Death to the World è una fanzine statunitense che unisce il Cristianesimo ortodosso e la controcultura punk, nata come risposta alla crisi spirituale e morale che pervade la società contemporanea del cosiddetto "Occidente".
Pubblicata per la prima volta nel 1994 dai monaci del Monastero di San Germano d’Alaska, a Platina, California, rappresenta un esperimento unico di evangelizzazione rivolto a giovani disillusi, turbolenti e introspettivi. Attraverso testi ispirati, iconografie sacre e un’estetica che richiama le grafiche delle fanzine underground, Death to the World si propone da decenni come un manifesto di rivolta spirituale e una chiamata al distacco dalle corruzioni del mondo.
Ma cos’è una fanzine? Il termine deriva dall’inglese “fan magazine” e si riferisce a piccole riviste amatoriali create da "appassionati per appassionati", spesso con mezzi limitati e una distribuzione indipendente. Queste pubblicazioni sono state storicamente uno strumento di espressione per sottoculture e movimenti alternativi, offrendo uno spazio libero da vincoli editoriali per idee, arte e opinioni controcorrente.
In questo contesto, Death to the World si pone come una fanzine atipica, poiché non si limita a parlare di musica o di un movimento controculturale, ma propone una visione radicalmente spirituale della sua protesta, unendo il messaggio del Cristianesimo ortodosso con l’estetica e la filosofia punk.
Le origini di “Death to the World”
Il progetto è nato dall’iniziativa di religiosi che, prima di scegliere la vita monastica, avevano vissuto l’esperienza delle sottoculture punk, hardcore ed heavy metal. Uno dei fondatori più noti è Justin Marler, ex chitarrista della band doom metal “Sleep”, che dopo aver registrato l’album Volume One, nel 1991, lasciò la scena per intraprendere un percorso di sette anni di vita monastica. Questa esperienza personale, unita alla sensibilità dei monaci per la crisi morale del mondo moderno, diede forma a una fanzine che unisce spiritualità e controcultura.
L’idea di creare una fanzine emerse quando i monaci cercarono inizialmente di pubblicare un articolo su Padre Seraphim Rose (1934-1982) nella rivista “Maximum RocknRoll”. Dopo il rifiuto del periodico, decisero di autoprodurre un mezzo di comunicazione proprio. Il nome fu scelto in riferimento al discorso di Gesù nel diciassettesimo capitolo del Vangelo di Giovanni.
Il primo numero di Death to the World uscì nel dicembre del 1994, con una copertina che mostrava un monaco che reggeva un teschio, simbolo del memento mori, e la frase "The Last True Rebellion" (L’ultima vera ribellione).
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Il messaggio di Death to the World: origini e significato di una rivolta spirituale
Il messaggio di Death to the World è che la vera insurrezione non risiede nella distruzione o nel rifiuto superficiale delle istituzioni, ma in una trasformazione spirituale radicale: una rivolta contro il mondo moderno. "Morire al mondo" significa abbandonare le logiche terrene, il nichilismo e la confusione morale, per abbracciare una vita spirituale orientata verso Dio.
Il nichilismo viene descritto dai redattori come il male più pericoloso del nostro tempo, una filosofia che nega ogni verità assoluta e che lascia l’uomo in uno stato di disperazione. In opposizione a questa prospettiva, Death to the World propugna la conversione del cuore, un cambiamento interiore che permetta agli individui di guardare oltre le illusioni del mondo e di abbracciare la verità eterna e divina.
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Il monachesimo come rivolta autentica
I monaci ortodossi vengono presentati come i veri ribelli. Attraverso una vita di rinuncia, di comunità, preghiera e sacrificio, essi incarnano l’ideale di chi recide ogni legame con il mondo corrotto, financo rinunciando alla proprietà privata, per vivere nella pienezza dello spirito. Dormire solo il giusto, mangiare il minimo necessario vivendo intensamente il digiuno e accettare condizioni che altri giudicherebbero estreme non sono segni di sofferenza, ma vie per scoprire che l’unico vero tormento è non conoscere Dio.
Il monachesimo è quindi l’eterna sfida alla società, una scelta creativa e salvifica, capace di curare le ferite dell’anima e del mondo.
Controcultura punk e spiritualità
L’elemento chiave di Death to the World è il suo dialogo con la controcultura punk. I monaci riconoscono che il punk, con il suo rifiuto della corruzione borghese, può rappresentare un primo passo verso la rinascita spirituale, nonché un atteggiamento efficace per affrontare la vita. Tuttavia, i fanzinari sottolineano che fermarsi a una ribellione puramente esteriore significa lasciare incompiuta la ricerca della verità; la testata invita quindi i giovani punk a spingersi oltre, verso una forma di contestazione e di resistenza, che coinvolga l’anima e conduca alla piena realizzazione degli ideali di giustizia e verità.
Death to the World ha avuto un ampio riscontro tra la metà e alla fine degli anni Novanta, arrivando a una tiratura di circa 50.000 copie distribuite a concerti punk, raduni underground e presentazioni, in librerie, edicole, pub e negozi di dischi. Dopo dodici numeri la fanzine cessò temporaneamente le uscite, ma fu ripresa in mano otto anni dopo dalla comunità ortodossa di San Barnaba a Costa Mesa, California, con la supervisione dei monaci di San Germano.
Anche oggi, nel 2025, Death to the World continua a essere un punto di riferimento per chi cerca una protesta autentica, non legata a mode o a ideologie vuote, ma alla ricerca della verità divina. Il suo messaggio resta potente e attuale, offrendo un’alternativa spirituale a una società preda del relativismo, in cui i movimenti rivoluzionari finiscono sempre per divorare sé stessi, tradendo i loro fondatori e degenerando in parodie autodistruttive slegate da ogni principio originario.
Anche i cattolici potrebbero trarre ispirazione da Death to the World per creare fanzine intransigenti che promuovano anche ideali carlisti, controrivoluzionari, legittimisti e strapaesani. Queste pubblicazioni potrebbero diventare strumenti potenti di evangelizzazione e resistenza culturale, promuovendo la conoscenza della santa tradizione e contrastando le correnti corruttrici della società moderna.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Death to the World”: una fanzine punk-cristiano-ortodossa
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