

Febbraio di Giuseppe Ungaretti è la poesia perfetta per celebrare il mese appena cominciato, non solo perché infonde un grande senso di pace, ma soprattutto per il messaggio di speranza che trasmette, e cioè che la morte non sia in realtà la fine di tutto.
In un testo piuttosto breve ma appena più discorsivo del solito, il poeta originario di Alessandria d’Egitto affronta la tematica che gli è più cara, ovvero la caducità della vita e la certezza della morte; quest’ultima tuttavia, potrebbe non essere negativa e insensata come sembra e come di solito la riteniamo, bensì l’inizio di un’altra parte dell’esistenza, misteriosa ma forse addirittura migliore dell’altra.
Apice dell’inverno ma già foriero della primavera prossima a venire, febbraio, mese di nascita del poeta, è per Ungaretti il momento ideale per chiudersi nei propri pensieri e abbandonarsi alle considerazioni esistenziali intorno a cui si incentra la sua produzione letteraria.
Vediamo testo, parafrasi e il significato della poesia.
“Febbraio”: testo della poesia di Giuseppe Ungaretti
Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
Con minuto fiorire, gialla irrompe
La mimosa. S’inquadra alla finestra
Di quella mia dimora d’una volta,
Di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
Segno sarà che niuna cosa muore
Se ne ritorna sempre l’apparenza?
O saprò finalmente che la morte
Regno non ha che sopra l’apparenza?
“Febbraio”: parafrasi della poesia di Ungaretti
Ogni anno, mentre mi accorgo che Febbraio
è pieno di pulsioni e che per pudore cerca di nasconderle,
spuntano i primi fiori gialli della mimosa.
Essa sembra dipinta nella cornice della finestra
di quella della casa in cui abitavo da giovane
e di questa dove vivo la vecchiaia.
Mentre mi avvicino alla morte,
sarà il segno che nessuna cosa muore davvero
Se poi ritorna sotto altra forma?
O finalmente scoprirò che la morte
esiste solo in apparenza (è solo fisica)?
Febbraio: analisi e significato della poesia di Ungaretti
Significato della poesia: la vita è più forte della morte
Febbraio, identificata anche con l’incipit Ogni anno, mentre scopro che Febbraio, è uno dei componimenti formalmente meno ermetici di Ungaretti e fra i più positivi per quanto riguarda la sostanza di ciò che comunica al lettore.
La struttura compositiva ampiamente classica, articolata in endecasillabi sciolti raccolti in strofe diseguali, è strettamente funzionale al ragionamento filosofico/religioso che vi si espone.
L’equilibrio metrico, linguistico e stilistico, reso anche dalle numerose duplicazioni (di quella... di questa ai versi 5 e 6; sempre l’apparenza... sopra l’apparenza ai versi 9 e 11) e dall’uso di qualche termine letterario arcaico e prezioso (niuna al verso 9), supporta l’esposizione delle considerazioni trattate ponendo in risalto le conclusioni che l’autore trae, ovvero che la vita è più forte della morte.
La poesia si avvale di immagini metaforiche straordinariamente efficaci.
Febbraio, che coincide con il periodo dell’anno nel quale Ungaretti si sente maggiormente spinto alla riflessione sui temi dell’esistenza, viene paragonato a un adolescente che, vergognandosi delle proprie pulsioni vitali (sensitivo), reagisce cercando di nasconderle in continui e repentini cambiamenti del clima (torbido); la mimosa che inonda di fiori gialli, quindi vivaci e solari, l’ambiente ancora immerso nel grigiore invernale, è uno sprazzo di vita che squarcia le tenebre della morte, mentre il fatto che essa fiorisca sempre uguale, nella casa della giovinezza come in quella della vecchiaia, quasi fosse la stessa, acuisce il senso di perpetuità e ciclicità proprio di tutto ciò che è naturale.
Il poeta interpreta questa evidenza come il segno che nessuna cosa muore veramente e, forse, neanche gli esseri umani, che pure alla natura appartengono.
Oppure la morte riguarda solo la parte fisica e materiale (apparenza), ma non intacca la sostanza di persone e cose, che invece continua a vivere.
Il messaggio di positività e speranza di Febbraio: la morte non uccide l’anima e non è la fine della vita
Ungaretti scrive Febbraio in età matura, quando il suo lungo e tortuoso viaggio interiore alla scoperta dell’autenticità della vita si è da tempo concluso trovando nel Dio cristiano l’agognato approdo dell’anima.
Nel cattolicesimo il poeta coglie non solo il dissolvimento dei mille dubbi che lo assillavano da sempre, ma vi riconosce anche l’unico balsamo capace di lenire la sua radicata inquietudine caratteriale.
Nell’ultimo Ungaretti la tematica esistenziale continua ad essere dominante, ma è più serena, pacata, priva dell’angoscia che invece pervade le opere precedenti.
Una nuova e consapevole maturità compensa la fragilità dovuta agli anni che avanzano e dona all’artista una pace in passato sconosciuta.
In prossimità della vecchiaia il pensiero della morte si fa più insistente, ma trova anche risposte inattese, cariche di speranza e positività, come prima non sarebbe stato possibile.
Le caratteristiche di Febbraio stimolano il raccoglimento e la meditazione a riguardo.
Nel secondo mese dell’anno, infatti, l’inverno raggiunge l’apice, ma prepara già l’arrivo della primavera.
Proprio al culmine del buio, la luce comincia lentamente a farsi strada.
E allora ecco che nella desolazione del paesaggio circostante ancora una volta la mimosa fiorisce, come un lampo la vita di nuovo rinasce, l’albero non è più spoglio, l’oscurità si rischiara.
E se la morte non esistesse? Se tutto fosse, anche noi, un’eterna rinascita?
Come la mimosa, che ogni anno rifiorisce sempre uguale a se stessa.
Oppure, prosegue Ungaretti, la morte potrebbe riguardare solo l’apparenza, non la sostanza, creata per essere eterna.
Sentirsi vicino al gran silenzio non lo turba, né lo opprime o lo intimorisce, anche perché la natura tutt’intorno sembra suggerirgli che la vita vince sulla morte.
Ovviamente nessun uomo, neppure Ungaretti, ha la risposta ai grandi dilemmi che ci accompagnano fin dalla notte dei tempi, ma il messaggio di speranza racchiuso in Febbraio è potente e bellissimo.
La morte è naturale e inevitabile, ma potrebbe non essere la fine di tutto come temiamo, mentre la risposta su cosa ci sia dopo di essa, potremmo trovarla semplicemente guardandoci intorno, scoprendo al contempo che non è affatto negativa o terribile come pensiamo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Febbraio”, la poesia di Ungaretti sulla speranza e la rinascita
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Belli gli ultimi versi di febbraio^ che rinviano ,dopo la bella descrizione dell annuncio della primavera
E quindi il succedersi delle stagioni che ci rallegrano nell avventura umana alla vita eterna promessa dal vangelo. E dal Cristianesimo
...il testo di Ungaretti mi ha emozionata
Soprattutto il commento che condivido...