Al Salone del libro di Torino si parla di editoria e soprattutto di dati in Italia, all’intervento partecipano Renata Gorgani, Ricardo Franco Levi, Presidente AIE, Stefano Mauri, del Gruppo GeMS, Giovanni Peresson dell’ufficio studi AIE. L’intervento viene moderato da Sabina Minardi de L’Espresso.
Come sta l’editoria italiana al momento? Scopriamolo insieme dopo questo interessante intervento del Salone.
I dati elaborati da AIE: l’intervento di Peresson
Peresson mostra una serie di dati che fanno vedere in maniera chiara che a partire dal 2011 l’editoria italiana ha iniziato ad riscontrare pesanti segni negativi e poi tra il 2012 e 2014 le perdite dell’editoria sono consistenti. C’è stata poi una lenta ripresa, con una fiammata nel 2017, anche se gli anni successivi non presentano segni positivi.
Questi risultati sono dovuti anche al fatto che molti libri non superano le 100mila copie e tutto questo ha un riflesso importante: negli ultimi anni si sono perse quasi 82 milioni di copie, che Peresson non crede siano stati sostituiti totalmente dal digitale.
Molti settori dell’editoria stanno avendo attualmente grandi problemi, come ad esempio la letteratura per bambini in questo 2019, anche se in questi primi mesi cresce leggermente la narrativa italiana, dato che mostra come gli editori abbiano una maggiore attenzione per ciò che viene pubblicato e forse vi è anche una maggiore attenzione del pubblico per queste tematiche vicine al luogo in cui si vive. A cambiare è anche la ripartizione delle vendite in questi ultimi anni, per la prima volta c’è il sorpasso delle vendite online, rispetto a quelle delle librerie fisiche. Questo è uno degli elementi da guardare con attenzione, come anche che le persone acquistano online per avere la comodità dello store, disponibile in qualsiasi luogo.
Tutti questi fenomeni sono legati a cambiamenti del comportamento del pubblico, aumenta il ruolo che la comunicazione social ha nel veicolare la scelta, mentre diminuisce la scelta del libro in base alle esposizioni nel punto vendita. Peresson spiega come questi elementi mostrino come il 51% delle persone scelga le proprie letture leggendo informazioni su blog e siti. Questo non è il solo elemento interessante, dal momento che ben il 75% delle persone sceglie un testo leggendo la recensione online, digitando semplicemente titolo e autore e effettuano poi l’acquisto tramite il link inserito in pagina.
I social e i canali di comunicazione online sono un elemento che l’editore deve valutare molto bene adesso, dal momento che i dati mostrano sempre più lettori scelgono i propri testi in base a quello che viene suggerito non solo su Instagram e Facebook, oltre che su siti e blog specializzati.
Interessante, spiega Peresson è vedere che a spingere il mercato dell’editoria italiana sono i lettori forti, che sono in media 5 milioni e che generano il 45% delle vendite dell’editoria italiana. Sono questi 5 milioni di lettori che portano avanti le vendite e che permettono di avere dei buoni dati.
Si deve inoltre ricordare sempre che per il ranking molto basso dell’Italia in Europa vi è senza dubbio la mancanza di comprensione dei testi più complessi da parte dei lettori italiani (dati OCSE 2015).
Renata Gorgani: la letteratura per ragazzi in flessione
Dopo tanti anni di risultati leggermente in crescita in questi primi mesi del 2019 si assiste ad un primo rosso. Un elemento che per Renata Gorgani è dovuto un po’ forse alla mancanza di un best seller per ragazzi, come avvenuto per "Bambine Ribelli" e anche se in questi mesi si stanno affacciando delle nuove proposte, non si tratta di testi molto forti per rilanciare il mercato.
Rispetto a quello che è avvenuto in questi anni, quando l’editoria per ragazzi portava un piccolo segno positivo, ora questa scia si è fermata. Non è molto positiva la Gorgani, dal momento che non solo la demografia sta scendendo, ma anche perché sta crescendo una generazione di ragazzi digitali. I ragazzi che stanno crescendo in questo mondo hanno una competenza diversa di lettura, che richiede un modo differente di leggere.
La competenza digitale dei ragazzi è molto frammentata e superficiale e di conseguenza sarà difficile che ne prossimi anni si appassionino alla lettura del cartaceo. Unico modo per riuscire a cambiare le cose è promuovere la lettura e questa promozione la può fare solo la scuola, dal momento che solo in quel frangente abbandonano gli strumenti digitali. Un piano che però non viene preso in esame e per cui nessuno sembra fare nulla.
