Per dare un giudizio su un testo o su un libro bisogna avere conoscenze approfondite. Vediamo quali sono.
Innanzi tutto bisogna vedere che tipo di testo dobbiamo valutare. Si tratta di un romanzo o di un racconto? È un saggio, un manuale pratico, una sceneggiatura? È un testo narrativo-artistico?
Per giudicare il lavoro altrui, ma anche il proprio, è necessario spaziare tra varie conoscenze e, nello specifico, sapere il più possibile sul tipo di testo su cui stiamo lavorando. Dobbiamo quindi addentrarci nello studio della scrittura creativa e di quella non creativa; quest’ultima costituisce la base per l’altra: si tratta infatti di sapere come nasce per esempio il testo descrittivo e cosa esso sia; come nascono il racconto e l’esposizione come testi che possono, uniti all’invenzione creativa, diventare letteratura dopo un lavoro che qui non diciamo perché ci sarebbe da scrivere almeno un libro solo su questo. Bisogna sapere cosa sia una valutazione per poterlo fare con giustizia e accuratezza.
Per valutare un testo letterario ci dovremo interessare alla scrittura creativa a tutto tondo, con le tecniche letterarie del passato, del presente e con le tendenze e un occhio alle commistioni e al nuovo; considereremo tutto questo con apertura mentale. Ci interesseremo ai generi, alle contaminazioni, agli stili, studiando l’evoluzione della scrittura nel tempo. Nel caso in cui dovessimo considerare uno scritto al fine di un parere recensivo, la cosa potrebbe non essere complicata; diverso potrebbe essere il caso di valutare un libro facendo parte per esempio di una giuria. In quest’ultima eventualità dovremo essere intransigenti con noi stessi, valutare con preparazione e coscienza cercando di fare al meglio delle nostre possibilità, non finendo mai di studiare noi stessi le materie su cui giudichiamo altri.
Fondamentali e imprescindibili saranno per noi la conoscenza della lingua ad alto livello, come quella delle tecniche, di stili e generi e, nel caso di un testo non creativo, dello scritto di saggistica con le sue norme; dovremo interessarci delle contaminazioni e delle novità; dovremo essere aperti al nuovo e guardare al vecchio. Importante sarà per noi cercare di valutare il messaggio/significato, la piacevolezza, l’efficacia di un testo e ne daremo un giudizio che, non può essere che così, sarà personale alla fine, con un importantissimo carico di obiettività. Bisognerà considerare il valore di massima del testo evidenziandone i punti forti e, se possibile, consigliando sui punti deboli o dubbi. A tal fine si valuterà l’insieme e il particolare con gli equilibri e gli eventuali squilibri del testo che, attenzione, potrebbero anche essere voluti dall’autore al fine dell’efficacia o di un messaggio particolari!
Se noi, come valutatori, ci saremo cimentati in svariati tipi di testo nella nostra esperienza scrittoria saremo facilitati nel comprendere il valore, ma anche le eventuali difficoltà insite nel libro che abbiamo sottomano.
Ricapitolando...
Per valutare uno scritto dobbiamo avvalerci di varie conoscenze che comprendono la scrittura non creativa che fa da base a quella creativa che diventa tale con l’aggiunta dell’espressione artistico-letteraria. Non possiamo prescindere dalla conoscenza dei testi cosiddetti “non creativi” come la descrizione e l’esposizione, perché sono la base per poter costruire letteratura.
Una nota a parte la vorrei dedicare al raccontare, perché è importante, specificando che esso nasce come testo non creativo. Inizialmente il racconto era solo orale, poi si è trovato in forma scritta, ma certo non vi erano insite le tecniche letterarie così come le conosciamo oggi. Queste tecniche, diverse nel tempo, si sono aggiunte a creare poi quella che noi definiamo come letteratura. Di per sé raccontare qualcosa non è letteratura, se non vi sono le invenzioni letterarie. Il racconto è spesso poco considerato anche perché di difficile valutazione, non se ne sa dare una lettura soddisfacente. In realtà, visto che questo tipo di narrazione può anche essere non letterario, in pochi si cimentano nella sua valutazione, che può obiettivamente rivelarsi complicata proprio per queste caratteristiche diciamo “cangianti”.
Per un valutatore di testi o di libri, interessarsi di come si scriva una canzone, una poesia, una sceneggiatura, un brano comico, una fiaba, una critica, un’analisi o un commento e particolarmente una recensione, può essere di grande aiuto per il suo lavoro poiché lo aiuta e lo mette in grado di poter apprezzare e valutare più giustamente lo sforzo altrui, notandone la validità o i limiti più precisamente e obiettivamente. Conoscere le caratteristiche dei vari testi è dunque indispensabile per valutare con competenza. La coscienza farà il resto. Le potenzialità del testo in valutazione sono importanti quanto i limiti al fine del giudizio finale. Il testo va considerato nel suo insieme.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come valutare un testo/libro
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