Un punto oscuro dello spazio, molto lontano dalla Terra, porta il suo nome. Il cratere Hauptmann sulla superficie del pianeta Mercurio è dedicato a lui, Gerhart Hauptmann, uno dei maggiori scrittori tedeschi, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1912.
Ma senza andare in un’altra galassia, il nome di Hauptmann è molto popolare in Germania: vi sono intitolate numerose scuole, istituzioni, fondazioni, musei, tra cui il celebre Gerhart Hauptmann Museum Erkner alle porte di Brandeburgo.
Le opere di Hauptmann sono state ristampate in edizioni di pregio in Germania e anche in Russia. L’autore fu il secondo Nobel tedesco, dopo Paul Heyse.
Ritirò il premio nello stesso giorno in cui compiva cinquant’anni, il 15 novembre 1912, segnando di fatto il momento culminante della sua carriera. Ma il Kaiser non gli perdonò mai quel libro che aveva scritto, quel dramma infamante, intitolato Die Weber, I tessitori.
Grazie a quel romanzo capolavoro, in cui raffigurava la rivolta dei lavoratori affamati, oggi è considerato il padre del naturalismo tedesco.
Gerhart Hauptmann: la vita
Hauptmann nacque a Ober Salzbrunn, nella bassa Slesia, il 15 novembre 1862, da una famiglia di tessitori benestanti caduti in disgrazia. Era l’ultimo di tre fratelli. Studiò da autodidatta, data la difficile situazione finanziaria, lavorando già da giovanissimo come garzone presso uno zio agricoltore.
Intanto si appassionava alle materie umanistiche e, spinto dal desiderio di imparare e da un carattere inquieto, studiò dapprima a Breslavia, poi a Jena, Roma e infine a Dresda. Fu la “città eterna” a ispirare in lui l’amore per la letteratura: dopo il soggiorno a Roma decise che si sarebbe dedicato alla scrittura. E così fu. Nel 1880 esordì con un poema che in seguito avrebbe ripudiato. Il successo arrivò nel 1889 con uno scandalo: Vor Sonnenaufgang, in italiano Prima dell’alba, un dramma teatrale che raffigurava con uno spaccato cupo e feroce la società dell’epoca inaugurando, di fatto, il naturalismo tedesco. Con i suoi drammi in breve tempo Hauptmann divenne la stella del Freie Bühne - il palcoscenico libero - un nuovo teatro inaugurato a Berlino che ora sembrava esistere solo per lui, per rappresentare le sue opere.
“I Tessitori”: il capolavoro di Hauptmann
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In quel periodo scrisse le sue opere di maggior successo, tra cui Die Weber (1892), I tessitori, un testo scritto dapprima in dialetto slesiano Da Waber, in cui rappresentava la rivolta dei tessitori slesiani nel 1844.
Il dramma fu rappresentato per la prima volta il 26 febbraio 1893 in uno spettacolo riservato ai soci della “Freie Bühne”, per poi approdare sul palco del “Deutsches Theater” di Berlino.
L’opera di Hauptmann si componeva di vari quadri in cui veniva data voce proprio a quegli operai, pallidi e macilenti, che il sabato riscuotono la paga e quasi non si reggono in piedi per la fame. Tra loro c’è anche un bambino di otto anni che è disceso dai monti trasportando un pesante carico. L’autore dà un volto alla miseria orchestrando una perfetta coralità di voci che infine sfocia nella grande sommossa di Peterswaldau.
La fama di Hauptmann cresceva; il popolo tedesco iniziava a comprendere che dietro l’autore di quello scandalo teatrale si nascondeva un grande scrittore. Gerhart Hauptmann era stato il primo a dare la voce alla massa, alla folla tumultuante, portando di fatto il socialismo sul palcoscenico e nella scrittura: dava voce al popolo con il suo vero linguaggio, dialettale, popolare, lontano dagli schematismi letterari dell’epoca.
La rappresentazione tuttavia non fu gradita al Kaiser. Guglielmo II, in segno di protesta, decise di disdire il proprio abbonamento al Deutsches Theater e impose che lo spettacolo fosse messo in scena durante la settimana, così che i lavoratori non potessero assistervi.
Hauptmann: il Nobel e gli ultimi anni
Nel Novecento Gerhart Hauptmann era diventato il “poeta nazionale”, la voce del popolo tedesco, godeva già in vita di una fama inestimabile.
Nel 1912, all’età di cinquant’anni, gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura:
In riconoscimento della sua fertile, varia ed eccelsa produzione nella sfera dell’arte drammatica.
Intanto la sua vita saliva alla ribalta delle cronache anche per dei gossip succulenti. La stessa esistenza di Hauptmann era ormai diventata un argomento letterario; ecco il lato sinistro della fama. Lo scrittore aveva infatti divorziato dalla prima moglie, Marie Thienemann, sposata a ventidue anni, e per la seconda moglie Margarete aveva fatto costruire la Casa Wiesenstein nelle Riesengebirge, i Monti dei Giganti.
La stampa tedesca riportò con entusiasmo lo sfarzo e lo splendore di questa casa che fece luccicare gli occhi di tutti i lettori. Ma ben presto i giornali riportarono la notizia della sua relazione con la giovane attrice teatrale Ida Orloff, che divenne la sua musa letteraria. La storia ebbe breve durata, ma Hauptmann nei suoi scritti dichiarò che la passione per Ida rimase immutata in lui fino alla morte.
Con gli anni avrebbe preso le distanze dall’impegno politico dei suoi primi lavori, rappresentando anche commedie e drammi simbolisti come La campana sommersa.
Tra i suoi romanzi brevi più noti ricordiamo L’eretico di Soana (Der Ketzer von Soana, Ndr), considerato il lavoro culminante tra le sue opere in prosa. Fu pubblicato in Italia per la prima volta da Frassinelli, ed è ambientato in Ticino, il cantone svizzero di popolazione italiana, dove lo scrittore soggiornò a più riprese nel Novecento alloggiando soprattutto presso il Park Hotel di Soana,nel quale tuttora è conservata la sua scrivania. Lo scenario de L’eretico di Soana riprende nelle descrizioni quei luoghi amati dallo scrittore: dal Monte Generoso al lago di Lugano, Rovio e il Ticino.
Gerhart Hauptmann morì ad Agnetendorf il 6 giugno 1946, all’età di 83 anni, ed è ora sepolto nel chiostro dell’isola di Hiddensee, un luogo idilliaco nel Mar Baltico.
Il Premio Nobel aveva scritto questo suo desiderio nella poesia Der große Traum, in italiano Il grande sogno, e l’aveva consegnata alla moglie Margarete come espressione delle sue ultime volontà:
Se non temessi di ferire i sentimenti dei miei amati abitanti della Slesia, vorrei dormire il mio sonno eterno in questo modesto cimitero di Hiddensee.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Gerhart Hauptmann, il Nobel che con “I tessitori” diede voce al popolo tedesco
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