Stefano Mauri: l’analisi dei dati da parte di un editore
Il sorpasso dell’ecommerce e della vendita dei libri su librai indipendenti e grandi catene era un elemento che ci si aspettava, dice Stefano Mauri, dal momento che si era visto già in altri Paesi. 10 anni fa, quando Amazon sbarcava in Italia, si sapeva che l’e-commerce avrebbe sottratto vendite a tutti e avrebbe portato ad un cambiamento. I librai indipendenti sono senza dubbi quelli che però soffrono di più questo tipo di cambiamento. Da quando esiste l’e-commerce ogni libro che esce inoltre è in competizione con tutti i libri editi, con i libri usati e con i testi che sono stati pubblicati in passato.
Stefano Mauri spiega inoltre che oggi il processo è inverso rispetto al passato, perché se prima si andava in libreria per scegliere un testo adesso su va su Google, si cerca una recensione e si decide oppure a volte si decide di acquistare un testo per i consigli che esso offre, dopo che lo si è trovato su un sito.
Il mondo sta cambiando molto e lo si può vedere bene in America, dopo si è recato Stefano Mauri a febbraio e dove è possibile vedere bene come Netflix abbia una grande fetta di intrattenimento. Interessante è vedere come gli editori negli States pubblichino molti saggi in questo momento, sulla spinta di Trump, ma anche che vengono pubblicati spesso solo se l’autore abbiano già un platform, un gruppo di seguaci su Facebook, Twitter e Facebook.
Franco Levi: una battaglia per riuscire incentivare la lettura
L’AIE compie 150 anni in questo 2019 e il tema della lettura e della comprensione dei testi è un elemento da non sottovalutare, ma che non è una novità per l’Italia.
Secondo Franco Levi, Presidente dell’AIE il problema principale adesso sia la fetta di persone che non riescono a comprendere i testi complessi. Il vero tema adesso è riuscire a affrontare il tema del libro, il tema del sapere e della conoscenza. I prossimi 150 dell’Associazione Italiana Editori devono accompagnarsi ad una crescita e una maggiore consapevolezza del sapere.
Franco Levi spiega che le persone devono essere invitati, guidati e soprattutto che si deve riuscire adesso a creare un programma di introduzione alla lettura e alla cultura in Italia.
Il problema inoltre, aggiunge Stefano Mauri, è anche che l’Italia non investe in questo settore, non incentiva la ricerca, non c’è l’implementazione di progetti che aiutino le persone ad avvicinarsi alla lettura. I dati mostrano come l’Italia si posizioni all’ottavo posto come per il reddito pro capite, ma si è poi alla fine della graduatoria per investimenti in ricerca, cultura e scuola.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dati 2019 e prospettive per l’editoria: siti, social e blog guidano la scelta dei lettori
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Libri come scarpe firmate
Farsi pubblicare, rientrare nei piani editoriali di case editrici sempre alla ricerca di polli da spennare da ammannire ad un pubblico disposto a consumare prodotti di moda così come si fa con l’abbigliamento o con le scarpe firmate, è difficile se non impossibile.
Quando ne parli ti rispondono supponenti che un buon libro si promuove da solo che prima o poi sarà scoperto e pubblicato da quella casa editrice famosa che pubblica prestigiose biografie di calciatori, di partecipanti a programmi televisivi kitsch, di imberbi ragazzine che appaiono in blog dai tanti like.
Poi ti consigliano di leggere, leggere, leggere, come se già non lo facessi da una vita e pagare profumatamente un editor che dopo averti illuso sulla bontà dell’opera ti nega la pubblicazione perché non rientra nei piani editoriali di una casa editrice qualsiasi.
Ma ci sono le case editrici piccole, quelle si che possono offrire il primo step ad un’opera per saggiarne il gradimento presso un pubblico onnivoro che viene strategicamente accusato di non leggere abbastanza ma che poi tritura ben trentamila nuove pubblicazioni l’anno.
E le librerie poi sempre inzeppate di autori ormai famosi che sfornano un libro ogni sei mesi per lettori affezionati su cui contano gli editori che spremono storie sempre uguali a scrittrici o scrittori che si mettono al servizio della casa editrice come ubbidienti travet.
Per non parlare dei testi costruiti da editor su misura per personaggi protagonisti di delitti di ogni genere o come sta succedendo in epoca di pandemia, di ineffabili approfondimenti di esperti e giornalisti d’assalto e dall’eloquio travolgente.
Ecco si dirà che la volpe che non prende l’uva perché troppo alta dice che è acida. Tutto vero, ma spesso l’uva è di quelle che neanche gli uccelli beccano perché acida lo è veramente.