Il poeta Alfonso Gatto celebra il mese di maggio in diverse poesie, la più interessante è forse Donna di maggio che fa della sinestesia la propria cifra stilistica fondante. Già in Maggio, il principio del verso coincideva con l’evocazione di un odore e d’una sensazione precisa: “Odore d’orfani odore di garofani”. Il profumo dei fiori si accompagnava a una sensazione di smarrimento, sradicamento, orfanità: l’autore nel “suo maggio” intesseva una trama di vuoto e noia esistenziale, accompagnandola con colori (il grigio), odori (i garofani) e suoni (il battito degli zoccoli) molto precisi, volti a creare un paesaggio che si fa sensazione. Non molto diverso è il tono di Donna di maggio nella quale la poesia di Gatto appare fortemente influenzata dalla pittura di Cézanne, un artista molto amato dal poeta. La struttura del canto in versi liberi è connotata dalla brevità e da uno stile fortemente neo-impressionista. Il verso di Gatto si fa visione, eppure non si limita a descrivere o illustrare seguendo il procedimento retorico dell’ecfrasi, intesse un suggestivo intreccio tra pittura e poesia.
Ne risulta una poesia pittorica, non semplicemente da leggere, ma da “vedere”.
Scopriamone testo e analisi.
“Donna di maggio” di Alfonso Gatto: testo
Donna di maggio
tuffata in odore
la marina ilare ride
nel vento che ti sgola.Un nome chiami
è rosso d’una veste
tra luce ed ombra
rapida alla sera.Ed al tuo sangue
al tuo dispetto in bocca
il vento sceglie i fiori.Improvvìsi le gote
avvolta nella tua carne,
nella freschezza di maggio.
“Donna di maggio” di Alfonso Gatto: analisi e commento
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“Vedere è solo credere ai tuoi occhi”, la poesia di Alfonso Gatto potrebbe essere racchiusa in questa estrema sintesi. I suoi versi immaginifici, a tratti ermetici, ci consegnano una visione che va ben oltre lo sguardo e diventa esperienza, sensazione fisica e tattile. “Vedere” per Gatto è un atto di consapevolezza, una scelta personale che si traduce nella ricerca dell’assoluto attraverso la parola.
Donna di maggio è una poesia basata sulla figura retorica della sinestesia, ovvero l’associazione di due sfere sensoriali distinte che in questo caso sembrano triplicarsi e persino moltiplicarsi: odore, vista, gusto e tatto diventano un tutt’uno e sembrano consegnarci una sensazione che è la sostanza stessa del mese di maggio. C’è l’odore del mare, il suono cristallino d’una risata, il rosso purpureo e intenso del tramonto, la leggerezza d’un vento caldo che trasporta petali di fiori profumati, luce e ombra che si alternano vorticosamente, il sapore acre del sangue e il rosso delle guance morbide e fresche.
La pittura di Cézanne, che ispirò Alfonso Gatto, era caratterizzata dal peculiare stile a macchia, in cui ogni pennellata è stesa con energia, una singola “macchia di colore” per l’appunto che acquista senso e significato solo se vista insieme alle altre - con una presa di distanza - attraverso una visione d’insieme. La macchia di colore di Paul Cézanne, non a caso ritenuto il precursore di un nuovo linguaggio pittorico, ricorda la poesia di Gatto in cui non possiamo isolare un singolo verso e pretendere di comprenderlo o parafrasarlo, serve la visione totale e complessiva: è la poesia, nel suo fitto concatenarsi sinestetico, a consegnarci intatta la sensazione racchiusa - come un segreto, la perla dell’ostrica - nelle parole.
Cézanne è considerato l’anticipatore del cubismo e dell’astrattismo in pittura; Gatto ebbe la lungimiranza di tradurre lo stile di Cézanne nella scrittura creando così una forma di ermetismo fortemente impressionista.
Qual è il significato, dunque? Nella sua Donna di maggio Alfonso Gatto ci consegna un ritratto di donna che in realtà è una stagione, ce la fa sentire sulla pelle come se ci accarezzasse, ci fa udire la sua risata. Il risultato è una poesia che sembra un quadro impressionista acceso di un colore rosso vivido, eppure ha la sua forza nella parola che diventa odore e suono e visione.
Nessun quadro potrebbe mai trasmetterci la varietà di sensazioni che ci restituisce Gatto attraverso il tripudio espressivo di questa sua poesia, dove la parola scritta si fa eco perfetta dell’assoluto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Donna di maggio”: la poesia pittorica di Alfonso Gatto
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