Quella tra Poe e Virginia Eliza Clemm è una delle storie d’amore più discusse della letteratura: spesso si parla della “moglie bambina” di Edgar Allan Poe, per sottolineare la giovane età della sposa. Ma come andarono esattamente le cose?
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Tutte le passioni di Edgar Allan Poe erano oscure, del resto lui stesso è divenuto il simbolo della letteratura gotica e maledetta. Ma all’origine dell’attrazione di Poe per il mistero, per l’inafferrabile, per le tenebre e la prospettiva di morte che esse racchiudono vi è anche un grave trauma: la morte della giovane moglie Virginia. Fu la perdita che segnò in maniera irreparabile la vita dell’autore e fu, probabilmente, alla base delle sue opere più celebri. La dicotomia eros e thanatos, la sintesi estrema e impossibile tra “amore” e “morte” trae forza e ragion d’essere proprio da una tragica storia d’amore, finita nel peggiore dei modi possibili.
La morte di Virginia all’origine della narrativa di Poe
La vita e la morte di Virginia Eliza Clemm ritornano nell’opera di Poe trasfigurati nella visione di morte, nel lutto inesprimibile, non secondario, inevitabile: è lei la Leonora de Il corvo, lei la Annabel Lee che giace in un sepolcro, in una tomba immersa nel “sonante mare”. Edgar Allan Poe non avrebbe mai trovato una risposta per la precoce morte di Virginia nelle apparenze del mondo sensibile e allora si rifugiò nel mondo interiore, imperscrutabile e oscuro che contiene le contraddizioni e le lacerazioni che sono il materiale primario della letteratura e di ogni narrazione.
Il fantasma di Virginia avrebbe perseguitato Edgar per tutta la vita e forse proprio lei è all’origine della fama “maledetta” di Poe.
Di lei ci è pervenuto un ritratto fantasmatico, dalle tinte sfumate, che la ritrae con un’espressione melanconica: sembrava un essere ultraterreno già da viva. Il dipinto è stato realizzato con ogni probabilità da Marie Louise Shew, l’infermiera di Virginia, che la assistette durante i suoi ultimi mesi di vita. Pare che fu lo stesso Poe a chiedere a Marie Louise di realizzare il ritratto per conservare un’immagine della moglie, una sua effige capace di durare nel tempo e persino oltre la sua memoria personale e privata. Forse tutta l’opera di Poe dopotutto fu un tentativo di far “sopravvivere” Virginia.
Virginia era davvero la “sposa bambina” di Poe?
Si tramanda l’idea di Virginia Clemm come “sposa bambina” di Poe; ma possiamo davvero definirla così? Una certa aura infantile è sempre rimasta invincibilmente legata alla sua persona. Quel che è certo è che Virginia conobbe Edgar la prima volta all’età di sette anni, quando lui fece visita alla zia Maria Clemm dopo il congedo dall’esercito. I due erano dunque cugini di primo grado, ma questo non era un fatto scandaloso per l’epoca in cui il matrimonio tra cugini era un fatto piuttosto comune. Più scandalosa, invece, era la giovane età della sposa. Secondo quanto riportano le lettere pare che Poe rivelò le sue intenzioni amorose nei confronti di Virginia spinto (e forse sopraffatto) dalla gelosia, quando a chiedere la mano di lei fu un altro cugino, Neilson Poe, giudice di Baltimora. Nelle lettere Edgar definì Nelson come suo “acerrimo nemico” e da quel momento non si diede pace: doveva sposare Virginia, a ogni costo.
Il matrimonio in effetti fu celebrato il 22 settembre 1835. I certificati di nozze riportavano per Virginia un certificato anagrafico falso: in realtà lei aveva tredici anni, ma l’età fu spostata a 21 per farla risultare maggiorenne e dunque consapevole e consenziente. Tutto questo va naturalmente analizzato secondo il contesto culturale dell’epoca, in cui un matrimonio in giovane età non era affatto cosa rara. Probabilmente dietro questo contratto matrimoniale ci furono anche questioni e ragioni economiche. Ma, in verità, nulla ci lascia dubitare che non sia stato vero amore. Lui si prese cura di lei e le permise di studiare, cosa che non era affatto scontata nell’Ottocento, in cui di rado alle donne venivano concesse professioni o svaghi intellettuali. Edgar invece riconosceva il talento della moglie per l’arte, la poesia e la musica. Virginia fu eternamente devota a Poe, sino alla morte.
Si ammalò gravemente di tubercolosi nel 1846 e le sue condizioni peggiorarono in fretta. Morì il 30 gennaio 1847, dopo essere stata costretta a letto per mesi, a soli ventiquattro anni. Poe avrebbe fatto visita alla sua tomba ogni giorno per anni; alcuni testimoni dicono che vi si recava persino nelle sere d’inverno, sfidando la neve e il vento, incurante del rischio di morire congelato.
Che aspetto aveva, Virginia? I biografi dell’epoca la descrivono come una bellezza non comune, eterea, davvero degna di una musa ispiratrice:
La signora Poe appariva molto giovane; aveva grandi occhi neri, e una carnagione di un candore perlato, un pallore perfetto.
Il ritratto, perfettamente conservato, ce la restituisce in tutto il suo candido fascino malinconico che, nonostante il trascorrere dei secoli, non ha perduto un briciolo della propria suggestione. Saranno poi le parole di Edgar Allan Poe a suggellare per sempre, con il sacro fuoco della letteratura, la memoria dell’eternamente giovane Virginia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Edgar Allan Poe e la moglie Virginia: la verità di una storia d’amore oscura
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