Fazi nella sua Collana “Le strade” riedita “Evelina” (2019, traduzione di Chiara Vatteroni, pp. 750, 20,00 euro) di Frances Fanny Burney (King’s Lynn, 13 giugno 1752 – Bath, 6 gennaio 1840), romanzo epistolare pubblicato in forma anonima nel 1778.
Figlia del famoso storico della musica e compositore Charles Burney, Frances Burney è universalmente riconosciuta come una delle madri del romanzo inglese. Autrice di quattro romanzi (“Evelina: Or the History of a Young Lady’s Entrance into the World”, “Cecilia: Or, Memoirs of an Heiress” 1782, “Camilla: Or, A Picture of Youth” 1796. “The Wanderer: Or, Female Difficulties”, 1814), otto pièce teatrali, una biografia e venti volumi di diari e lettere, la Burney nella sua prima opera letteraria, coperta dall’anonimato, si divertì molto a mettere in ridicolo tutte quelle sciocche convenzioni che erano i pilastri della società inglese del XVIII secolo. E fu certamente per questo motivo che Jane Austen, assidua lettrice di Fanny Burney, leggendo “Cecilia”, trasse dalle pagine finali del testo il titolo da dare al suo capolavoro: “Orgoglio e pregiudizio”.
Romanzo sentimentale, di formazione al femminile, di costume ed epistolare, tutto questo è “Evelina”, volume scritto con brio e humour che appena edito regalò fama alla brava autrice, che descrive magnificamente le peripezie della sua eroina. Evelina “dotata di una mente virtuosa, di un intelletto coltivato e di un cuore sensibile”, giovane ingenua, a causa della sua nascita, ha sempre vissuto i suoi diciassette anni isolata e appartata in campagna. Ma adesso le cose stanno per cambiare, l’inesperta Evelina, fa il suo “Ingresso nel Mondo”.
Evelina, figlia naturale di un nobile inglese, Lord Belmont, è stata allevata con dedizione e cura da Mr Villars, un reverendo che già aveva cresciuto la madre, morta nel darla alla luce. Giunta all’età di diciassette anni, Evelina accoglie l’invito di alcuni amici per recarsi a Londra. Qui la ragazza introdotta alla vita mondana, ha l’occasione di conoscere Lord Orville. Lord Orville ed Evelina s’innamorano, ma il loro amore è contrastato da incomprensioni e dal fatto che, apparentemente, la giovane sembra di un lignaggio inferiore a quello del suo innamorato. Nel frattempo, c’è anche la vicenda intricata del riconoscimento legale di Evelina da parte di Lord Belmont. È interessante notare come Evelina impari, poco alla volta, a districarsi nei meandri di una società ipocrita e convenzionale come quella inglese, qui magnificamente ritratta dall’autrice, ideale testimone di un’epoca.
Esiste forse, mio buon signore, per un cuore amico evento più penoso della necessità di comunicare una notizia sgradevole?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Evelina" di Fanny Burney, autrice preferita di Jane Austen
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