Deserto americano
- Autore: Claire Vaye Watkins
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2015
Uscito nel 2015, “Deserto americano” è il primo libro di una giovane scrittrice dalla storia personale difficile: Claire Vaye Watkins è infatti la figlia di Paul Watkins, colui che procurava le ragazze a Charles Manson, l’assassino di Sharon Tate, per i suoi riti satanici e nel libro sono visibili tracce di quella vicenda.
In una California devastata da una siccità duratura e dilagante, dove non esiste più una società con precise regole di convivenza, e la sopravvivenza è affidata alla capacità di arrangiarsi, Luz, ex-modella dimenticata dal mercato, Ray, un reduce, disertore, amante dello sport e una bambina abbandonata dai genitori e subito adottata dai due, tentano, ognuno a modo suo, di ribellarsi a un’esistenza destinata al fallimento e di sfuggire a un futuro pieno di incognite. Mentre Ray cerca una via di fuga che lo porta, per ironia della sorte, a restare imprigionato tra le grinfie di un sistema tanto arrogante quanto inetto, Luz si abbandona agli eccessi di una setta ribelle all’ordine di evacuazione del territorio e decisa a dilazionare nel tempo l’incontro con l’inevitabile, mentre la bambina poco più che neonata reagisce in modo istintivo e incontrollato. I tre, e gli altri personaggi del romanzo, sono l’esempio eloquente di come l’umanità in pericolo affronti irresponsabilmente la sfida di una natura sfruttata che si riprende il suo predominio. Nella prima parte del romanzo è più evidente il contrasto tra la società californiana ed i suoi simboli di ricchezza e benessere - la piscina, i foulards di Hermes, il suv - e ciò che resta: una vita da zingari priva dei comforts più elementari come una casa, del cibo fresco, l’igiene personale.
L’acqua è il nuovo feticcio, elemento sempre più scarso e perciò razionato, che una politica irragionevole ha già, nella realtà, incominciato a minacciare di esaurire: in questo aspetto il libro di Claire Vaye Watkins si apre ad una evidente denuncia delle discutibili scelte operate dal governo californiano. Ed è proprio l’acqua, agognata in modo addirittura fanatico, a costituire alla fine il pericolo più concreto e letale per un’umanità che non conosce più equilibrio e ragionevolezza. In questa nuova preistoria non manca la setta di sbandati e il suo leader, Levi, personaggio magnetico, amorale, selvaggio e violento, manipolatore; emblema di una società devastata e decadente che non ha più valori in cui credere. E così la terra dell’oro, della fama e degli agrumi - il titolo originale del romanzo è infatti "Gold, fame, citrus" - diventa un deserto di inganni, sopraffazione e sfruttamento. “Deserto americano” è un racconto distopico che è anche un atto di accusa ecologista e insieme un monito morale che affonda le proprie radici e trae ispirazione da una realtà concreta in cui già si profilano i primi segnali dell’apocalisse.
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