Oggi, 24 gennaio, la Chiesa cattolica celebra Francesco di Sales, proclamato nel 1923 santo patrono di scrittori e giornalisti.
Un ritratto d’epoca realizzato a fine Seicento da Francisco Ignacio Ruiz de la Iglesia raffigura il santo in una posa ispirata, sembra essere colto in un autentico stato di estasi con lo sguardo proteso verso la luce divina, mentre con una mano stringe un libro aperto sullo scrittoio e con l’altra regge una piuma pronta per essere intinta nel calamaio. Aldilà del tono melodrammatico e ammantato da una certa iconografia religiosa del dipinto (la luce, la croce, lo sguardo ispirato), la raffigurazione appare non troppo lontana dal vero, Francesco di Sales, infatti, era anche uno scrittore. Tra le sue principali opere figurano Introduzione alla vita devota (Filotea) e il capolavoro di teologia spirituale Trattato dell’amore di Dio, considerati dei testi fondamentali della letteratura religiosa.
Ritratti e date ci restituiscono l’immagine figurativa di un uomo venerabile e intangibile, inequivocabilmente distante, avvolto in un’aura di santità: ma chi era Francesco di Sales?
E come è diventato il patrono di scrittori e giornalisti?
Scopriamolo nell’approfondimento che segue.
La storia di San Francesco di Sales
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La sua conversione improvvisa, a ben vedere, non ha nulla da invidiare a quella del forse più San Francesco d’Assisi.
Francesco nacque nel 1567, figlio primogenito del signore di Boisy, appartenente a una nobile stirpe dell’Alta Savoia francese. Trascorse la prima infanzia nell’antico castello di Sales, proprietà di famiglia, e fu educato dai gesuiti.
In virtù della sua nobile origine ricevette un’educazione raffinata e compì gli studi superiori a Parigi, per poi laurearsi a pieni voti presso la facoltà di giurisprudenza dell’università di Padova. Dinnanzi a lui si dischiudeva una brillante carriera, una vita agiata, ma Francesco decise di rinunciare a tutto e di dedicare la propria vita ai poveri. Sembra che a determinare la sua drastica decisione fu la vista della miseria patita da alcuni cristiani della comunità di Chablais. A ventisei anni, fresco di laurea, decise di farsi ordinare sacerdote.
La sua prima impresa, una volta indossata la tonaca, fu la rievangelizzazione dell’Alta Savoia, all’epoca prevalentemente calvinista. Francesco si dedicò anima e corpo a quel proposito; una volta sperimentata l’inefficacia delle prediche, decise di agire in un modo. Iniziò quindi a pubblicare dei fogli volanti , trasformando la “parola di Dio” in un mezzo di comunicazione sociale. Lasciava scivolare i volantini sotto gli usci delle case, oppure li affliggeva direttamente sui muri o sui portoni. Fu proprio questa originale attività pubblicistica, basata di fatto sulla carta e sulla parola come strumento di verità, a valergli in seguito il titolo di santo patrono dei giornalisti.
Il suo impegno, unito a un carisma eccezionale, lo condusse a ottenere i risultati sperati in breve tempo. A soli trentaquattro anni fu ordinato vescovo di Ginevra con pieni poteri. La città svizzera, nel Cinquecento, era considerata il simbolo della dottrina calvinista: il nuovo vescovo si proponeva di convertire quanti più fedeli alla religione cattolica attraverso colloqui personali e opere di carità.
L’attività letteraria di Francesco di Sales
Il suo operato è ricordato per la mitezza e la dolcezza dei suoi insegnamenti, cui Francesco di Sales unì la propria appassionata attività letteraria dedicata alla dottrina spirituale. Nel 1608 scrisse il Filotea o Introduzione alla vita devota, un’opera pensata per insegnare ai cristiani ad amare Dio anche nelle più piccole azioni quotidiane, una sorta di catechismo scritto che traduceva i suoi insegnamenti dialogati e le sue prediche orali. L’opera era dedicata a Francesca (Jeanne) Frémyot de Chantal, con cui intrattenne una lunga e profonda corrispondenza epistolare oggi conservata. Assieme fondarono anche l’Ordine della Visitazione.
