George Orwell, nome d’arte di Eric Arthur Blair, è stato uno dei più importanti autori, giornalisti e opinionisti politici e culturali del Novecento. Orwell, autore innovativo del genere distopico, viene considerato uno dei maggiori romanzieri di lingua inglese.
Lo pseudonimo dello scrittore trae ispirazione dal fiume Orwell, nella contea del Suffolk in Inghilterra, sua terra d’origine,
La fama è giunta ad Orwell grazie a due romanzi scritti sul finire della sua vita, “La fattoria degli animali” e “1984”. Il primo è un’allegoria politica del regime comunista istituito in Russia, mentre il secondo descrive in maniera vivida un mondo distopico dominato da una fantapolitica totalitaria.
Da quest’ultimo romanzo è nato anche l’aggettivo “orwelliano”, che oggi si attribuisce a tutti quei meccanismi totalitari basati sul controllo del pensiero e delle masse.
George Orwell: la vita
Eric Arthur Blair nasce in India, precisamente a Motihari, il 25 giugno del 1903 da una famiglia di origine britannica. Il padre lavora come funzionario dell’Indian Civil Service, l’amministrazione britannica in India. Orwell e la sua famiglia facevano parte della borghesia dei sahib, definita poi dall’autore stesso “nobiltà senza terra”.
Nel 1907 Orwell torna in patria insieme alla madre e alle sorelle, stabilendosi nel Sussex, dove studia alla Saint Cyprian School. Dal saggio autobiografico Such, Such were the Joys, scritto nel 1947, emerge l’infanzia infelice di Orwell che in quegli anni sviluppò un forte complesso di inferiorità.
In questo istituto lo scrittore si guadagna però una borsa di studio grazie alle sue doti da precoce e brillante studente, che gli permette di studiare quattro anni alla famosa Public School di Eton dove ha come insegnante lo scrittore Aldous Huxley, autore del leggendario Utopie alla rovescia che avrà grandissima influenza sulle future opere di Orwell.
A dispetto di ogni aspettativa sul suo conto, Orwell sceglie di non proseguire gli studi a Cambridge o ad Oxford e si arruola, spinto dalla volontà paterna, nella Indian Imperial Police nel 1922.
Presta servizio per cinque anni in Birmania, un’esperienza traumatica da cui in seguito trarrà ispirazione per un romanzo Giorni in Birmania. Nel 1928 Orwell decide di dimettersi, disgustato dall’arroganza imperialista e dalla feroce attività di repressione che il suo ruolo prevede.
Una volta tornato in Europa, lo scrittore sente la necessità di conoscere le condizioni di vita di quelle che allora erano le classi subalterne. Decide quindi di testare una serie di umili professioni nelle periferie di Parigi e di Londra. Da questa sorta di “esperimento sociologico” Orwell ricavò materiale per la scrittura del suo primo romanzo Senza un soldo a Parigi e Londra che firmerà con lo pseudonimo che lo renderà celebre.
George Orwell e la lotta al totalitarismo
Rientrato in Inghilterra, Orwell inizia a insegnare nelle scuole private e, quando non insegna, scrive, oppure lavora come commesso in una libreria e recensisce romanzi per il New English Weekly.
Quando scoppia la Guerra civile spagnola George vi prende parte per conto del Partito Obrero de Unificacción Marxísta; ciò lo condurrà alla disillusione nei confronti della Sinistra.
La guerra civile di Spagna gli ispira il diario-reportage Omaggio alla Catalogna del 1938, cui segue una raccolta di saggi che formano forse la parte migliore della sua opera, Dickens, Dali and others (1945)
A partire da questo momento decide di consacrare la propria attività di scrittore alla lotta contro il totalitarismo in tutte le sue forme.
Nel saggio Perché scrivo, manifesto della sua scrittore, George Orwell enuncia:
Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico, per come lo vedo io.
Nel corso della Seconda guerra mondiale Orwell cura una serie di trasmissioni propagandistiche per la BBC, diventa direttore del settimanale di sinistra The Tribune e corrispondente di guerra da Germania, Austria e Francia per conto dell’Observer.
Nel 1945 scrive uno dei suoi più celebri romanzi, La fattoria degli animali in cui narra con una simbologia poco velata, il prevalere del potere staliniano sugli ideali rivoluzionari. Il libro gli valse grandi riconoscimenti in Europa e in America.
