DDR Museum Guida
- Autore: Sören Marotz, Elke Sieber, Stefan Wolle
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Non so se conta come libro. Per me sì. Nel senso che la guida al “DDR Museum” che ho per le mani, nonostante il formato, non è una brochure tirata via a beneficio di turisti mordi-e-fuggi. Se è per questo nemmeno il museo da cui è mutuata — si trova a Berlino a ridosso dello Sprea - è fine a se stesso. Per intenderci: non è una trappola per allodole nostalgiche di socialismi reali. Dentro al museo (e nella guida conseguentemente) ci passa la storia. Quarant’anni e spiccioli di storia (1949-1990) della Berlino dall’altra parte del muro.
Una specie di salto nel tempo, un tuffo carpiato negli anni del filosovietismo indotto e realizzato. Ciò che si respira al DDR Museum e tra le pagine (con foto, tante) della Guida, è l’aura quotidiana dell’ex Repubblica Democratica Tedesca, fra suggestioni, interazioni, reverie, e altri sentimenti sottili. C’è il Monopoli autarchico in quanto il Monopoli occidentale era espressione di cultura capitalista e dunque non gradito al regime. Ci sono le merci spartane che riempivano gli scaffali tedeschi dell’est (confezioni colorate, conserve, cibi in scatola per i tempi di crisi), ci sono le riviste, i documenti, i giocattoli, le radio, le macchine fotografiche, le foto degli atleti olimpici, della nazionale di calcio, i televisori: i sogni surrogati di un’altra Berlino, una Berlino vicina-lontana, di un occidente vicino-lontano al contempo.
Ci sono - ancora - la Trabant 601 transitata alla storia come le nostre 500 e 600 Fiat, e la Volvo nera di rappresentanza per i pezzi grossi del governo. C’è l’inquietante Kalaschnikov la “sposa del soldato” e ci sono - ricostruiti con minuzia - gli interni poveri della Germania comunista: i salotti con il mobile “tutta parete” in olmo sintetico, le cucine da tinello italiano primi anni Cinquanta, le camerette dei “pionieri” (la meglio gioventù socialista); e poi i pertugi pertinenza della Stasi, l’occhio paranoico della DDR (microspie e delatori ovunque). Antri da brividi sulla schiena: la stanza degli interrogatori e la prigione, in primo luogo. Spartane entrambe, se vi è capitato di vedere Le vite degli altri sapete di cosa sto parlando. La "DDR Museum Guida" è l’ideale rimando cartaceo all’esposizione (milioni di visitatori, anche berlinesi, curiosi di vedere - o di rivivere - la realtà quotidiana dell’altra parte del muro), con il valore aggiunto di sintetiche quanto puntuali informazioni su storia, politica, vita pubblica, usi e costumi dello Stato-succursale dell’URSS meglio funzionante in Europa. Come si interrogano i curatori della Guida (Soren Marotz, Elke Sieber, Stefan Wolle)
Il muro e la cortina di ferro schermavano la DDR dal mondo occidentale. All’interno la Stasi, su incarico del partito unico socialista tedesco (SED) controllava più di sedici milioni di persone. Ma come si presentava la vita nel Socialismo? Si può ridurre tutto a cetrioli della foresta della Spree, FKK (cultura del corpo libero), e prefabbricati? La vita quotidiana era plasmata da sicurezza sociale e dalla piena occupazione, oppure da una situazione economica di penuria e dalle continue attese in fila?
Il libro (e il museo) non mi sembra demonizzino, soffermandosi piuttosto sulla poetica delle piccole cose; gli oggetti minimi di tutti i giorni di portata meta-significante. Per chi fosse interessato all’acquisto: la “DDR Museum Guida” non si trova in libreria. O andate a procurarvela a Berlino, oppure potete richiederla al sito del museo (www.ddr-museum.de) o in una qualsiasi delle librerie online. Ne vale senz’altro la pena.
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Gentile Mario, gentile redazione,
vi ringrazio di cuore per il commento sulla guida del DDR Museum di Berlino. Sono una delle guide accreditate del Museo e sono io ad averla resa in Italiano, fedele al testo e con grandissimo entusiasmo. Il vostro giudizio è anche un giudizio al mio lavoro.
Avete colto nel segno: è un libro che va oltre l´esposizione e ci porta nella vita della gente, senza troppi fronzoli, tra il riso e il pianto.
Grazie!
Maria Paola
PS: c´è una piccola svista. Lo storico, uno degli autori si chiama Wolle, non Volle. Riuscite a correggere?
Gentile Maria Paola, sono io che ringrazio lei delle sue cortesi annotazioni, rinnovandole i complimenti per il lavoro svolto come traduttrice della guida. La visita al DDR Museum rappresenta ad oggi uno dei ricordi più vividi che conservo del mio viaggio a Berlino. Voglia accettare le mie scuse per il refuso, che la puntualissima Redazione di Sololibri.net ritengo non mancherà di correggere.
Cordiali saluti.
mario bonanno