Cose di Cosa Nostra
- Autore: Giovanni Falcone e Marcelle Padovani
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
Era il 1991 quando il giudice Giovanni Falcone decise di raccogliere in un libro il suo sapere sulla questione mafia. Ed è così, che dalla penna della giornalista Marcelle Padovani (corrispondente da Roma per il giornale” Le Nouvel Observateur), nasce il libro “Cose di Cosa Nostra” (BUR, 2016) in cui, lo stesso Giovanni Falcone mette a nudo il mondo oscuro della criminalità organizzata. In venti interviste avute con la giornalista francese Padovani farà conoscere al mondo il frutto di anni di raccolta di dati e di testimonianze.
Nel 1991, l’anno in cui venne scritto questo libro, il giudice Falcone aveva lasciato la Procura di Palermo (dove era entrato in una sorta di isolamento, perché invidiato, attaccato e anche abbandonato dalla maggior parte dei suoi colleghi) per trasferirsi a Roma con un incarico al Ministero della Giustizia.
Quando si decise a scrivere Cose di Cosa Nostra, dopo anni di sollecitazioni da vari editori, non fu per esibizionismo, per narcisismo o per spirito di vendetta, ma per uscire da un tragico isolamento...
Era giunto il momento di rendere partecipe l’opinione pubblica di quelli che erano i risultati del suo enorme e lungo lavoro, al fine di svelare i segreti più reconditi della mafia.
Il libro è organizzato in sei capitoli, in ognuno dei quali la parte umana dell’uomo Falcone, emerge al pari di quella del magistrato.
Racconti estremamente precisi e dettagliati quelli del giudice, che affronta le tematiche che sono colonne portanti del sistema mafia: dai meccanismi interni, le articolazioni del potere, le modalità di reclutamento e di affiliazione e a tutto il mondo che svela i traffici e le attività illecite.
Da porre sotto una luce particolare è sicuramente l’approccio che Falcone usa negli interrogatori dei cosiddetti “pentiti”: era per lui fondamentale instaurare un rapporto di sincerità e soprattutto di rispetto, che mai sfociava in confidenzialità. Lui aveva di fronte sì dei criminali, ma che erano anche uomini d’onore e questo implicava l’obbligo della verità. L’uomo d’onore, quando lo è per davvero, non può e non deve mentire e deve attenersi rigidamente a tutta una serie di regole proprie della grande famiglia che è Cosa Nostra.
Altro aspetto molto importante, che viene fuori dal metodo usato dal Giudice negli interrogatori agli uomini di mafia, è certamente un immergersi, da siciliano quale era, nelle logiche interne dei comportamenti mafiosi, imparando a riconoscere i significati e le finalità di gesti, sguardi, parole enigmatiche e soprattutto dei silenzi.
...perché questi uomini d’onore hanno mostrato di fidarsi di me?
...perché forse sanno che, quando parlano con me, hanno di fronte un interlocutore che ha respirato la stessa aria di cui loro si nutrono. Sono nato nello stesso quartiere di molti di loro. Conosco a fondo l’anima siciliana. Da una inflessione di voce, da una strizzatina d’occhi capisco molto di più che da lunghi discorsi.
Un libro che sicuramente aiuta il lettore prendere coscienza della tragica realtà mafiosa, ma che aiuta soprattutto a riflettere sulla figura di un uomo, che con il suo modo di vivere e con il suo operato rappresenterà sempre un emblema e un esempio da seguire perché intriso di valori veri ed indiscutibili.
Il messaggio del giudice Falcone è stato e sarà uno solo: la mafia può essere sconfitta!
Cose di Cosa Nostra
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