la propria ipocrisia. Dimostrava che razzismo e sessismo sono in realtà sistemi iperconnessi, rendeva evidente l’esistenza di una forma di supremazia da lei espressa con un sintagma compatto: bianca-capitalistico-patriarcale.
Il femminismo comunemente inteso, affermava Hooks, era esclusivo appannaggio delle donne bianche della classe media, le signore in ghingheri dalle belle mani pulite che si servivano delle nere come domestiche per pulire casa e servire il tè.
Attraverso le parole, la giovane scrittrice afroamericana scandagliava uno ad uno tutti i temi caldi dell’America degli anni Ottanta: un’America progressista solo in apparenza. Quel primo libro, che derivava il titolo dal grido degli schiavi Ain’t I a Man?/ Non sono forse anch’io un essere umano? , risvegliò le coscienze e diede iniziò al cambiamento.
Bell Hooks divenne una figura di spicco come critica ed esperta di cultural studies, il suo nome catalizzò l’attenzione mediatica e si fuse nella cultura pop. Di libri ne avrebbe scritti altri trenta, senza mai perdere un briciolo della verve che aveva animato quella sua prima folgorante opera.
Si è spenta prematuramente, a soli 69 anni, il 15 dicembre 2021 a causa di una grave malattia ai reni. La sua leggenda tuttavia vive ancora. Le sue opere rappresentano il lascito testimoniale di una donna che già in vita è stata un’icona. Bell Hooks ha avuto il merito di decolonizzare l’immaginario collettivo abbattendo gli stereotipi di genere e di razza.
Bell Hooks ci ha insegnato a trasgredire le regole per reinventarle.
Bell Hooks: le opere tradotte in italiano
Le opere di Bell Hooks vanno lette perché parlano di un’epoca, la nostra. I suoi sono libri che ci spingono a pensare, a riflettere, a interrogarci e sfidare persino i nostri limiti mentali e culturali. Nelle sue pagine confluiscono pedagogia, politica, storia, sessualità, identità in una narrazione ibrida che mescola il saggio all’autobiografia, il pamphlet sociale all’arringa politica.
Scopriamo quali sono i libri di Bell Hooks tradotti in italiano.
- Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale, è il primo libro di Bell Hooks tradotto in italiano. Fu pubblicato da Feltrinelli nel 1998.
In questa raccolta l’autrice propone di non fare una distinzione tra cultura “alta” e cultura “bassa”, ma chiede di interessarci ad entrambe, di abbandonare la dicotomia centro/margine. Il volume contiene dieci saggi, scritti tra il 1991 e il 1997, che propongono la saldatura critica tra discorso di genere e discorso di razza.
Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale
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- La volontà di cambiare. Mascolinità e amore: in questo saggio, pubblicato in Italia dal Saggiatore, Hooks propone le sue riflessioni sulla mascolinità tossica, sull’inclinazione maschile alla violenza e all’assenza di emozioni derivata dallo stampo patriarcale. Attraverso queste pagine mette in atto la rivoluzione affettiva necessaria per immaginare una società nuova, in cui nessuno debba più avere paura del proprio universo sentimentale. Anche gli uomini, afferma Bell Hooks, hanno il diritto di piangere e manifestare le proprie emozioni.
La volontà di cambiare. Mascolinità e amore
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- Elogio del margine. Scrivere al buio: in questa raccolta, edita da Tamu Edizioni, Bell Hooks sviluppa un dialogo critico e allo stesso tempo intimo con Maria Nadotti, mettendo il suo pensiero alla prova di argomenti ordinari come i rapporti familiari, la vita di coppia, l’istruzione, l’uso e l’amministrazione del denaro.
Elogio del margine-Scrivere al buio
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- Il femminismo è per tutti. Una politica appassionata: Non un libro, ma un limpido e agile manuale, pensato per essere letto da chiunque. In queste pagine Hooks esplora la vera natura del femminismo e la sua promessa di porre fine al sessismo e all’oppressione di genere.
Il libro è stato proposto in Italia dalla casa editrice indipendente napoletana Tamu Edizioni. Una scelta coraggiosa che riporta l’attenzione pubblica su un discorso fondamentale: il femminismo è di tutt*, non solo appannaggio delle donne o delle femministe, ma è un invito a ripensare il nostro “sessismo interiorizzato”.
Il femminismo è per tutti. Una politica appassionata
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- Insegnare a trasgredire. L’educazione come pratica della libertà
In questo volume, edito da Meltemi edizioni, Bell Hooks affronta alcuni dei temi cruciali della pedagogia contemporanea: come possiamo ripensare le pratiche di insegnamento nell’era del multiculturalismo? Cosa fare degli insegnanti che non vogliono insegnare e degli studenti che non vogliono imparare? In queste pagine Hooks propone un concetto nuovo di educazione, da intendersi innanzitutto come “pratica di libertà”.
Insegnare a trasgredire. L'educazione come pratica della libertà
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- Insegnare comunità
Questo secondo volume, sempre edito da Meltemi, Hooks espande il pensiero proposto nel precedente Insegnare a trasgredire. Si parla di futuro dell’insegnamento e di educazione da intendersi come pratica democratica. La scrittrice propone un’idea di insegnamento come attività gioiosa e inclusiva, capace di affrontare questioni etiche e sociali che vanno ben oltre lo spazio ristretto dell’aula scolastica.
Perché ciò che una società democratica dovrebbe, prima di tutto, insegnare è come vivere in comunità.
Insegnare comunità. Una pedagogia della speranza
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Attraverso la letteratura si può fare politica? I libri di Bell Hooks ci dimostrano che è possibile e ci invitano a ripensare anche il ruolo della cultura e della scuola in questo nostro disastrato Paese.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Bell Hooks, la scrittrice femminista che ha rivoluzionato la nostra epoca
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