Che cosa leggevano i grandi della letteratura mondiale? I loro successi come scrittori hanno a che fare con le preferenze librarie? Una risposta, almeno per gli anni ’20 del Novecento a Parigi, la fornisce quell’inesauribile crocevia di storia e cultura che è stata la libreria Shakespeare and Company. E non è poco, considerate le frequentazioni che vantava in quel periodo fortunato. Sylvia Beach offriva ai clienti un servizio di biblioteca su abbonamento: chi non poteva permettersi di acquistare le costose edizioni in lingua inglese, aveva accesso ai volumi in consultazione per qualche giorno. Gli archivi di quei prestiti sono stati acquistati nel 1964 dall’Università di Princeton e una recente campagna di digitalizzazione e studio delle carte restituisce le preferenze di lettura di autori del calibro di Ernest Hemingway, Gertrude Stein, James Joyce, Simone de Beauvoir.
Le schede dei prestiti dei libri di Shakespeare and Company: dove sono conservate
L’Università di Princeton, nella pagina internet dedicata, offre l’intera documentazione, con tanto di motore di ricerca e riproduzione delle schede originali, compilate a mano. Riportano date, titoli, nomi e le inevitabili deduzioni su gusti e preferenze degli intestatari. Il prestito ripetuto dello stesso libro o la restituzione in pochi giorni, ad esempio, è un segno di sicuro gradimento. A voler giocare di fantasia, ci sono le basi per immaginare un club letterario qualificato ed esclusivo. Così l’ateneo suggerisce una sfida agli utenti della rete: indagare i gusti letterari di ciascun autore e rileggere i suoi libri preferiti.
Si delinea un modo nuovo per avvicinare scrittori che hanno appassionato intere generazioni, prolungando la magia del loro lavoro e completando la ricca aneddotica narrata dalla stessa Beach nell’autobiografia pubblicata da Neri Pozza (Shakespeare and Company, 2018) e rievocata in maniera nostalgica da Woody Allen nel film Midnight in Paris. Questa volta a viaggiare nel tempo non è Owen Wilson, ma il professor Joshua Kotin: il curatore del progetto dell’Università di Princeton ha reso pubblici i dettagli delle scoperte in un’intervista sul The Guardian.
Ci sono così tanti tesori da scoprire – spiega -. Sovrapponendo tutte le carte presenti nell’archivio, si potrebbe comporre una torre alta 78 piedi.
I libri preferiti di Hemingway, tra avventure in mare e corride
Ovviamente si tratta di un lavoro a beneficio dei ricercatori, ma può risultare interessante anche per il lettore comune. Così la curiosità di Kotin è un po’ anche la nostra:
Vorremmo comprendere il genio. Quello che Hemingway ha letto ci aiuta a capire cosa ha scritto e la sua grandezza?
In fondo Hemingway era quello che si dice un lettore forte. Per lui alla Shakespeare and Company si faceva un’eccezione, in deroga al limite dei libri concessi in prestito. Leggeva con la stessa voracità con cui viveva, consultando anche quattro volumi contemporaneamente e arrivando fino a dieci in certi periodi. Lo faceva per piacere e per mestiere: un bravo scrittore deve leggere molto e di tutto. Un’abitudine che conservò per tutta la vita. Durante la sua permanenza a Parigi risulta aver preso in prestito più di 90 testi. Dell’elenco fa parte il memoriale di Joshua Slocum Sailing alone around the world: siamo nel 1925, molti anni prima della stesura de Il vecchio e il mare. Ma ci sono anche l’autobiografia di Phineas Taylor Barnum (quello del circo) e L’Amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence. Nel 1926, inoltre, legge Bullfighting di Tom Jones: nello stesso anno racconta le corride in Fiesta. Non sorprende: Hemingway si documentava e la sua scrittura, caratterizzata da una lineare semplicità, era frutto di uno studio accurato.
Gertrude Stein leggeva romanzi d’amore
Gertrude Stein apprezzava i romanzi. La signora del celebre salotto letterario parigino alternava letture impegnate ad altre distensive. A suo nome figurano i prestiti di A love in ancient days di Truda H. Crosfield e Equality Island di Andrew Soutar, rispettivamente un romanzo d’amore e un racconto fantasy. Leggeva inoltre Elizabeth von Arnim, Francis Scott Fitzgerald, Charlotte Mansfield, David Herbert Lawrence. Aimé Césaire prese ripetutamente in prestito i poeti del Rinascimento di Harlem. Jacques Lacan abbinava un libro sulla storia Irlandese all’Ulisse di Joyce.
James Joyce leggeva le biografie di grandi scrittori
E James Joyce? Lui leggeva Gertrude Stein, forse nel desiderio di integrarsi al meglio nella comunità letteraria parigina. In generale sembrava più interessato alle biografie che alle opere degli scrittori: nel 1925 prese in prestito quattro volumi di autori diversi riguardanti la vita di Oscar Wilde, ma era interessato anche a Lewis Carrol. Leggeva George Bernard Shaw, Anton Chechov, William Butler Yeats, Walter Scott. Una curiosità: dopo la pubblicazione del suo Ulisse, a cura della stessa padrona di casa, Sylvia Beach, le sue schede cambiano: i prestiti si fanno rari, sostituiti dagli acquisti.
I libri letti da Claude Cahun e Walter Benjamin
La scrittrice e fotografa Claude Cahun leggeva, sotto lo pseudonimo di Lucie Schwob, Henry James.
A nome di Walter Benjamin sono segnati un dizionario Tedesco-Inglese e The Physical and Metaphysical Works di Lord Bacon: le ultime letture prima del suicidio.
E poi ci sono i membri della libreria meno noti: la più attiva è una certa Alice Killen che prese in prestito centinaia di libri in un lasso di tempo pari a 18 anni.
Come funzionava il prestito dei libri alla Shakespeare and Company?
Di questo sterminato archivio resta la calligrafia precisa della padrona di casa, disposta in righe ordinate su fogli di quaderno a quadretti. Sylvia Beach era meticolosa nelle registrazioni dei prestiti dei libri. Sulle schede si leggono le date di consegna e quelle di restituzione. In alcuni casi ci sono dei conti, probabile testimonianza delle transazioni. I termini sono chiari e venivano resi noti ad ogni nuovo membro della libreria: per 8 franchi e un deposito aggiuntivo di 7 franchi (che veniva restituito alla conclusione del periodo) era possibile abbonarsi per un mese e prendere in prestito 1 libro alla volta. Il pagamento di 12 franchi e 14 di deposito dava diritto al ritiro di due libri a visita: i vecchi volumi potevano essere consultati per due settimane, quelli di pubblicazione recente solo per sette giorni. In caso di ritardo o mancata restituzione si riceveva una nota raffigurante uno Shakespeare esasperato intento a strapparsi i capelli. È ancora il professor Joshua Kotin a fare luce sui ritrovamenti:
È affascinante paragonare le pratiche attuali – i nostri prestiti librari o il contenuto della nostra pagina di Amazon – con quelle di qualcuno vissuto nel passato. Ma scoprire le abitudini di lettura delle persone ha a che fare con un aspetto della vita davvero privato.
Per questo probabilmente, e per proteggere la privacy degli utenti, l’American Library Association prescrive la distruzione delle schede dei prestiti. Ma Shakespeare and Company non era affiliata all’ALA e Beach conservò ogni cosa. Ed io – conclude Joshua Kotin – sono lieto che lo abbia fatto. Difficile non essere d’accordo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cosa leggevano Hemingway, Joyce, Stein? Gusti e preferenze di lettura nelle schede della Shakespeare and Company
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