Fattoria degli animali
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Nel 1948 George Orwell scrive invece la sua opera-capolavoro, 1984. Questo romanzo dona nuova vita al genere della letteratura distopica mostrando una tetra visione del futuro, che porta alle conseguenze estreme le tendenze totalitarie del mondo a lui contemporaneo. 1984 sarà l’ultimo romanzo di Orwell, concluso appena sette mesi prima della sua morte.
1984
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La profezia di George Orwell
La storia dipinta da Orwell risulta profetizzante di una situazione a noi nemmeno troppo lontana in linea temporale, il regime comunista. La simbologia comunista in 1984 è trasparente, e i riferimenti a Stalin risaltano agli occhi di ogni lettore. Attraverso la sua opera lo scrittore ammonisce i cittadini dell’epoca, invitandoli a mantenere sempre vigili la coscienza e lo spirito critico e a dubitare delle rivoluzioni, pur ritenendole necessarie.
Orwell ha scritto anche molti saggi nel corso della sua vita, trattando ampiamente temi politici e di stampo sociologico.
Dopo la morte della moglie Eileen, George Orwell inizia ad accusare i primi sintomi della tubercolosi. Viene ricoverato più volte in sanatorio nel tentativo di curare la malattia. Nel 1948 lo scrittore si risposa con Sonia Brownell, redattrice di Horizon, e inizia a occuparsi della revisione totale del suo capolavoro 1984.
Orwell muore improvvisamente a Londra il 21 gennaio 1950, dopo tre anni di battaglia contro la turbecolosi, a causa del cedimento di un’arteria polmonare. Aveva soli quarantasei anni.
Le opere di George Orwell
Di seguito riportiamo le opere principali di George Orwell:
- Senza un soldo a Parigi e Londra (Down and Out in Paris and London), 1933
- Giorni in Birmania (Burmese Days), 1934
- La figlia del reverendo (A Clergyman’s Daughter), 1935
- Fiorirà l’aspidistra (Keep the Aspidistra flying), 1936
- La strada di Wigan Pier (The road to Wigan Pier), 1937
- Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia), 1938
- Una boccata d’aria (Coming Up For Air), 1939
- La fattoria degli animali (Animal Farm), 1945
- 1984 (Nineteen Eighty-Four), 1948
- Una storia da fumoir (A Smoking-Room Story), 1949 - incompleto
Il pensiero di George Orwell
George Orwell spicca da sempre come anticonformista e lucido polemista, critico nei confronti di ogni forma di totalitarismo e della cosiddetta intellighenzia socialista dell’Inghilterra, profondamente estranea a lui. Orwell è sempre rimasto un socialista convinto, anche se a un certo punto ha cominciato a notare alcune contraddizioni nella linea politica sovietica.
Anche per via delle sue personali esperienze presto diventa chiaro ad Orwell che ci sono una serie di fatali errori nel modo di governare proprio dell’Unione Sovietica durante il regime di Iosif Stalin. Queste considerazioni che lo spingono a diventare antisovietico in maniera violenta, sempre pronto a scontrarsi contro la maggior parte della sinistra europea di quell’epoca.
George Orwell vive di continue sovrapposizioni tra il suo essere scrittore e il suo essere uomo. Ciò si nota soprattutto nei primi romanzi: qui i personaggi sono eccessivamente autobiografici. I romanzi più apprezzati di Orwell, 1984 e La fattoria degli animali, sono stati i più premiati dalla critica e dai lettori anche per l’innovativo contributo che hanno apportato alla narrativa del Novecento.
Più o meno tutte le opere di Orwell hanno sofferto il fatto di non poter essere immediatamente pubblicate per via dei contrasti politici e delle forti critiche ai contenuti. La fattoria degli animali rientra addirittura tra i libri proibiti in Russia, facendo di Orwell un autore scomodo a tutti gli effetti.
L’imparzialità di giudizio e il perseguire la verità a tutti i costi danno alle opere di Orwell un’onestà intellettuale e un carattere di denuncia che non viene mai a mancare. L’autore ha tuttavia pagato a caro prezzo la sua inesauribile vena polemica con l’isolamento, politico e letterario, dagli intellettuali del suo tempo.
Ciò che Orwell descrive nei suoi romanzi, gli universi catastrofici ritratti, altro non sono che le situazioni del suo tempo lasciate precipitare e peggiorate al massimo dell’immaginabile.
Il tratto distintivo della scrittura di Orwell, la cosiddetta letteratura antiutopica, è che il futuro è già presente: nel momento in cui l’autore scrive, ciò che prevede ha già cominciato a succedere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: George Orwell: vita e opere dell’autore di 1984
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