Moby Dick, il classico di Herman Melville, è certamente uno dei libri più conosciuti al mondo, al punto che il numero delle persone che ne hanno almeno sentito parlare è di gran lunga superiore a quello di coloro che lo hanno effettivamente letto, forse perché affrontare il tomo è un’impresa ardua quasi quanto la spietata caccia del capitano Achab alla balena bianca. Impossibile dire qualcosa di nuovo su di un libro già scandagliato palmo a palmo da generazioni di critici; una nuova modesta recensione non potrebbe aggiungere nulla di nuovo. Più utili per chi si appresta a leggerlo, possono invece essere alcuni sintetici consigli, sia pure semiseri.
1. Scegliete la traduzione di Cesare Pavese
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“Moby Dick” è stato stampato da decine di editori e tradotto molteplici volte. Quasi ogni anno le case editrici, pur di vendere a prezzo maggiorato un prodotto che si trova a pochi euro su qualsiasi bancarella dell’usato, propongono nuove e aggiornate traduzioni. Non tenetene conto. Acquistate un’edizione, nuova o usata che sia, con la traduzione di Cesare Pavese. Per alcuni è insuperabile, per altri è superata: di certo è ispirata come poche.
2. Armatevi di santa pazienza
“Moby Dick” non è solo o semplicemente un libro di avventure, ma è anche (o soprattutto) un manuale di cetologia. Innumerevoli le pagine che con piglio scientifico affrontano ogni aspetto delle balene: la struttura ossea, le dimensioni, le viscere, le loro abitudini alimentari, il carattere, le modalità di caccia, le utilità che se ne possono trarre, le balene nella storia e nella letteratura. A volte questi intermezzi sono davvero faticosi da portare avanti, ma alla fine verrete ricompensati da una conoscenza dei “leviatani” così approfondita da fare invidia persino ai marinai del Pequod.
3. Fatevi assistere da un dizionario
Il libro si svolge quasi interamente sopra una nave e molti termini sono mutuati dal linguaggio marinaresco. Se in calce alla vostra edizione non c’è un glossario, è utile consultare un dizionario, in modo da comprendere appieno quel che avviene a bordo del Pequod.
4. Abbandonate per un momento la sensibilità animalista contemporanea
La caccia alle balene è spietata e sanguinaria, tanto più drammatica per la mole e la bellezza dell’essere che viene ucciso. Tante sono le pagine del libro in cui la sofferenza dell’animale viene descritta senza nulla nascondere; per questo, persone dalla spiccata sensibilità animalista potrebbero esserne offese. Consiglio quindi di accantonare riflessioni di carattere morale e di calarsi comunque nella vicenda, da considerarsi prima di tutto una straordinaria metafora della pervicace lotta fra un uomo e la sua ossessione.
5. Compatite il capitano Achab
Lo amerete, per quanto sia scorbutico e tirannico. Achab è un uomo tetro, dallo sguardo torvo e dai modi spicci, ma ha la capacità di far convergere gli animi dei suoi marinai verso il medesimo obiettivo che lo tormenta da anni: la balena bianca che gli ha amputato una gamba. Se vi lasciate trasportare dal suo immenso carisma, non potrete che fare il tifo per lui, giurandogli eterna fedeltà.
6. Prendete tutto il tempo di cui avete bisogno
“Moby Dick” è un’opera corposa, ricca di riflessioni sui temi portanti dell’esistenza. Serve dunque una lettura lenta, meditata, attenta alle sfumature.
7. Dimenticate tutto ciò che sapete
Chi si accinge alla lettura di un libro così famoso è inevitabilmente influenzato da quanto ha appreso negli anni da altre fonti: film, fumetti, riduzioni televisive o per ragazzi. Come spesso accade, la pre-conoscenza diviene un pre-giudizio tale da influenzare la lettura. Sgombrare la mente da tutto ciò che si crede di sapere sul libro è condizione essenziale per affrontarlo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Consigli semiseri per chi si appresta a leggere “Moby Dick”
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Grazie mille per i tuoi consigli. Sono sicuro che mi torneranno utili nella lettura
Mi spiace contraddirla ma se qualcuno mi chiedesse una buona traduzione di Moby Dick di Melville consiglierei senza alcun dubbio l’edizione Feltrinelli, tradotta da Alessandro Ceni.
Ringrazio Cesare Pavese per aver "sdoganato" in Italia questa grande opera, ma non l’ha tradotta, l’ha riscritta... Non essendo a conoscenza della terminologia della pesca alla balena e delle navi baleniere, ha usato una terminologia nautica generica.
Io ho iniziato la lettura con traduzione di A. Ceni e non ho avuto bisogno ne di dizionari e ne di grandi ricerche collaterali, le note - corpose e molto esaustive - sono state di grande aiuto. La traduzione quasi letterale mi ha permesso di affrontare questa avventura. A metà lettura mi sono fatto prestare il Moby Dick di Pavese e l’ho trovato illeggibile e quasi un oltraggio all’opera. Riconosco che quando Pavese tradusse l’opera, negli anni ’40, era sicuramente il modo più consono di farlo, per permettere al lettore italiano di avvicinarsi a quest’opera "enciclopedica" e di non facile lettura, ma oggi è inconcepibile leggere così Moby Dick, a meno che non lo si faccia per motivi di studi linguistici.
Sto finendo di leggere questa meraviglia letteraria. Ho iniziato con la traduzione di Pavese e coraggiosamente la sto portando a termine per una questione di affetto. In alcuni frammenti rasenta l’incomprensibilità, in altri sembra poesia. Ho comprato la traduzione di A. Ceni e ne ho già confrontato dei pezzi. In effetti è molto più scorrevole.
Ho deciso che rileggerò nuovamente l’opera in questa nuova versione.