George Bernard Shaw è spesso conosciuto per i suoi aforismi sferzanti e le sue frasi satiriche, taglienti, mordaci. Viene citato ovunque, talvolta a sproposito, ma pochi conoscono la storia che si cela dietro il suo nome.
Nato a Dublino il 26 luglio 1856, fu uno dei maggiori drammaturghi irlandesi, premiato persino con un Oscar per la “Miglior sceneggiatura non originale” e con il Premio Nobel per la Letteratura nel 1925, che però rispedì al mittente senza indugi coronando il momento con una frase entrata negli annali:
Posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma solo un demone con sembianze umane può aver inventato il Premio Nobel.
Ebbe parole di fuoco - dure come proiettili - per il chimico e industriale svedese, ideatore del celebre premio. In una battuta al vetriolo Shaw riassunse la grande contraddizione della vita di Alfred Nobel: un uomo che aveva creato potenti esplosivi (tra cui la balistite, una polvere di guerra senza fumo, Ndr), in grado di sterminare centinaia di persone, e cercava di redimersi associando il suo nome a un premio che riconosceva i benefici e i progressi dell’umanità in ogni campo, letterario, scientifico, economico. Curioso che il nome di Nobel, padre di alcuni strumenti di distruzione di massa, sia associato oggi alla parola “Pace”. Un giornale, nel 1888, confondendo erroneamente la persona di Alfred con il fratello Ludvig, titolò: “II mercante di morte è morto”, la frase divorò la coscienza di Nobel che da quel momento tentò in ogni modo di redimersi.
La commedia umana dietro il premio non sfuggì all’acume di Shaw. Il drammaturgo irlandese, nel lontano novembre del 1925, non si fece scrupoli nell’evidenziare la plateale incongruenza che governava le dinamiche di uno dei premi più ambiti a livello mondiale.
Infine George Bernard Shaw fu convinto ad accettare l’onorificenza; ma non ritirò mai il premio in denaro. A oggi, insieme a Bob Dylan, è l’unico autore ad aver vinto contemporaneamente un premio Oscar e il Nobel.
George Bernard Shaw: la vita e le opere
Link affiliato
Nacque a Dublino nel 1856 in un contesto socio-culturale tutt’altro che felice e fertile per la sua crescita.
Il padre era un alcolizzato e, quando Shaw era ancora un bambino, perse il lavoro costringendo l’intera famiglia a vivere insidiata dalle ristrettezze economiche. All’età di vent’anni George Bernard Shaw decise di affrancarsi dalla tirannia paterna e trasferirsi a Londra, dove viveva la madre, che si manteneva facendo l’insegnante di canto.
Studiò perlopiù da autodidatta, leggendo molto e trovando da sé la propria disciplina. Era cresciuto a pane e Shakespeare, intervallando la conoscenza del grande drammaturgo inglese con l’approfondimento della Bibbia.
A Londra fece di tutto per mantenersi, mentre si dedicava alla stesura dei suoi primi romanzi Cashel’s Byron Profession, An Unsocial Socialist, che non ebbero successo. In quello stesso periodo lesse Il Capitale di Karl Marx che divenne la sua nuova Bibbia e lo convinse definitivamente ad aderire al socialismo, nello specifico alla Fabian Society per cui scrisse I saggi fabiani.
La sua carriera letteraria iniziò recensendo libri per la Pall Mall Gazette, una collaborazione ottenuta grazie al saggista e critico letterario Henry Salt. In seguito, a partire dal 1884, scrisse per varie riviste, tra cui la rivista musicale The Star, The World e il Saturday Review. La sua carriera di romanziere, però, era un completo fallimento.
La svolta venne quando iniziò ad appassionarsi ai lavori del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen. Shaw condivideva la visione di Ibsen secondo cui il teatro debba essere una “fucina di idee” e voleva fare della drammaturgia uno strumento di propaganda morale degli ideali socialisti. Nel 1892 Shaw allestì la sua prima commedia, dal titolo La casa del vedovo , andata in scena al Royalty Theatre di Londra.
