La poesia del 1863 Dualismo di Arrigo Boito, scrittore, compositore e librettista, è considerata il manifesto della Scapigliatura.
Inserita in apertura nella raccolta Il libro dei versi, Dualismo dà voce alla condizione spirituale lacerata degli Scapigliati ed è espressione sia della crisi dell’uomo contemporaneo, sia del dualismo insito nella natura umana.
Vediamo insieme testo, parafrasi, analisi e commento della poesia.
Testo della poesia Dualismo
Son luce ed ombra; angelica
Farfalla o verme immondo,
Sono un caduto chèrubo
Dannato a errar sul mondo,
O un demone che sale,
Affaticando l’ale,
Verso un lontano ciel.
Ecco perché nell’intime
Cogitazioni io sento
La bestemmia dell’angelo
Che irride al suo tormento,
O l’umile orazione
Dell’esule dimone
Che riede a Dio, fedel.
Ecco perché m’affascina
L’ebbrezza di due canti,
Ecco perché mi lacera
L’angoscia di due pianti,
Ecco perché il sorriso
Che mi contorce il viso
O che m’allarga il cuor.
Ecco perché la torbida
Ridda de’ miei pensieri,
Or mansüeti e rosei.
Or violenti e neri;
Ecco perché con tetro
Tedio, avvicendo il metro
De’ carmi animator.
O creature fragili
Dal genio onnipossente!
Forse noi siam l'homunculus
D’un chimico demente,
Forse di fango e foco
Per ozïoso gioco
Un buio Iddio ci fé
E ci scagliò sull’umida
Gleba che c’incatena,
Poi dal suo ciel guatandoci
Rise alla pazza scena,
E un dì a distrar la noia
Della sua lunga gioia
Ci schiaccerà col piè.
E noi viviam, famelici
Di fede o d’altri inganni,
Rigirando il rosario
Monotono degli anni,
Dove ogni gemma brilla
Di pianto, acerba stilla
Fatta d’acerbo duol.
Talor, se sono il dèmone
Redento che s’indìa,
Sento dall’alma effondersi
Una speranza pia
E sul mio buio viso
Del gaio paradiso
Mi fulgureggia il sol.
L’illusïon — libellula
Che bacia i fiorellini
— L’illusïon — scoiattolo
Che danza in cima i pini
— L’illusïon — fanciulla
Che trama e si trastulla
Colle fibre del cor,
Viene ancora a sorridermi
Nei dì più mesti e soli
E mi sospinge l’anima
Ai canti, ai carmi, ai voli;
E a turbinar m’attira
Nella profonda spira
Dell’estro idëator.
E sogno un’Arte eterea
Che forse in cielo ha norma,
Franca dai rudi vincoli
Del metro e della forma,
Piena dell’Ideale
Che mi fa batter l’ale
E che seguir non so.
Ma poi, se avvien che l’angelo
Fiaccato si ridesti,
I santi sogni fuggono
Impäuriti e mesti;
Allor, davanti al raggio
Del mutato miraggio,
Quasi rapito, sto.
E sogno allor la magica
Circe col suo corteo
D’alci e di pardi, attoniti
Nel loro incanto reo.
E il cielo, altezza impervia.
Derido e di protervia
Mi pasco e di velen.
E sogno un’Arte reproba
Che smaga il mio pensiero
Dietro le basse imagini
D’un ver che mente al Vero
E in aspro carme immerso
Sulle mie labbra il verso
Bestemmïando vien.
Questa è la vita! l’ebete
Vita che c’innamora.
Lenta che pare un secolo,
Breve che pare un’ora;
Un agitarsi alterno
Fra paradiso e inferno
Che non s’accheta più!
Come istrïon, su cupida
Plebe di rischio ingorda,
Fa pompa d’equilibrio
Sovra una tesa corda,
Tale è l’uman, librato
Fra un sogno di peccato
E un sogno di virtù.
Parafrasi di Dualismo
Sono luce ed ombra, farfalla e verme ripugnante; sono un angelo che, divenuto demonio, è condannato a vagare per il mondo oppure un demone che si sforza di tornare alla propria condizione originaria, salendo a fatica verso il cielo.
Questo è il motivo per cui nei miei intimi pensieri sento bestemmiare l’angelo, che in questo modo manifesta il disprezzo per la sua condizione di angelo caduto, oppure sento la preghiera umile dell’angelo caduto che ritorna a Dio.
