For What it’s Worth. Lo sguardo dell’Italia sui festival rock americani e inglesi degli anni Sessanta
- Autore: Ida Stamile
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
In quanto a concerti e Festival, il mondo anglosassone era messo bene. Da quelle parti, i giovani appassionati di musica sono cresciuti a pane e Monterey, Woodstock, Altamont, isola di Wight.
Siamo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo, il rock sta offrendo il meglio di sé: la complicità con gli hippy, con l’arte psichedelica e le sostanze psicotrope (l’Lsd su tutte) si rivelerà decisiva. Cambia tutto: le idee, il modo di vestire, di pensare, di portare i capelli, l’arte grafica, anche il rapporto con la famiglia e il consumismo sta arrivando a un punto di rottura. Nei Festival si respira un’aria nuova, e non è solo una questione artistica. Ci si vede, ci si ritrova assieme a gente sintonizzata sulla stessa lunghezza d’onda.
Mentre la guerra in Vietnam impazza, Praga soffoca sotto i tank del Patto di Varsavia e la vecchia società cerca di difendere il proprio status quo. Per non tacere del fatto che anche i grandi raduni si sporcano di contraddizioni niente male. Basta e avanza l’omicidio di Meredith Hunter, pestato e accoltellato a morte dagli Hell’s Angel nel 1969 durante l’edizione dell’Altamont Free Festival.
Tutto questo e molto di più accadeva lontano dalle nostre lande, dove al massimo potevamo sorbirci l’ennesima edizione del Cantagiro. Ma noi italiani, cosa sapevamo di quel che accadeva negli Stati Uniti o nella perfida Albione in quegli anni?
For What it’s Worth (Arcana, 2022) prova a rispondere all’interrogativo attraverso un’accurata indagine delle riviste di settore uscite in Italia tra la fine degli anni ’60 a oggi. Un lavoro che la giornalista e scrittrice Ida Stamile, portatrice sana di una scrittura vivace e scorrevole, ha svolto con passione e competenza.
Dal libro, il cui titolo rappresenta un omaggio a un vecchio successo dei Buffalo Springfield, si deduce che la stampa musicale italiana non era ancora pronta a percepire i cambiamenti in arrivo da oltreoceano e da oltremanica.
Il primo ad accorgersi che qualcosa si stava muovendo è Riccardo Bertoncelli, poi l’arrivo di Ciao 2001 e di riviste di rottura come Gong o Muzak chiuderanno il cerchio.
Ma il volume non è solo una rassegna di articoli più o meno datati, è anche l’occasione per ricucire la storia e gli avvenimenti che si materializzarono all’interno dei vari Festival, per parlare delle esperienze di casa nostra (dal disastroso Festival Pop di Roma del 1968 in poi), per ricostruire la colonna sonora dell’epoca.
In appendice, Stamile riporta numerose schede riguardanti le principali band e cantanti che cambiarono la storia del rock, dalla A degli Animals alla W degli Who. Già, For What it’s Worth non si fa mancare nulla. Per fortuna.
For what it's worth. Lo sguardo dell’Italia sui festival rock americani e inglesi degli anni Sessanta
Amazon.it: 16,62 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: For What it’s Worth. Lo sguardo dell’Italia sui festival rock americani e inglesi degli anni Sessanta
Lascia il tuo commento