La professione della Signora Warren: una commedia scandalo
Le sue commedie furono raccolte in un volume curioso, Plays Unpleasant, letteralmente: “commedie sgradevoli”. La più famosa fu certamente La professione della signora Warren (1894) in cui veniva affrontato con sarcasmo - ma lucidità innata - il tema della prostituzione. L’intera opera si reggeva unicamente sui dialoghi e aveva uno sviluppo morale; tramite la sua protagonista, dapprima prostituta e poi direttrice di un bordello, Shaw dimostra come la prostituzione sia un reato sfruttato da una società ipocrita. Il fatto curioso è che l’autore riesce a reggere l’intera commedia sui sottintesi, quindi senza menzionare mai esplicitamente la professione di Miss Warren.
George Bernard Shaw: dal Nobel al premio Oscar
A fare effettivamente la fortuna di Shaw fu il matrimonio con Charlotte Payne-Townshend, una ricca ereditiera irlandese. Da quel momento il ragazzo povero di Dublino non dovette più preoccuparsi dei soldi, l’assillo che l’aveva tormentato sin dall’infanzia, e poté dedicarsi anima e corpo all’arte. Diede quindi libero sfogo al suo impulso creativo, scrivendo opere teatrali sino alla veneranda età di settant’anni.
Cesare e Cleopatra, Il maggiore Barbara, Candida, L’uomo del destino, tutte opere che consacrano la sua attività di drammaturgo portando sul palcoscenico problemi sociali, politici, religiosi. L’arte, secondo la visione di Shaw, non doveva essere distaccata dalla realtà ma in continuo dialogo con essa.
Nel 1923 scrive il suo capolavoro Santa Giovanna (Saint Joan, Ndr), l’opera teatrale basata sulla vita di Giovanna d’Arco, la Pulzella di Orleans. Fu data alle stampe in concomitanza con la canonizzazione di Giovanna d’Arco, nella prefazione Shaw la definì: una tragedia senza antagonisti.
Non ci sono antagonisti in questa piece. Il crimine, come la malattia, non è interessante [...]: quello che davvero ci interessa è ciò che gli uomini fanno al meglio delle loro capacità e con buone intenzioni, quello che gli uomini e le donne normali credono di dover fare e faranno a dispetto delle loro intenzioni.
Nella scena finale della tragedia di Shaw, Giovanna d’Arco, rimasta sola in scena, si domanda quando il mondo sarà finalmente pronto ad accettare i suoi santi.
Due anni dopo questo grande successo il drammaturgo irlandese sarà premiato con il premio Nobel,“ per la sua opera carica di idealismo e umanità”, di cui fece il “gran rifiuto”.
Clamorosamente non fu il Nobel l’ultimo premio di valore per George Bernard Shaw che, nel 1939, ottenne anche un Oscar per la “Miglior sceneggiatura non originale” del film Pigmalione, ispirato all’opera di Ovidio, che ebbe per protagonista l’attore Leslie Howard. La commedia era stata scritta da Shaw nel 1914 e fu riadattata dallo stesso autore per il cinema, con la collaborazione del produttore Gabriel Pascal, per cui Shaw introdusse un nuovo personaggio creato a sua immagine e somiglianza: il conte ungherese Aristid Karpathy.
L’enfant terrible della drammaturgia irlandese visse una vita lunga e felice. Morì all’età di novant’anni in seguito a una caduta occorsa nella sua residenza inglese di Ayot St Lawrence; leggenda vuole che stesse inseguendo una farfalla.
Secondo le sue ultime volontà fu cremato e le sue ceneri vennero mescolate con quelle della moglie Charlotte e infine sparse nel grande giardino, che aveva curato con amore negli ultimi anni.
Nel giardino di Ayot St Lawrence oggi possiamo leggere una targa commemorativa con un epitaffio che riporta l’ultima frase sferzante di George Bernard Shaw. Il drammaturgo volle salutare il palcoscenico di questa vita facendo un ultimo inchino, a modo suo:
Sapevo che se avessi aspettato abbastanza a lungo, qualcosa di simile sarebbe successo
Se volete incontrare di persona il drammaturgo premio Nobel potete recarvi alla National Gallery di Dublino, dove oggi troneggia una sua statua parlante che potrete attivare scansionando l’apposito “quarcode”.
Alla sua morte George Bernard Shaw decise di destinare un terzo delle sue royalties d’autore alla National Gallery irlandese, perché era il luogo che più di tutti amava e dove, se avesse potuto, avrebbe voluto sempre fare ritorno.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era George Bernard Shaw, lo scrittore che rifiutò il Nobel e vinse un Oscar
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Storia della letteratura Premio Nobel per la Letteratura
Lascia il tuo commento