Esame di Maturità 2019: quali sono i cambiamenti? Negli ultimi mesi si è parlato molto dei cambiamenti che sarebbero stati introdotti nella scuola con l’approvazione delle deleghe della Buona Scuola.
Molti studenti, quindi, vorranno sapere cosa li attenderà tra due anni e tutte le novità introdotte con l’approvazione definitiva della riforma.
Se finora, infatti, l’Esame di Maturità aveva previsto tre prove scritte e una orale, con un certo numero di crediti da poter ottenere nel triennio e la sufficienza in tutte le materie per l’ammissione, l’approvazione delle deleghe introduce alcune novità.
Le novità riguarderanno gli studenti che sosterranno l’esame tra due anni, ossia quelli che in questo momento stanno frequentando il terzo anno di scuola superiore. Vediamo le novità introdotte.
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Esame di Maturità 2019: come cambia l’ammissione?
Sulla base delle deleghe alla legge 107/15 approvate si saranno alcune novità relative all’Esame di Maturità dell’anno scolastico 2018/2019.
La maggior parte di esse riguardano l’aspetto della valutazione, visto anche il fatto che nell’ultimo periodo si discuteva se ammettere gli studenti con la media del 6 o continuare a richiedere per l’ammissione la sufficienza in tutte le materie.
Da questo punto di vista non ci sono grosse novità: per essere ammessi agli esami di maturità continuerà ad essere necessario il 6 in tutte le materie, anche se un 5 potrà essere trasformato in una sufficienza purché allo studente vengano ridotti i crediti formativi accumulati nei tre anni.
Questo perché, secondo il Miur, uno studente che ha preso tutte sufficienze non può essere messo sullo stesso piano di uno che sia stato “salvato” all’ultimo minuto grazie al passaggio dal 5 al 6 in alcune materie.
Inoltre il credito massimo accumulabile nei tre anni non è più di 25 punti, ma passa a 40 punti, pur rimanendo invariata la votazione massima raggiungibile dallo studente all’Esame di Maturità.
Esame di Maturità 2019: come cambia l’esame?
Le novità più grandi si avranno dal punto di vista dell’organizzazione della prova d’esame visto che le prove scritte non saranno più tre, ma soltanto due.
Restano, dunque, la prima prova e la seconda prova che permetteranno allo studente di ottenere un punteggio di 20 punti a prova (finora erano 15), ma viene abolita la terza prova, il quizzone preparato dagli insegnanti su alcune delle materie dell’istituto.
Per quanto riguarda il colloquio orale, i punti scendono da 30 a 20, mentre rimane il bonus di 5 punti che viene assegnato dalla commissione.
Nonostante il fatto non ci sia più la terza prova, vengono introdotte le prove Invalsi, da sostenere prima dell’esame.
Gli esiti delle prove Invalsi confluiranno nel voto finale?
Come abbiamo detto, dunque, a partire dalla Maturità 2019 saranno introdotte le prove Invalsi che verteranno su tre materie: italiano, matematica e inglese.
La prova di inglese sarà standardizzata e volta a indagare le abilità di comprensione e uso della lingua inglese, in base al Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue.
Inizialmente si era discusso sul fatto che le prove invalsi diventassero una delle prove d’esame, sostituendo la terza prova. Con la riforma approvata, invece, lo svolgimento della prova invalsi sarà requisito di ammissione all’esame, ma la votazione non confluirà nel voto finale.
Nonostante ciò, il punteggio ottenuto con lo svolgimento delle prove Invalsi verrà riportato nella documentazione allegata al diploma.
Esame di Maturità 2019: Commissione d’esame e alternanza scuola-lavoro
Con la nuova riforma, sarà attribuita una maggiore importanza all’alternanza scuola-lavoro che diventa requisito per l’ammissione.
Durante lo svolgimento delle attività lavorative previste, gli studenti dovranno produrre un progetto che influirà sull’ammissione all’Esame di Maturità.
Non sono state introdotte novità, invece, relativamente alla Commissione d’esame: un Presidente esterno, commissari interni e tre commissari esterni.
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