Il pianista e compositore Giovanni Allevi , ospite a Sanremo 2024, ci ha sorprendentemente emozionato prima con le sue parole che con la sua musica.
Le note suonate al pianoforte da Allevi toccano corde profonde, perché parlano all’anima; ma stavolta il compositore ha sfidato sé stesso raccontandosi in una veste inedita, mettendosi nudo di fronte al pubblico, rivelando la sua battaglia contro la malattia. Solamente alla fine del discorso si è seduto al pianoforte per suonare Tomorrow: è stata la sua prima esibizione pubblica dopo due anni.
Il suo appassionato monologo tra le lacrime ha commosso l’Italia intera, ma ci ha consegnato anche una formidabile lezione di vita che si è conclusa con un appunto filosofico. Allevi infatti ha citato, rielaborandolo con parole sue, il finale della Critica della ragion pratica di Immanuel Kant:
Il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette.
Forse non a tutti è risultata subito chiara questa citazione filosofica, vediamo di contestualizzarla e di capire cosa voleva dire Kant con questo concetto. Perché Giovanni Allevi ha voluto inserire nel suo monologo la Critica della ragion pratica di Kant? Scopriamolo nell’approfondimento.
Il monologo di Giovanni Allevi a Sanremo 2024
“Non suono più davanti a un pubblico da quasi due anni”, ha dichiarato commosso Giovanni Allevi a Sanremo 2024.
Uno dei più talentuosi enfant prodige della musica italiana è apparso sul palco dell’Ariston con i capelli grigi, invecchiato di colpo, provato dalla malattia - un mieloma multiplo - contro cui combatte dal luglio del 2022.
Allevi si è esibito in tutta la sua fragilità, rendendo ancora più viva l’umanità straripante che da sempre risuona nelle sue note, toccando corde nascoste, sfiorando le intermittenze del cuore. Oggi Giovanni Allevi ha cinquantaquattro anni, da due anni combatte contro la malattia che gli ha stravolto la vita.
All’improvviso mi è crollato tutto,
così ha esordito il compositore, raccontando prima il lancinante dolore alla schiena patito durante l’ultimo concerto alla Konzerthaus di Vienna, poi la diagnosi di tumore.
Allevi confessa di aver perso molto - lavoro, capelli, certezze - ma di aver imparato che il dolore può porgerti anche degli inaspettati “doni”. Quanto tutto crolla, cosa rimane? La speranza e la voglia di immaginare, afferma Giovanni Allevi che non a caso si è poi esibito sulle note della sua Tomorrow, “domani”.
Perché quando tutto crolla, dice Allevi, resta in piedi solo l’essenziale.
Quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più. Io sono quel che sono, siamo quel che siamo e, come intuisce Kant alla fine della Critica della ragion pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette.
Questo il momento culminante del monologo di Allevi sul palco dell’Ariston: sono immerso in una situazione di continuo mutamento, ha affermato il compositore, eppure sento che in me c’è qualcosa che “permane e che rimarrà in eterno”.
È ragionevole pensare che rimarrà in eterno. Io sono quel che sono, voglio andare fino in fondo a questo pensiero. Se le cose stanno così, cosa mai sarà il giudizio dall’esterno?
Allevi ha affermato - in controtendenza con le logiche contemporanee, in cui tutto è misurabile, la performance stessa è misurabile - che i numeri non contano, poiché ogni individuo è irripetibile e, a suo modo, infinito. Questa “infinitezza dello spirito” Giovanni Allevi l’ha da sempre espressa con l’arte della musica, non a caso ha concluso il suo discorso affermando solennemente:
Non potendo contare sul mio corpo, suonerò con tutta l’anima.
Perché Giovanni Allevi ha citato Kant a Sanremo 2024?
Torniamo ora alla citazione di Kant che Giovanni Allevi ha inserito nel suo discorso. Non si tratta di una citazione casuale. Nel suo celebre saggio filosofico, La Critica della ragion pratica (1788), Immanuel Kant individua una ragion pura pratica, ovvero un “principio a priori” che, interno all’uomo, sia in grado di determinare la volontà adeguando l’azione umana al principio morale. Questo principio a priori è chiamato causa noumenica, perché ci introduce nel noumeno - termine filosofico derivato da Platone - che indica ciò che può essere pensato dal “puro intelletto”, indipendentemente da sentimento e istinto, ovvero dall’esperienza del mondo sensibile.
Attraverso i tre postulati che contraddistinguono l’analisi filosofica della ragion pratica - la Libertà; l’Anima; Dio - Kant ci dimostra come l’uomo sia libero di agire moralmente e come l’azione morale dell’uomo possa essere orientata al bene e alla virtù.
Kant dimostra che l’uomo è orientato al bene, ma che spesso il mondo - dove dominano l’ingiustizia, il male, l’immoralità - non si concilia con lui e tende a respingere l’azione morale, questo causa infelicità, perché l’uomo vive con frustrazione la volontà di voler fare il bene e non riuscire a realizzarlo.
Attraverso questa esigenza di perfezionamento, del desiderio di perfettibilità dell’uomo, Kant spiega l’immortalità dell’anima: l’uomo ha bisogno di credere in una prosecuzione della vita dopo la morte, di essere immerso in un cammino infinito che gli permetta di realizzare la propria azione morale.
In conclusione, Kant rimette tutto allo spazio di volontà degli individui che hanno, appunto, la facoltà di scegliere tra bene e male e di agire di conseguenza.
In fondo era proprio questo il nocciolo del discorso di Giovanni Allevi, il perno dialettico fondante della sua dissertazione: la sua lezione non riguardava la malattia o il dolore - come molti hanno creduto sull’onda emotiva del momento - ma l’azione morale dell’uomo.
L’invito di Allevi era quello di agire secondo il sommo bene e l’azione morale, di pensare secondo il puro intelletto senza lasciarci fuorviare dalle ingannevoli e fallaci percezioni del mondo sensibile. Non a caso l’intenso monologo di Allevi si è concluso con la parola “Anima”, ovvero il secondo postulato della Critica della ragion pratica, ciò che permette all’uomo di superare il piano fenomenico e accedere all’infinito; proprio come la musica.
Nella parte conclusiva della Critica della ragion pratica, Kant scriveva:
Il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me.
L’uomo non è che una piccola, infinitesimale parte dell’universo, eppure il valore della sua “intelligenza pura” - della legge morale - lo eleva infinitamente. La legge morale eleva l’essere umano al di là del mondo sensibile, estende il suo pensiero al di là dei limiti della vita terrena facendogli percepire l’infinito. Nel mondo fenomenico e fisico l’azione dell’uomo è limitata, ma nella sfera noumenica e morale la sua azione non conosce limiti, è infinita.
Giovanni Allevi, sul palco dell’Ariston, ci stava rivelando questo segreto “la legge morale in me”, lo teneva stretto tra le dita tremanti che si sono infine posate sul pianoforte suonando Tomorrow, come una promessa, come una speranza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giovanni Allevi a Sanremo 2024: la citazione di Kant tratta dalla “Critica della ragion pratica”
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