Ricordiamo nell’anniversario della sua nascita Giambattista Marino (1569 - 1625), il maggiore esponente della poesia italiana barocca.
Esaltato (ma anche vituperato) dai contemporanei, sebbene oggi la sua opera sia considerata essenzialmente per il valore documentario piuttosto che per quello artistico, è doveroso riconoscergli quella spiccata originalità che lo rende il simbolo delle tendenze e del gusto di un’intera epoca.
Più che per la produzione letteraria, nella quale pure non mancano momenti di autentica poesia, Marino viene ricordato per l’intelligenza vivace, la personalità ricca di fascino e qualche scelta di vita piuttosto singolare, soprattutto per i tempi.
Insomma, siamo di fronte a un’icona della cultura, dell’arte e della poetica del ’600: analizziamone vita e opere.
Vita di Giambattista Marino
Giovan Battista, o più semplicemente Giambattista Marino, nacque a Napoli il 14 Ottobre 1569.
Nella città partenopea trascorse una burrascosa giovinezza fatta di amori e studi letterari, fino a quando, nel 1600, si trasferì a Roma dal Cardinale Pietro Aldobrandini e in seguito, quando la sua fama era già notevole, a Torino presso la corte del Duca Carlo Emanuele I.
Appartiene a tale periodo la disputa accesissima con Gaspare Murtola, un letterato di cui oggi non conosceremmo neanche il nome se, per invidia e come conseguenza dell’attrito instauratosi, non avesse tentato di uccidere il poeta napoletano.
La conclusione felice della vicenda dà l’idea della generosità di cui Marino era capace, in quanto chiese e ottenne la grazia per il rivale già incarcerato e condannato a morte.
Poco dopo però, l’indole ribelle portò lui stesso in prigione, dove era già stato un paio di volte da ragazzo, anche se non abbiamo certezza del motivo (pare che avesse detto e scritto qualche parola di troppo all’indirizzo del Duca).
Rilasciato, nel 1616 il poeta si recò in Francia, dove risiedette a lungo protetto dai regnanti Luigi XIII e Maria De’ Medici.
Tornato in patria nel 1623 Marino, che godeva ormai di una fama sterminata, venne accolto con entusiasmo e onori.
Trascorse gli ultimi anni nella sua Napoli, dove si spense il 25 Marzo 1625.
Le opere di Giambattista Marino: l’Adone
L’opera maggiore di Giambattista Marino è l ’Adone.
Il poema, dedicato a Luigi XIII, fu pubblicato nel 1623 dopo una complessa e lunga gestazione di circa vent’anni.
Si tratta del componimento più ambizioso dell’autore, che con esso intese apertamente competere (o opporsi) con la Gerusalemme Liberata di [Torquato Tasso
Ne è venuta fuori l’opera più lunga della letteratura italiana, ben venti libri e 5033 ottave, ma priva di un ordine narrativo organico e consequenziale.
In essa l’autore attinge a piene mani dalla mitologia e da poeti antichi e moderni, latini, greci e contemporanei come Poliziano e Pulci, ma ha il pregio di riuscire ad amalgamare ogni prestito in una lingua e in uno stile personalissimi, che fanno dell’Adone un’opera unica nel suo genere, una sorta di summa delle peculiarità che hanno reso immortale la poetica di Marino.
L’Adone è un profluvio di metafore, complicati giochi di digressioni e narrazioni secondarie, artifici, ampie inserzioni descrittive, racconti accessori, neologismi, dialettismi e latinismi, un poema nel complesso prolisso e fin troppo artefatto, ma dotato di una propria identità, di una originalità rara, difficile da riscontare in altre opere e meno ancora in quelle ad esso coeve.
La trama, incentrata sulla favola mitologica di Venere e Adone, si snoda attraverso una narrazione articolata e tortuosa fra le cui numerose divagazioni emergono per potenza lirica le bellissime descrizioni paesaggistiche e le scene di spiccata ma contenuta sensualità, ovvero quelle qualità della poetica marinista che persino i detrattori più accaniti sono costretti a riconoscere.
Nella lingua lontana dal fiorentino e dai criteri sanciti da Pietro Bembo, oltre che nello stile volutamente e fortemente lezioso e di maniera, si ravvisano le maggiori novità dell’Adone rispetto alla letteratura precedente e contemporanea.
Altre opere di Giambattista Marino
Della vasta produzione poetica di Giambattista Marino segnaliamo le seguenti opere:
- Lira (1614) è una raccolta di liriche suddivisa in tre parti ad argomento amoroso, sacro ed encomiastico
- Galeria (1619) è un insieme di poesie illustrative di opere d’arte, testimonianza tangibile della profonda cultura dell’autore
- Sampogna (1620) è una raccolta di poesie suddivisa in due parti. La prima comprende 8 idilli di argomento mitologico e 3 a tema pastorale, mentre la seconda è costituita da 6 ecloghe e dal poemetto Sospiri d’Ergasto.
La poetica, lo stile e il Marinismo
Giambattista Marino è il vero protagonista della letteratura italiana barocca.
Convinto che lo scopo della poesia fosse principalmente quello di meravigliare e avvincere a sé il lettore - " è del poeta il fin la meraviglia" scriveva -, con il proprio naturale talento unito alla approfondita conoscenza della materia, conquistò i contemporanei, che lo elessero a idolo, rapiti dalla sua straordinaria capacità di creare immagini fortemente espressive grazie a nuovi e brillanti strumenti linguistici e a descrizioni audacemente evocative.
Marino prende sì spunto dai classici, sia antichi che moderni, ma essi non sono altro che il punto da cui partire per creare un’opera del tutto originale, dove la sua impronta è fortissima, vivida e inconfondibile.
L’esasperato tecnicismo, che si realizza attraverso il largo impiego di figure retoriche come metafore, iperboli, antitesi, perifrasi e climax, nulla toglie alla liricità della sua opera, che fa della accentuata musicalità e di una coinvolgente sensualità due dei suoi tratti distintivi più ammirati.
Il successo di questo stile eccessivo, artificioso e volutamente esagerato conquistò tanti imitatori e il Marinismo si diffuse in Italia e in Europa attestandosi come la corrente più significativa del ’600.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giambattista Marino: vita, opere e poetica
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