Ecco perché sono affascinato sia dalla poesia che nega ogni speranza di fede, sia da quella che canta la speranza della fede. Ecco perché sono ugualmente tormentato dall’angoscia di chi è escluso per sempre dal cielo, e di chi desidera tornarvi. Ecco perché posso avere il ghigno di scherno dell’angelo caduto o il sorriso di gioia del demone redento.
Ecco perché i miei pensieri si avvicendano, ora positivi, ora negativi, e perché alterno versi poetici sereni e tragici, oppresso dal sentimento angoscioso del nulla.
Noi uomini siamo creature fragili, forse create in laboratorio da un chimico stravagante. Forse un Dio malvagio ci creò per puro divertimento. Per poi, una volta scagliati sulla terra, ridere della sua stessa creatura; un domani ci annienterà con altrettanto divertimento per allontanare la malattia interiore della noia.
Intanto noi uomini continuiamo a vivere assetati di fede, mentre gli anni si succedono monotoni, negativi e dolorosi come i grani di un rosario.
Quando mi sento il demone redento che si innalza verso Dio, sono pieno di speranza e sul mio viso risplende la luce del Paradiso.
L’illusione- che è come una libellula, uno scoiattolo, una fanciulla innamorata-, è il motore della mia creazione artistica nei giorni di tristezza e solitudine.
Sogno un’arte pura che ha nel cielo le sue leggi, un’arte libera da metrica e forme della tradizione capace di trasformarmi in un angelo redento.
Se invece è il demonio a prendere il sopravvento, la speranza si dilegua e io rimango attonito.
Sogno la maga Circe accompagnata da alci e leopardi, inconsapevoli della loro condizione, frutto di un incantesimo. Mi nutro di arrogante superbia per sfidare il cielo. Sogno un’arte dannata che fa smarrire i miei pensieri in immagini fisicamente e moralmente degradate di un Vero negativo; e sogno una poesia aspra nei suoni e nelle forme.
La vita è questa! Una vita priva di senso, soggettivamente lunga o breve, caratterizzata da un’altalena di gioia e dolore. Come un funambolo sfoggia le sue capacità acrobatiche su una corda sospesa nel vuoto, per divertire la morbosa curiosità della folla, così l’essere umano resta sospeso tra peccato e virtù.
Schema della poesia e analisi retorica
- Schema metrico: sedici strofe di sette settenari ciascuna.
- Schema delle rime: abcbdde. Il verso tronco finale di ogni strofa rima con l’ultimo verso di quella successiva.
Coerentemente con il titolo, il testo di Dualismo è costruito sull’antitesi e sull’ossimoro, entrambi funzionali al tema veicolato poiché le due figure retoriche accostano, in frasi separate e non, termini concettualmente opposti.
Esempi di antitesi:
- luce/ombra
- farfalla/verme
- demone che aspira alla redenzione/demone che ride della sua caduta
- sorriso di gioia/ghigno di scherno
- pensieri rosei/pensieri violenti
Esempi di ossimoro:
- caduto chèrubo
- buio Iddio
- demone redento
- angelo fiaccato
- incanto reo
Commento alla poesia
Quest’ode di Arrigo Boito sintetizza la concezione degli Scapigliati della vita e dell’arte.
La vita umana procede su un doppio binario di bene e male che sono due facce della stessa medaglia, come esemplificato in modo chiaro dalla figura dell’angelo ribelle, in cui convivono la tendenza alla luce e al buio. Dunque nell’uomo sono presenti: bene e male; virtù e peccato; debolezza e grandezza. A seconda della prevalenza di una di queste componenti, il poeta si orienta verso l’ideale cui inutilmente aspira, oppure si orienta, compiaciuto di tanta bassezza verso il reale, da intendersi come sacche di degrado fisico e morale. L’artista scapigliato è scisso tra il suo presente (brutto, turpe e doloroso) sullo sfondo del nascente industrialismo in Italia e un ideale di purezza estetica e bellezza morale.
La dichiarazione programmatica è la seguente: il poeta aspira a una bellezza ideale, ma poiché questa bellezza è irraggiungibile, l’unico oggetto della poesia è il prosaico presente con il risultato di versi aspri e sgradevoli.
Il funambolo dell’ultima strofa, che rappresenta il poeta, anticipa il poeta-clown-saltimbanco di Palazzeschi del testo E lasciatemi divertire! del 1909. Diverso è il caso di Böll, esponente della neoavanguardia tedesca degli anni ’50, nel romanzo Opinioni di un clown del 1963. In questo caso il clown dà voce alla critica della crisi di valori in Germania nel Secondo Dopoguerra.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Dualismo” di Arrigo Boito: testo, parafrasi e analisi della poesia
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