Pochi giorni fa il mio alunno Giacomo mi ha portato un libretto che non conoscevo ma che tratta di un’esperienza di cui val la pena essere partecipi. Il libro si intitola “Fai la cosa giusta” ed è stato scritto da Massimo Zenobio, presidente di un’associazione di volontariato genovese dal nome “I pagliacci della Lanterna”.
Qui è narrata una delle esperienze dei volontari che si recano negli ospedali, in particolare quelli infantili, abbigliati in maniera buffa, con naso rosso, parrucche colorate, vestiti stravaganti per rendere più luminose le giornate dei piccoli malati. E’ la terapia sperimentata da Patch Adams, medico e attivista statunitense la cui esperienza è divenuta anche un film e conosciuta in tutto il mondo come “la terapia del sorriso” che, visti i risultati, fa miracoli davvero.
Massimo Zenobio, con i suoi travestimenti, entra nell’Istituto Giannina Gaslini di Genova ove si recano famiglie da tutta Italia con la speranza di una cura risolutiva per i loro piccoli. Il libro è il racconto di una di queste esperienze, dell’amicizia che il narratore, insieme a Gabriella, sua collaboratrice in quest’attività, stringe con “il suo angelo, la sua principessina”, una piccola paziente che lui cela dietro il nome di Silvia. Inizialmente lo scambio d’amicizia non ha luogo nonostante Zenobio tenga tanto a questo particolare incarico. Silvia, ricoverata in terapia intensiva, non ha voglia di reagire alla triste situazione che sta vivendo, nonostante la famiglia le sia affettuosamente vicina e partecipi alle divertenti attività proposte dai volontari. Nulla serve allo scopo di strapparle un sorriso: né i giochi con le carte, né il libro magico che si colora da solo. Poi è la volta dei palloncini...
“Evviva! Scoppia una risata che riempie la stanza, soprattutto i nostri cuori”
scrive Zenobio. Pian piano quel muro di silenzio si sgretola; un “mattone della sofferenza” è stato spostato, altri lo saranno in breve tempo. Massimo Zenobio torna dalla sua principessa per alcune settimane senza sentire la fatica, nonostante ogni giorno debba affrontare faticosi turni di lavoro e sebbene la vicenda abbia luogo nel caldo ferragosto. Questa continua ad essere un’esperienza senza paragoni: Silvia cerca il suo compagno di giochi travestito in modo clownesco, sia in foggia maschile che femminile. Pensa di avere più amici ma è sempre lui che solo cambia abito perché i vestiti grondano sudore e necessitano di essere rinfrescati, lui che, con giochi e scherzi, le strappa quei sorrisi che valgono quanto una vincita alla lotteria. Si arriva alla fine della settimana tra giochi e passatempi e, finalmente, dalla bocca della principessa escono tre magiche parole: “Ti voglio bene”. Nulla riempie e scalda tanta l’animo di chi le ascolta. Per magia, per amore e per merito dell’equipe medica, Silvia migliora mentre l’amico clown la segue passo passo. Nel frattempo questi stringe amicizia e fa sorridere altri bambini del reparto in cui ha portato, con i suoi personaggi, una ventata di felicità. Ormai gli esami cui la piccola è sottoposta mostrano un netto miglioramento. Così ... ecco ... il giorno successivo, Silvia è staccata dal macchinario “rilascia terapie”: un’emozione immensa da celare, da trattenere dentro il cuore di chi è adulto per non turbare, non stancare lei che ha solo cinque anni ed è ancora troppo fragile. Così scorre la vicenda che culmina con l’uscita della piccola dalla terapia intensiva e si avvicina alla guarigione. Chi è grande lo sa: tra poco bisognerà salutarla. Prima, però, è anche d’obbligo la “festa di non – compleanno” dove si gioca, si ride e, soprattutto si canta: “Tante angurie a te...!”. Pochi giorni dopo, i saluti. Bisogna mostrarsi allegri, pensare che lei non abita così lontano; ma l’amore lascia, per fortuna, ricordi, tracce indelebili in chi dà e in chi riceve anche se, un po’ egoisticamente, è difficile lasciar partire quelli a cui si vuol bene. Lo sa Massimo Zenobio, così come i suoi collaboratori che, seppur con nostalgia, sorridono quando i piccoli pazienti lasciano l’ospedale.
Ma quel che è più importante è ciò che è scritto dall’autore in una delle ultime pagine del libro:
“Mi piace giocare con i bambini e dare ai loro genitori un attimo di stacco dalla dura realtà. Non è sempre facile, a volte il sorriso che aspetto non arriva subito, ma sicuramente poi arriverà. Non ho premura, so aspettare. Comunque, quello che a me più importa è che i loro drammi si risolvano in fretta. Vorrei che tutti i bimbi che ho incontrato, incontro e incontrerò guarissero presto e riprendessero a giocare, come tutti i bambini del mondo”.
Complimenti a Massimo e a tutti i volontari che danno un po’ di se stessi giornalmente e sono manifestazione di ottimismo, di fiducia incrollabile e, soprattutto, di un cuore immensamente grande.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Fai la cosa giusta” di Massimo Zenobio: un piccolo libro con un grande messaggio
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