Attraverso la scrittura Francesco Sales voleva illuminare le coscienze. Il suo proposito era allargare la parola di Dio a tutti, compresi gli artigiani nelle loro botteghe, i militari, i contadini; voleva che la sua predicazione giungesse a tutti, senza distinzione di ceto e di classe. Era vescovo dunque, ma non smise mai di essere a suo modo missionario.
Storicamente si ricorda il suo impegno per cercare di integrare nella sua diocesi le riforme volute dal Concilio di Trento per arginare la diffusione del Protestantesimo di Lutero in Europa. Ciascuno oggi può vedere e interpretare la sua figura come vuole: i cattolici credenti vi vedranno uno strenuo difensore della fede; i non credenti un fanatico religioso che dedicò tutta la propria vita all’impegno dell’evangelizzazione lottando contro le tendenze protestanti della sua epoca, di certo Francesco di Sales, vissuto a cavallo tra Cinquecento e Seicento, era un uomo figlio del proprio tempo e come tale deve essere letto e giudicato. Lutero stava inventando un Nuovo Testamento, il mondo intero si preparava a uno scisma inevitabile ed ecco che Francesco di Sales difendeva il suo vecchio mondo, ovvero quello cattolico, tramite gli strumenti che aveva a disposizione, armi pacifiche ma di certo più incisive del dialogo, come carta e penna. Ne fece la propria crociata personale fino alla morte, avvenuta nel dicembre del 1622 a Lione. Il 24 gennaio 1623 la sua salma fu trasportata nella cittadina di Annecy e con questa data oggi si fa coincidere la sua canonizzazione. Fu proclamato santo a soli trentatré anni di distanza dalla sua morte.
Papa Francesco l’ha ricordato il 28 dicembre scorso, in occasione del centenario della morte, con la lettera apostolica Totum Amoris Est (Tutto appartiene all’amore, Ndr) che ha ripreso la sintesi del suo pensiero, contenuta nel Trattato dell’amore di Dio:
Se l’uomo pensa con un po’ di attenzione alla divinità, immediatamente sente una qual dolce emozione al cuore, il che prova che Dio è il Dio del cuore umano.
Perché San Francesco di Sales è il patrono di scrittori e giornalisti
Fu Papa Pio XI, nel 1922, a proclamare Francesco di Sales Patrono dei giornalisti e in particolare di:
Tutti quei cattolici che, con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina.
Dobbiamo questa sua seconda “investitura” religiosa al fatto che Francesco di Sales fu uno straordinario innovatore dei mezzi di comunicazione, capace di servirsi di carta e penna per diffondere la propria dottrina e arrivare al popolo. In tempi contemporanei lo definiremo influencer e probabilmente lo vedremmo molto attivo sui social network, oltre che nelle scrittura.
Figlio della sua epoca, nel tardo Cinquecento Francesco di Sales ebbe invece l’idea di servirsi di “foglietti volanti”, anticipando di fatto le Gazzette nate all’inizio del Seicento. Un altro motivo che gli fa onore, come patrono dei giornalisti, è senza dubbio la sua etica professionale: mise sempre il dialogo e il rispetto al centro della sua comunicazione.
Di tutti gli insegnamenti di Francesco di Sales quest’ultimo è senza dubbio quello che oggi meglio si adatta - e con maggiore lungimiranza - all’Ordine dei Giornalisti e offre una lezione anche alla Stampa di oggi che spesso è contaminata dall’hate speech, inneggia al razzismo e all’odio.
Di Sales è anche patrono degli scrittori, assieme ai santi Giovanni Evangelista e Teresa d’Avila. Questo perché lui aveva fede nella parola come “strumento di verità”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era San Francesco di Sales, patrono di scrittori e giornalisti
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